No al ripetitore, protesta a Verzi: raccolta firme di cittadini e agricoltori

ripetitore verzi

Finale. Continuano le proteste dei cittadini di Verzi, frazione di Finale Ligure. Sono state raggiunte le 60 firme, nella petizione inviata al sindaco Ugo Frascherelli, per impedire la costruzione di un’antenna-ripetitore per la telefonia mobile proprio in prossimità del loro abitato.

“Da qualche tempo a molti agricoltori di quel tratto di vallata venivano offerte cifre molto allettanti, ma fino ad oggi tutti avevano rifiutato di prendere quei soldi, rinunciare alla loro terra e consentire un evidente danno ambientale – sottolinea il portavoce provinciale dei Verdi -. Nelle settimane scorse, l’assessore all’Urbanistica Marinella Orso aveva informato la Commissione consiliare sullo stato di avanzamento della pratica edilizia: un privato aveva dato l’area e la società telefonica Wind aveva avviato la procedura per ottenere la concessione edilizia”.

“Il sito, indicato per la sistemazione del fabbricato e del traliccio di oltre 12 metri , non è attualmente incluso nel Piano Comunale dei Ripetitori e la pratica deve quindi essere perfezionata con un approvazione definitiva da parte del Consiglio comunale”.

“L’antenna dovrebbe sorgere in un uliveto, concesso in affitto da un privato, proprio nelle vicinanze del nucleo storico di Verzi, in un’area con singolari caratteristiche morfologiche, naturalistiche, storico-insediative degne della massima salvaguardia e sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale ai sensi dell’art. 142 del Decreto 42/04 e per effetto del D.M. N°2710 del 24/4/1985 che difende in modo specifico “Altopiano delle Manie ed entroterra finalese”, in forza del D.M.N°9766 del 20/12/1963”.

“Ci si trova non solo in prossimità di un Borgo di interesse storico, ma anche dei Ponti Romani di Val Ponci e della famosissima “Grotta delle Fate”, dove sono stati rinvenuti preziose tracce dell’Uomo di Neanderthal. I cittadini finalesi ora si chiedono: che si prenderà la responsabilità, in Consiglio Comunale, di superare e rendere nulli tutti questi vincoli? Perché non viene individuata un’area più idonea?” conclude Castellazzi.

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