Genova. “I miei avvocati mi hanno consigliato di patteggiare perché lo hanno fatto Toti e Signorini. Io però non volevo, assolutamente. Ma se un medico dice che devi prendere la Tachipirina alla fine la prendi”. Lo ha detto l’imprenditore Aldo Spinelli, intervistato da La Repubblica e da il Secolo XIX dopo il patteggiamento. “Il patteggiamento di Toti? Mi ha lasciato spiazzato, io non me lo aspettavo” dice.
Sui bonifici all’ex presidente della Liguria Giovanni Toti, Spinelli spiega: “C’erano campagne politiche sue, campagne politiche del sindaco di Genova, campagne politiche a Savona, e il suo è un partitino aveva sempre bisogno, però all’ultima cena elettorale eravamo in 600 e io sono quello che gli ha dato meno di tutti”.
E poi, riferito alle intercettazioni in cui dice a Toti ‘stai calmo’, chiarisce: “Gli dicevo così proprio perché per lui in ogni momento arrivava una elezione. Ma non c’era niente di particolare, ci conoscevamo e basta, in nove anni siamo diventati amici. Pensi che dovevo essere io il candidato del centrodestra nove anni fa, ho detto no, poi è venuto fuori Toti. E allora io ho dato i soldi sia a lui che alla Paita (nel 2015 candidata per il centrosinistra, ndr). Tutto registrato”.
Spinelli ha concordato una pena a tre anni e due mesi e la confisca di 470mila euro: “Quei soldi alla fine li vorrei indietro, non mi fa piacere che me li abbiano presi – spiega – Mi hanno restituito solo due fucili da caccia che erano di mio suocero: pagherò pure la multa per questo, ma vorrei che una cosa fosse chiara”. E cioè che “è stato fatto tutto alla luce del sole, tutto regolare, tutto lecito e comunque non finisce qui: farò ancora sentire le mie ragioni”.
Sull’amicizia con l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini replica: “Mi è stato tanto vicino nei momenti di difficoltà. Ero solo, avevo da poco perso mia moglie, erano scomparsi anche i miei amici del cuore. Lui mi ha aiutato, ma forse questa amicizia sincera è stata troppo intensa“.