Svolta

Tirreno Power, Verdi savonesi: “Stop combustibili fossili, ok a fonti rinnovabili”

"L'idrogeno sarà capace di rivoluzionare l'intero sistema energetico"

tirreno power nuova

Vado Ligure. “Se si vuol fare una politica seria e coerente con gli impegni internazionali, Accordi di Parigi, che verrebbero violati con il raddoppio della centrale a gas di Vado Ligure, per bloccare il ‘riscaldamento globale’, non vi è altra scelta che dirottare i finanziamenti destinati ai combustibili fossili (che tutti noi paghiamo con le bollette della luce) verso fonti rinnovabili di energia pulita. La società Tirreno Power (con i suoi diversi impianti in Italia) si attivi per la produzione di idrogeno e delle ‘celle a combustibile’, garantendo lavoro sicuro per tante nuove maestranze dirottando così i finanziamenti destinati ai combustibili fossili (che tutti noi paghiamo con le bollette della luce) verso fonti rinnovabili di energia pulita”. Questa la proposta dei Verdi di Savona.

“Il principio delle ‘celle a combustibile” scoperto nel lontano 1839 dal fisico William Grove e gli ultimi sviluppi tecnologici hanno seguito i recenti viaggi spaziali. Con l’elettricità si scindono le molecole d’acqua (disponibile in quantità illimitata) separando l’ossigeno dall’idrogeno che viene stoccato e trasferito dove serve. Nelle “celle a combustibile” si procede con il processo inverso, facendo ricombinare l’idrogeno con l’ossigeno dell’aria. Da questa reazione si genera un flusso di corrente elettrica utilizzabile dove si vuole, per motori elettrici o altre necessità: una ‘combustione pulita’ perchè l’unico residuo è l’acqua”, spiega Gabriello Castellazzi, portavoce dei Verdi della provincia di Savona.

“Nelle ‘centrali a carbone’ le emissioni di polveri fini sono superiori a quelle provenienti dalle “centrali a gas” e le quantità di residui solidi da portare in discarica sono enormi. Le diverse sostanze tossiche inquinano aria e acqua e l’avvelenamento dei terreni circostanti dura secoli. Per questo la ‘centrale a carbone’ di Vado Ligure è stata giustamente chiusa dopo una impegnativa lotta e tante sofferenze di chi ha subito malattie“, prosegue Castellazzi.

“Certamente le ‘centrali termoelettriche’ a gas naturale sono meno inquinanti ma risultano comunque pericolose per l’immissione in atmosfera di sostanze simili: polveri PM10 – PM2.5, gas serra (CO2), ossidi di azoto, biossido di zolfo, formaldeide, monossido di carbonio e altri composti organici velenosi”, continua.

“La letteratura scientifica segnala come nella composizione chimica dei fumi di una ‘centrale a gas’ siano anche presenti metalli pesanti: cromo, cadmio, piombo, mercurio, zinco, bario ed una gran quantità di vapore d’acqua che, essendo inquinata, innesca quei processi chimici che danno origine alle piogge acide”.

“Per le centrali a gas bisogna inoltre tener conto delle inevitabili immissioni in atmosfera del metano: un gas capace di alimentare l’effetto serra (20 volte più della CO2). Le perdite si verificano già nelle zone di estrazione e continuano con i sistemi di trasporto, fino alle linee di alimentazione delle turbine. Il controllo di tutte queste fonti inquinanti è complesso ed una percentuale significativa di veleni è comunque ineliminabile”.

“Anche Ferruccio Sansa, giustamente, si dichiara ‘contrario al maxi impianto a turbogas’, auspicando soluzioni alternative capaci di garantire posti di lavoro ad inquinamento zero. Secondo i Verdi bisogna valutare bene, in modo oggettivo, la situazione puntando sulle nuove tecnologie che si stanno affermando nel mondo”.

“La quantità di energia elettrica richiesta oggi in Italia è di 26 miliardi di kwh, ma le fonti alternative ne soddisfano solo io 36%. La notizia importante per noi è che le centrali attualmente in funzione nel nostro Paese potrebbero già produrre il doppio dell’energia elettrica necessaria. Allora perché si vogliono ancora potenziare gli impianti esistenti? Sappiamo bene che il problema riguarda il mercato, ossia la concorrenza tra le aziende che producono energia elettrica in Francia, Spagna e Germania”.

“L’idrogeno è il portatore di energia che cambierà molti settori della nostra vita futura e sarà capace di rivoluzionare l’intero sistema energetico (elettricità, calore e combustibile per i trasporti). Già oggi si producono considerevoli quantità di idrogeno, ma la maggior parte è ottenuta utilizzando i combustibili fossili e questo porta ad un bilancio negativo per gli equilibri ambientali. In alternativa c’è il sistema di produzione di idrogeno ‘verde’ derivato da fonti rinnovabili di energia pulita (sole, vento, energia geotermica, movimento delle onde, ecc.). Nuovi impianti si stanno perfezionando in tanti paesi”.

“Nel recente congresso dell’World Energy Council si è dimostrata la possibilità di portare verso la decarbonizzazione tanti settori dell’economia, in un sistema ad elevato tasso di innovazione tecnologica ed è in corso una gara decisiva per produrre ‘celle’ sempre più efficienti ed economiche da utilizzare per una rete di trasporti non inquinanti per città finalmente abitabili. Questa è la ‘green economy’ della quale tanto si discute e a Vado Ligure si può fare un passo importante nella giusta direzione”, conclude.

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