Savona. La scelta di Savona/Vado come sede dal 2026 di un rigassificatore, la nave Golar Tundra oggi ormeggiata a Piombino, necessita senza dubbio di riflessioni più approfondite di quelle emerse dopo l’incontro in Regione con la delegazione savonese (da segnalare la posizione molto cauta di Marco Russo, sindaco di Savona).
Intanto, la sorpresa di molti dei nostri politici (forse non tutti) nell’apprendere della scelta di Savona/Vado sembra un’ingenuità fuori luogo, perché negli ultimi giorni tutto sembrava ormai chiaro.
Poi ci sono le frasi del tipo “Ce ne occuperemo a tempo debito”, “Vogliamo che il progetto ci sia illustrato come si deve”, “Chiederemo delle compensazioni” e via discorrendo.
Nulla di tutto questo. Dopo più o meno lunghe sceneggiate, esattamente nei tempi previsti, il rigassificatore arriverà e sarà sistemato a 4 km dalla costa, per fornire per vent’anni il 7 per cento del fabbisogno energetico italiano. Cioè tanta, tanta roba. Chi vuole approfondire l’argomento (la parte tecnica e le dichiarazioni dei nostri politici) può andare a rileggersi i servizi di IVG.it.
Poco da discutere anche sulle “compensazioni“: possiamo chiedere la luna, ci daranno probabilmente ciò che già è previsto sull’asse Roma-Genova. I genovesi, si sa, mangiano l’aragosta e sputano le chele dalle nostre parti. Attaccata alle chele ogni tanto lasciano un po’ di polpa, che azzaniamo a volte dopo aver persino ringraziato.
Chi non è d’accordo con questa nostra modesta teoria si faccia avanti: possono i “savonesi” che contano opporsi per davvero al progetto? Secondo noi no… e allora cerchiamo almeno di portare a casa in cambio ciò che ci serve senza ricadere nella “solita” dinamica di Genova matrigna.
Nessuno tra l’altro ha sollevato obiezioni sul fatto che la scelta spetti alla Snam (Società Nazionale Metanodotti, la cui maggioranza azionaria è pubblica, della Cassa Depositi e Prestiti), che dovrebbe avere una ovvia competenza tecnica, ma non politica.
Verità per verità, onestà per onestà, va riconosciuto che la collocazione di Savona/Vado è più che plausibile, forse la migliore, perché la nave sta quattro chilometri al largo, in una zona interdetta alla navigazione, utilizza le tubazioni ex Tirreno Power, è dotata delle più moderne tecnologie, comporta pochi rischi (ma non zero). Accettarla può anche essere una prova di maturità: non si può sempre dire “Mai nel mio giardino”.
A farci drizzare le orecchie sono altri segnali. A Genova la nave non l’avrebbero voluta comunque, Snam o non Snam, e deve finire dunque come la vicenda dei cassoni per la diga del capoluogo, che saranno costruiti a Vado.
Tra le tante voci contrarie vorremmo registrare quella di Michele Costantini, giornalista, esperto del settore, per anni vice comandante dei Vigili del fuoco: “Il rigassificatore dovrebbe essere sistemato in una zona che ha depositi chimici e petroliferi, vicino a un’area protetta, con intenso traffico marittimo commerciale e passeggeri. Siamo sicuri che sia il posto migliore? Già vent’anni fa venne adombrata un’opzione del genere, scartata da una giunta regionale di centro destra. E certamente, dal punto di vista etico, non si può barattare l’arrivo del rigassificatore con compensazioni in opere o denaro, come gli introiti del porto”.
La delegazione savonese in Regione era composta dai sindaci di Savona, Vado Ligure (la città che dal rigassificatore trarrà probabilmente i maggiori vantaggi), Quiliano, Carcare, Altare e Cairo Montenotte, perché le tubazioni del gas agganceranno la rete nazionale di distribuzione in Val Bormida, e dal presidente della Provincia Olivieri, forse il più attivo nel difendere il progetto. Manca Bergeggi, che geograficamente potrebbe sembrare esclusa dal progetto ma che non lo è, vivendo di turismo: un impianto del genere, comunque situato nel suo comprensorio, non sembra certo una buona promozione.
La partita, che sembra all’inizio ma come detto è già terminata, lascia dunque aperti molti interrogativi. Comunque la si pensi, andrebbe almeno evitato di prendere per i fondelli i cittadini delle nostre località: la possibilità di opporsi non esiste. Sforziamoci allora di portare avanti almeno l’unica battaglia possibile: le famose “compensazioni”, i soldi e i vantaggi, arrivino veramente qui e non a Genova.