Agg ore 13.35 Marco Secco Sanguineti è arrivato nella sede di Regione Liguria a Genova. Qui, insieme al suo socio Bruno Robello De Filippis e al consigliere comunale della Lega Roberto Tomatis, ha incontrato l’assessore al turismo Gianni Berrino.
“Ho ricevuto Sanguineti perché la sua è una protesta civile e silenziosa che mette in evidenza le incongruenze dell’art. 37 comma 1 del D.P.C.M. del 02/03/2021 che sanziona i clienti e gli esercenti delle attività commerciali perché stazionano al di fuori dei locali anche solo per attendere la merce ordinata” ha commentato l’assessore Berrino.
“La pandemia non si combatte con multe inique ma col buon senso”, ha concluso.
“L’assessore ha recepito la nostra protesta costruttiva, basata su cose concrete. Ci ha detto che si farà tramite presso la Camera dei deputati. E che appena aperti verrà ad Albenga da noi” aggiunge il socio di Marco Secco, Bruno Robello De Filippis.
Albenga. Nello zaino: borracce, barrette energetiche, camere d’aria di scorta, una GoPro per documentare il viaggio, diversi adesivi griffati “Taberna del Foro” e due lettere, da consegnare a Genova e a Roma. Quindi, la partenza in sella alla bici.
È iniziato questa mattina all’alba, come annunciato, da piazza delle Erbe, nel centro storico ingauno, il viaggio di protesta di Marco Secco Sanguineti, uno dei soci della Taberna del Foro di Albenga.
Prima si recherà a Genova, presso la Regione Liguria dove incontrerà, alle 13, l’assessore Gianni Berrino per consegnare una delle due missive, che sarà fornita anche al gruppo di Fratelli d’Italia presso la Camera dei deputati.
Una nuova iniziativa di protesta da parte del locale albenganese che, dopo aver subito una nuova sanzione in merito alle restrizioni Covid nelle scorse settimane, aveva anche annunciato la decisione di voler “migrare” nella vicina Alassio per fare impresa.
E oggi è partito il viaggio in direzione del capoluogo ligure e della Capitale, le cui motivazioni sono state spiegate dal titolare, Bruno Robello De Filippis: “Non si tratta di un atto di mero esibizionismo ma di un’azione volta a dimostrare che la fatica dei commercianti di Albenga, della Liguria, d’Italia tutta è pronta a mettersi in moto, ma non con questi presupposti legislativi e questi metodi, guidati, a nostro parere, non dal buon senso e da un rispetto normativo non corretto”.
“Chiediamo che il nostro sfogo, dovuto non solo ai dettami poco chiari del decreto ma anche alla sua applicazione ed interpretazione, sia spunto di riflessione costruttivo, magari con la definizione di una linea guida intelligente, sottolineando che senza l’aiuto dello Stato, anche nelle sue forme più capillari, sarà la fine totale” ha concluso.