Savona. “Non sono pentito di quanto ho fatto, mi dispiace solo di aver ferito delle persone innocenti”. Queste le parole che Domenico “Mimmo” Massari, 54 anni, killer della ex compagna Deborah Ballesio, ha detto questa notte agli agenti del carcere di Sanremo dopo essersi costituito.
E’ un dettaglio emerso nel corso della conferenza stampa di questa mattina in Questura a Savona. “Sapevamo che dovevamo cercarlo dappertutto, non solo in Liguria ma anche fuori regione – ha raccontato il questore Giannina Roatta – Abbiamo allertato tutte le frontiere perchè una delle ipotesi era che lasciasse l’Italia. Sicuramente un soggetto pericoloso e armato, il materiale sequestrato lo dimostra abbondantemente; e poi non aveva nulla da perdere”. La pistola con cui ha ucciso Deborah è risultata essere una Smith & Wessson 357 Magnum rubata nel 2012 nel milanese; al momento dell’arresto aveva con sé anche due coltelli e numerosi proiettili di scorta (oltre 50).
“Era estremamente pericoloso – ha confermato Alfredo Fabbrocini del servizio centrale operativo, arrivato da Roma per seguire l’indagine – non ha esitato a sparare 6 colpi, ossia tutti quelli che erano nel caricatore, contro Deborah. Dopo di che ha ricaricato l’arma: possiamo dirlo con certezza perchè a Sanremo, per segnalare la sua presenza agli agenti della polizia penitenziaria, ha esploso tre colpi in aria. Capite bene che non è un gesto da criminale comune. Per questo, avendo compreso che il fenotipo criminale era estremamente pericoloso, da Roma è partita una numerosa squadra per mettere in piedi una vera e propria caccia all’uomo, controllando tutti i suoi luoghi conosciuti e le sue amicizie. Si è costituito prima, ma era solo questione di tempo“.
I suoi movimenti durante la fuga sono ancora in fase di ricostruzione: “Stiamo ancora cercando di acquisire le informazioni – ha chiarito Roatta – ma c’è una ipotesi al vaglio: lui ci ha raccontato di aver minacciato con la pistola un autotrasportatore sull’autostrada A10 per farsi portare fino ad Arma di Taggia. Si è costituito perchè si è reso conto di essere braccato, nonostante abbia cercato in tutti i modi di far perdere le sue tracce – ha proseguito – Ha ammesso quello che aveva fatto, senza al momento alcun tipo di rimorso“. L’uomo ha spiegato di essere “consapevole di quanto fatto” e ha addirittura rifiutato, almeno per il momento, di nominare un avvocato di fiducia: “Mi basta quello d’ufficio”.
Le immagini all’Aquario subito dopo l’omicidio
Qualche dettaglio è emerso anche sul perchè non fosse in atto sull’uomo uno stretto controllo dopo le minacce alla ex moglie: “Lui era già stato in carcere per stalking dopo le denunce della donna, che si era rivolta specificamente alle forze dell’ordine; nell’ultimo anno e mezzo non lo ha più fatto – ha spiegato il questore – Anche gli amici raccontano che non erano mai più arrivate minacce, e nulla faceva presagire la tragedia. Forse era difficile percepire questo pericolo, o forse lei stessa non lo percepiva più come tale“.
L’uomo aveva precedenti per reati contro il patrimonio e la persona: “E’ una personalità assolutamente deviante – spiega Rosalba Garello, capo della Squadra Mobile di Savona – che nella sua vita non ha praticamente mai lavorato se non per un brevissimo periodo in un negozio di ortofrutta insieme al padre. Per anni si è dedicato al traffico di droga, soprattutto in Spagna“.
Gli inquirenti hanno spiegato le ragioni che hanno portato l’uomo a mettere in atto i suoi intenti omicidi. “Di sicuro c’è un aspetto fortemente passionale: di Deborah è stato innamorato e le ha fatto dei regali – racconta Fabbrocini – Ma oltre ai risvolti amorosi, c’erano quelli economici. L’uomo in passato aveva finanziato con i suoi risparmi, circa 300 mila euro probabilmente frutto delle attività illecite, l’apertura del locale di lap dance di Altare“. E quando lei lo aveva lasciato l’uomo, sentendosi vittima di un’ingiustizia e defraudato dei suoi averi, aveva dato fuoco al locale e giurato vendetta.
La diretta della conferenza stampa integrale