Ennesima tegola

Altare, “Città del Vetro” in liquidazione giudiziale: ora il Comune dovrà attendere il tribunale

Per la messa in sicurezza dell'ex Savam e la riapertura delle strade si allungano ancora i tempi

strada chiusa ex savam

Altare. Era nell’aria e ciò che si temeva è avvenuto: la società “Città del Vetro srl” è stata messa in liquidazione giudiziale, ovvero il fallimento è stato portato in tribunale ed ora occorrerà attendere la nomina di un curatore che dialoghi anche con l’amministrazione comunale di Altare.

I tempi per l’ingresso forzoso nell’area ex Savam per la demolizione di ciò che ha messo a rischio l’incolumità pubblica, con la relativa chiusura di via XXV Aprile e via Cesio, pertanto, si allungano.

Nel consiglio comunale straordinario del 28 settembre la giunta guidata da Roberto Briano aveva comunicato di voler procedere con i lavori di messa in sicurezza, seppur in proprietà privata, utilizzando centonovanta mila euro stanziati dalle casse comunali (che andranno poi ad essere addebitati alla società). Nei dieci giorni di tempo concessi per presentare eventuali osservazioni Città del Vetro ha fatto sapere solo della liquidazione giudiziale, quindi il Comune di Altare, “preso atto di non avere più come interlocutore la proprietà, sta compiendo i passaggi opportuni per individuare il nuovo referente, al fine di procedere per quanto di competenza, intervenendo direttamente nell’esecuzione delle opere necessarie alla riapertura della viabilità comunale”, si legge nella nota.

Ora quindi occorre attendere disposizioni dal tribunale e i tempi per l’avvio del cantiere saranno ulteriormente dilatati.
Ciò che sa di ennesimo dispetto per gli altaresi è occasione di ulteriori scontri tra l’amministrazione e la minoranza.

Dal comunicato del Comune di Altare si apprende che Città del Vetro Srl ha iniziato la procedura giudiziaria di liquidazione (fallimento). “Era una cosa risaputa ed attesa dall’amministrazione comunale, perché la proprietà in questi mesi ha ripetuto e preannunciato più volte che, alle condizioni poste dalla Soprintendenza, era antieconomico proseguire in quella operazione immobiliare, diventata un ‘bagno di sangue’ per chiunque”, scrive Rita Scotti, consigliere comunale indipendente. “Dopo tanti anni di loro colpevoli inadempienze almeno oggi si può loro dare ragione! Spiace che ancora una volta i cittadini siano stati clamorosamente beffati con la promessa pubblica fatta pochissimi giorni fa che ad ottobre sarebbero iniziati i lavori, per essere ultimati a marzo. Annuncio che aveva dell’incredibile, comunicato con ostentata certezza da chi già sapeva che da lì a pochi giorni poteva facilmente ritrattarlo”, afferma Scotti.

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