Favorevoli e contrari

Ospedale di Cairo, Speranza d’accordo con Prioli. Contrario il comitato: “Nessun campanilismo, solo necessità”

"Vogliamo un pronto soccorso", ma il vicesindaco ribatte: "Ora è impensabile, servirebbero anche tutti i reparti a supporto"

Ospedale Cairo

Cairo Montenotte. L’accusa di campanilismo, rivolta a tutta la provincia, e la volontà di trasformare il San Giuseppe in un ospedale di comunità, dove vengono trattate diverse patologie escluse quelle più gravi, ovvero quelle che necessitano di specialità. È questo il punto fatto dal direttore generale dell’Asl2, Marco Damonte Prioli, che, in un’intervista rilasciata in esclusiva a Ivg, ha parlato dei progetti e degli investimenti futuri sulla sanità savonese. E non sono mancate le risposte sia di sostegno che di disapprovazione.

Le intenzioni delle regione erano già state presentate dal presidente Giovanni Toti circa un mese fa, quando in un incontro con sindaci valbormidesi, consiglieri regionali, provincia e azienda sanitaria, il governatore aveva dichiarato non solo di voler revocare la gara per l’affidamento ai privati della gestione dell’ospedale di Cairo (e di Albenga), ma anche di finanziare la sua “ricostruzione” con il Pnrr. Tra gli obiettivi, quello di creare “una piastra ambulatoriale complessa, una parte di diagnostica, occuparsi delle visite specialistiche, della chirurgia di bassa complessità, con un ruolo di coordinamento della continuità assistenziale e della medicina territoriale”.

Un piano, quello per il nosocomio cairese, confermato da Prioli, ma che non convince il Comitato Sanitario locale. “Tante parole, ma nessuna certezza e vera spiegazione, non si riesce a capire quali siano veramente le intenzioni sull’ospedale di Cairo. E questo ci fa dubitare sulla buona fede e sulla volontà di fare davvero qualcosa di utile. Da mesi stiamo aspettando risposte alle nostre richieste, ma non sono mai arrivate. Ci continuano a dire solo che manca il personale”, commenta Giuliano Fasolato, presidente del Comitato.

E all’accusa di guardare solo i propri interessi locali, Fasolato risponde: “La nostre richieste non sono frutto del campanilismo, ma della necessità di una zona che ha dei problemi di viabilità per raggiungere le strutture delle costa. Ogni giorni sentiamo le lamentele di settori economici e turistici sulla situazione delle strade e autostrade liguri, una battaglia giusta, ma ricordiamoci che il caos della viabilità non va ad inficiare solo sul lavoro, ma anche sulla sanità”.

E se da una parte Fasolato è d’accordo con Prioli riguardo alle cosiddette “patologie tempo-dipendenti”, intende però rimarcare che la necessità di un pronto soccorso è dovuta anche alla presenza massiccia di industrie sul territorio: “In Valbormida lavorano 1600 operai. Abbiamo bisogno di un pronto soccorso per le urgenze. E se ci dicono che per gli infarti e gli ictus è meglio andare in strutture specializzate, siamo d’accordo, lo abbiamo sempre detto, ma esistono anche migliaia di altri possibili problemi che possono verificarsi”.

Sul progetto, invece, è d’accordo il vicesindaco e assessore alla Sanità del Comune di Cairo, Roberto Speranza. “Sappiamo di non poter avere un ospedale come quello d 15 anni fa – ammette – l’unica soluzione ora è riuscire ad avere una struttura che riesca a rispondere alle esigenze del territorio, ovvero un Punto di primo intervento aperto h24 che si occupi di codici medio-bassi”.

“Sarebbe da incoscienti chiedere cose impossibili, è più sensato cercare di ottenere risultati che posso essere realizzabili. Il nostro obiettivo è che l’ospedale di Cairo sia una struttura funzionante e utile. Al momento e con le risorse a disposizione, chiedere un pronto soccorso non è pensabile, perché dietro devono esserci anche dei reparti che lo supportino”, conclude Speranza.

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