Chiarimenti

Pini sul lungomare Matteotti a Borghetto, il sindaco: “Ecco perchè verranno abbattuti, non dipende dalla giunta”

Dopo le polemiche, le spiegazioni del sindaco: "L'abbattimento di questi quattro bellissimi alberi è inevitabile"

Generico gennaio 2024

Borghetto Santo Spirito. “In questi giorni sono circolate molte voci, per lo più infondate, riguardo ai quattro bellissimi pini marittimi che si trovano nella zona di lungomare Matteotti attualmente interessata dai lavori di riqualificazione. Ho letto di possibili impugnazioni, raccolta firme ecc., tutte azioni assolutamente legittime ma ispirate da ricostruzioni parziali dei fatti con informazioni attinte non si sa bene dove e quando visto che non mi risulta sia venuto nessuno in Comune a chiedere chiarimenti che, per evitare ulteriori strumentalizzazioni, ritengo a questo punto opportuno fornire io anche se non richiesti”. Lo ha detto il sindaco di Borghetto Santo Spirito.

“L’unico atto in cui la parte politica, sindaco e assessori, ha espresso il proprio indirizzo è la delibera di Giunta in cui si è approvato il progetto di riqualificazione nel quale non è previsto l’abbattimento dei pini – prosegue -. Quindi non vi è mai stata la volontà di abbattere gli alberi, anzi, nella nostra idea sarebbero stati parte integrante della riqualificazione come testimonia anche il rendering che da almeno un anno è esposto di fronte ai Bagni Royal. Successivamente, come la buona diligenza prevede nel caso di alberature di quell’età e di quella dimensione, si è dato incarico ad un professionista agronomo di valutare la salute degli alberi. Il responso non è stato quello sperato, gli alberi allo stato attuale, quindi senza che si sia ancora proceduto a scarificare la strada rimuovendo l’apparato radicale già emerso dal manto stradale, sono stati classificati ad un livello di pericolosità elevato. Ma quello sulla salute degli alberi non è stato l’unico approfondimento svolto”.

Generico gennaio 2024

“La perizia agrotecnica – continua Canepa – richiamava tra le varie cause di indebolimento della pianta le obbligatorie potature eseguite per evitare danni alle linee elettriche ferroviarie. Verificando la distanza effettiva degli alberi dal tracciato ferroviario è emerso il mancato rispetto dell’art. 52 del D.P.R. n. 753/80 ‘Norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell’esercizio delle ferrovie‘ soprattutto nella parte in cui afferma: ‘Lungo i tracciati delle ferrovie è vietato far crescere piante o siepi ed erigere muriccioli di cinta, steccati o recinzioni in genere ad una distanza minore di metri sei dalla più vicina rotaia, da misurarsi in proiezione orizzontale‘ e nel successivo ‘Gli alberi per i quali è previsto il raggiungimento di un’altezza massima superiore a metri quattro non potranno essere piantati ad una distanza dalla più vicina rotaia minore della misura dell’altezza massima raggiungibile aumentata di metri due‘”.

“Ma non è tutto. Nel corso dei lavori è emerso un elemento ancora più sconcertante e che non poteva essere facilmente rilevato neppure dall’agronomo durante l’indagine. I quattro pini sono preesistenti rispetto alle due aiuole rialzate che li ospitano. Questo significa che la base degli alberi è all’altezza della strada e che il primo metro dei tronchi è affogato da anni nella terra dell’aiuola. Questo è un ulteriore elemento di grande criticità che influisce in maniera determinante sulla solidità dei pini generando un inevitabile aggravamento del grado di pericolosità. Tant’è che le piante, in origine, erano cinque e una risulta già abbattuta anni fa proprio per l’indebolimento della base”.

Tutto questo per dire che l’inevitabile abbattimento dei pini non avverrà certo per scelta ma a malincuore per evidente necessità di rimuovere in primis una situazione di potenziale pericolo per la pubblica incolumità e anche perché imposto dalla normativa esistente a tutela del pubblico servizio ferroviario. Mi rendo conto che, piuttosto che approfondire le situazioni e informarsi, sia sempre più facile e più comodo voler trovare un colpevole a tutti costi a cui imputare improbabili volontà di distruggere il verde pubblico quasi fosse un capriccio e in questo caso chi meglio del sindaco o della Giunta comunale. Sicuramente, in allora, chi decise di piantare le piante giuste nel posto sbagliato lo fece con grande superficialità, così come chi, successivamente, le annegò per oltre un metro nella terra a partire dalla base”.

“Il risultato di queste azioni poco responsabili del passato alle quali dal 1980 si somma un sopravvenuto obbligo di legge, fa si che il doloroso abbattimento di questi quattro bellissimi alberi sia purtroppo inevitabile e non dipendente dalla discrezionalità dell’amministrazione comunale”, ha concluso.

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