Il punto

Rigassificatore, Russo: “La logica portuale non può essere portare a Savona ciò che non si vuole a Genova”

Il sindaco di Savona insiste sulla necessità di un approccio comprensoriale, rivendica la sua posizione attendista ("servono chiarimenti") e ribadisce: "Ci diano risposte sulle infrastrutture che attendiamo da anni"

Russo rigassificatore

Savona. “Noi siamo per lo sviluppo, ma occorre cautela: finora non abbiamo informazioni adeguate. Inoltre servono risposte sulle infrastrutture che attendiamo da anni. E un chiarimento sulla politica portuale: la logica non può essere mettere a Savona-Vado ciò che non si vuole a Genova“. Eccoli, i tre punti saldi del sindaco di Savona Marco Russo sul tema del rigassificatore. Un’opera che in questi giorni sta facendo molto parlare nella nostra provincia ma della quale, nonostante tutto, ancora si sa molto poco (anche l’incontro di giovedì pomeriggio in Regione non ha fornito particolari risposte se non le informazioni di massima già note da una settimana).

“Innanzitutto – fa notare Russo – va detto che ci troviamo di fronte ad una scelta del governo di politica energetica che, certamente, non ha un carattere progressivo ma meramente difensivo: non investiamo in fonti rinnovabili, ma diversifichiamo i possibili fornitori di una fonte energetica, ossia il gas, che già consumiamo, con l’obiettivo di difenderci rispetto a speculazioni o fattori di perturbazione del mercato. Detto questo, siccome si tratta di una infrastruttura energetica di rilievo nazionale per la quale è stato scelto il nostro territorio, penso che sia fondamentale avere un approccio comprensoriale, che da tempo stiamo portando avanti su tutti i temi dello sviluppo – dal porto, alle infrastrutture, alle funivie, eccetera – e rappresenta un importante valore aggiunto. Quindi anche in questo caso dobbiamo avere la maturità di porci con una visione ampia e non settoriale o frammentata“.

SICUREZZA E COMPATIBILITA’ AMBIENTALE: “Servono chiarimenti”

Tre, come detto, gli aspetti da considerare secondo il primo cittadino savonese. “Non vi è dubbio che il primo è quello della sicurezza e della compatibilità ambientale dell’impianto. Su questo punto abbiamo bisogno di chiarimenti sempre più convincenti e puntuali, a tutela delle nostre comunità per un dovere di informazione e trasparenza verso i cittadini. Stiamo parlando di un impianto posizionato nel centro della rada di Savona-Vado, direi più Savona, visto che si trova a 3 Km scarsi dalla foce del Letimbro, davanti alle nostre spiagge premiate con la bandiera blu, e i tubi attraverseranno il nostro entroterra”.

“Noi siamo per lo sviluppo, in particolare portuale – precisa – ma occorrono cautela e grande attenzione. Finora non abbiamo ricevuto informazioni adeguate: siamo stati convocati da Toti nuovamente per il 4 agosto e ci attendiamo risposte più precise sulle caratteristiche dell’impianto, sulle modalità di funzionamento, sugli effetti che esso produce sul mare e sull’ambiente, sulla collocazione di impianti a terra, sull’effettivo tracciato dei tubi, sui relativi asservimenti”.

Una cautela già espressa il 21 giugno, subito dopo l’incontro in Regione. Una posizione “attendista”, quella di Russo, che ha generato anche qualche perplessità nel su schieramento politico, dove qualcuno si aspettava una presa di posizione più netta contro l’opera anche solo per “contrastare” politicamente l’ala totiana. “Nell’attività amministrativa – replica lui – ho sempre adottato il metodo, che rivendico, di partire dal merito dei problemi e di fare derivare le mie posizioni dall’approfondimento degli argomenti. In questo caso, come ho detto, non abbiamo ricevuto le informazioni adeguate, quindi credo sia doveroso chiedere che vengano forniti tutti di dati possibili. Aggiungo che questo metodo è sempre stato utile anche ad aggregare il territorio per dare risposte ai nostri cittadini”.

LOGICA PORTUALE: “Non può essere portare a Savona ciò che non si vuole a Genova”

Il secondo aspetto riguarda l’Autorità di Sistema Portuale: “Dobbiamo capire a quale logica di politica portuale questa scelta risponde o comunque come si inserisce nella visione di prospettiva del porto. La logica non può essere che tutto ciò che non si vuole a Genova viene messo a Savona-Vado, ma occorre una visione strategica di sviluppo dei diversi scali del Sistema Portuale: a Savona abbiamo le idee chiare e le stiamo portando avanti da tempo, dobbiamo capire come le persegue l’Autorità di Sistema”.

COMPENSAZIONI: “Se siamo strategici su un tema dobbiamo esserlo anche su altri”. Le proposte di un lettore

Il terzo riguarda invece i rapporti con il Governo: “Dal momento in cui al nostro territorio viene richiesto di accogliere un impianto che risponde alla politica nazionale di approvigionamento energetico, fermi i chiarimenti sulla compatibilità ambientale, occorre che lo stesso territorio abbia finalmente le risposte infrastrutturali che attende da molti anni. Se siamo un territorio strategico per determinati temi, occorre anche che venga considerato strategico anche per altri aspetti, che attengono al suo sviluppo. Anche su questo, nel nostro territorio abbiamo le idee chiare, quindi attendiamo risposte“.

Le famose “compensazioni”, insomma. Un tema su cui in tanti hanno già alzato gli scudi: “Non siano fioriere o panchine – ha detto pochi giorni fa il segretario Cgil Andrea Pasa – e nemmeno opere già attese e in programma da tempo” (come ad esempio l’Aurelia Bis o il raddoppio ferroviario). Dopo l’editoriale di Sandro Chiaramonti su questo argomento alcuni lettori hanno contattato il nostro giornale per formulare proposte. Uno in particolare, Pietro Danese, ha formulato un elenco puntuale di opere già proposte in passato ma mai passate allo stadio successivo: “Un raddoppio della ferrovia Savona/San Giuseppe non richiede opere faraoniche, solo la posa di un secondo binario ed un adeguamento infrastrutturale – spiega – Si potrebbe così creare una metropolitana ferroviaria sullo stile di quella Voltri/Nervi o Brignole/Busalla. Oppure un collegamento ferroviario con una linea tra il porto di Savona e quello di Vado con fermate intermedie. Si potrebbero realizzare parcheggi di interscambio ad esempio a Legino, utilizzando le aree del Parco Doria, oppure ad Altare, per i turisti che vengono al mare e non trovano posteggi sulla costa”.

C’è inoltre chi si aspettava maggiore “resistenza” da parte dei sindaci anche solo per cinismo: mostrarsi contrari per poi “lasciarsi convincere” nel tentativo di portare a casa un maggior numero di vantaggi. “Non si tratta di tattica, ma di esprimere una posizione fondata – ribatte Russo – Vogliamo maggiori informazioni perchè sono necessarie, rivendicando la necessità di investimenti per il nostro territorio come invochiamo da tempo”. E rivendicando, ancora una volta, l’esigenza di un dialogo: “Su questi temi, è necessario sviluppare una visione di sistema territoriale e un pieno coinvolgimento dei Comuni, che finora è mancato”.

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