"difendiamo il nostro mare"

Rigassificatore, Savona pronta per la protesta in spiaggia: catena umana fino a Spotorno contro “il mostro del gas”

La manifestazione prenderà il via domani (10 settembre) alle 15:00 e durerà 21 minuti, una trentina gli stabilimenti balneari coinvolti: ecco le regole

Generico settembre 2023

Savona. Dalla piazza alla spiaggia, cambia location ma non l’obiettivo la protesta dei savonesi contro il rigassificatore. Domani pomeriggio (domenica 10 settembre), alle ore 15:00, infatti una catena umana unirà il litorale da Savona a Spotorno per fermare “il mostro del gas” con lo slogan “Difendiamo il nostro mare”. 

Saranno circa una trentina gli stabilimenti balneari coinvolti, la manifestazione durerà 21 minuti, come i rintocchi della campana di Piazza Mameli. L’inizio e la fine saranno segnalati da tre suoni.

L’obiettivo – spiegano dal costituendo comitato provinciale “No al rigassificatore” – “è sensibilizzare la cittadinanza al progetto della Golar Tundra nella rada antistante Vado e Savona ed ai suoi rischi potenziali e possibili ricadute su ecosistema, salute e turismo. L’ambiente è un bene comune, che non abbiamo preso in eredità dai nostri genitori, ma in prestito dai nostri figli. E’ interesse di tutti proteggerlo e difenderlo”.

“Si tratta di una manifestazione pacifica ed apartitica aperta a tutti i cittadini al fine di preservare la bellezza naturale del nostro territorio e del nostro mare” spiegano gli organizzatori che hanno diffuso le regole da rispettare durante la protesta: “Non sono consentiti frasi ingiuriose o comportamenti violenti. Deve essere osservato il massimo rispetto per i bagnanti non interessati”, dicono. Divieto anche per “bandiere o canti inneggianti a gruppi o partiti politici, così come scritte offensive su striscioni o magliette dei partecipanti alla catena”. Inoltre “non devono essere occupati dalla catena e dai manifestanti spazi pubblici, strade o piazze che possano creare impedimento al passaggio di persone o mezzi”.

“Rispettiamo la nostra costa e il nostro mare. Dove ci siamo posizionati, lasciamo pulito come era prima di arrivare o ancora meglio di com’era. Siamo di esempio”, concludono gli organizzatori.

Il progetto prevede che la nave rigassificatrice Golar Tundra sarà spostata dal porto di Piombino (dove si trova ora) al largo della costa savonese (2,8 chilometri dal capoluogo e 4 km da Vado Ligure). La nave ha una capacità di stoccaggio pari a circa 170.000 metri cubi (fino a 5 miliardi di metri cubi all’anno) e ha dimensioni pari a circa 292,5 metri di lunghezza e 43,4 metri di larghezza. Sarà un impianto a ciclo aperto, quindi sfrutterà l’acqua marina (addizionata di ipoclorito di sodio) per riscaldare il Gnl e portarlo allo stato gassoso.

Come detto, l’iniziativa di domani non è la prima organizzata contro l’impianto. Lo scorso 23 agosto circa 300 persone sono scese in piazza a Vado Ligure per opporsi al posizionamento della nave nelle acque savonesi. A Savona, invece, nelle scorse settimane sono stati organizzati due incontri per approfondire con i cittadini i dettagli del progetto, centinaia i partecipanti.

A schierarsi contro il rigassificatore anche l’istituto comprensivo di Quiliano dove il collegio docenti ha approvato all’unanimità una delibera in cui spiega le motivazioni. Regione Liguria ha replicato duramente e dichiarato che chiederà l’intervento del ministro.

Oltre al posizionamento in mare della nave, sarà necessario costruire il tratto di condotta sottomarina per il trasporto del gas che avrà una lunghezza di 4,2 chilometri, 30 km di gasdotto a terra e alcuni impianti di regolazione della pressione del gas. Uno di questi sarà nella zona agricola di Valleggia, in località Gagliardi. Appoggiato dai residenti, il sindaco di Quiliano Nicola Isetta ha espresso la sua contrarietà e ha chiesto all’incontro con i tecnici di Snam in Regione di cambiare il progetto. Come riferito dalla Cgil di Savona, “saranno fino a 650 i proprietari di terreni espropriati per la costruzione dell’impianto a terra”.

L’impianto attraverserà anche la Valbormida, passando per Altare, Carcare e Cairo Montenotte dove si collegherà alla rete nazionale. L’opposizione cairese ha chiesto al sindaco Lambertini di organizzare un incontro pubblico per illustrare il progetto ai cittadini, così come avvenuto a Savona e Quiliano. Il primo cittadino, però, non ha accettato, sottolineando che incontrerà solo i proprietari dei terreni interessati. Di un’altra idea invece il sindaco di Carcare Rodolfo Mirri, che per lunedì 11 settembre, ha organizzato al centro polifunzionale un’assemblea aperta alla cittadinanza, alla quale parteciperanno anche biologi e tecnici.

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