Riunione

Valbormida, Corti incontra i sindaci: “Ppi h24? Speriamo di riuscire a mantenerlo 12 ore”

Intanto verranno incrementati alcuni servizi: previsto un infermiere in più per il distretto, aumentati i posti letto in riabilitazione e si è al lavoro per l'attivazione del progetto India

Cairo Montenotte. Nessuna bacchetta magica o promesse irrealizzabili, piuttosto chiarezza, consapevolezza delle criticità attuali e voglia di poter realizzare il prima possibile alcune iniziative per migliorare l’offerta sanitaria. Si è presentato così ai sindaci della Valbormida, riunitisi oggi pomeriggio, Luca Corti, nuovo direttore del distretto sanitario delle Bormide, oltre che direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza P.O. Ponente e presidente dell’ordine dei medici di Savona.

Nella sala consigliare del Comune di Cairo, erano presenti quasi tutti i Comuni (mancavano all’appello solo Murialdo, Plodio, Roccavignale, Massimino e Bardineto). Una riunione durata tre ore, nella quale prima si è parlato dei progetti che verranno realizzati attraverso i fondi del Pnrr a livello sociale, e poi si è lasciato la parola a Corti.

Diversi gli argomenti trattati: dall’ospedale, alla medicina territoriale, ai nuovi progetti che partiranno nei prossimi giorni e andranno ad implementare l’offerta sanitaria del territorio. Come detto nessuna promessa, ma una fotografia “lucida e consapevole” delle difficoltà che vive il comparto in Liguria e a livello nazionale.

Punto di Primo Intervento: 12 o 24 ore?

I sindaci hanno chiesto risposte riguardo al Punto di Primo Intervento, la richiesta è quella di renderlo operativo h24 (non solo 12 ore al giorno come avviene ora), “per evitare che i valbormidesi debbano andare a Savona anche per codici non gravi e attendere ore, oltre che impegnare le ambulanze, spesso di notte costrette a ritornare al San Paolo per le dimissioni dei pazienti – hanno spiegato i primi cittadini a Corti – Già ce ne sono poche, a causa della carenza di volontari, bisognerebbe sedersi ad un tavolo e cercare delle soluzioni pratiche”.

Distretto socio sanitario bormide con Luca Corti

Il sindaco di Cairo e presidente del distretto Paolo Lambertini evidenzia anche un altro aspetto: “Qui abbiamo tante aziende con turni anche notturni, è vero che non abbiamo flussi turistici, ma abbiamo un flusso di lavoratori che vengono a lavorare da noi da fuori, è necessario avere un servizio h24″.

Distretto socio sanitario bormide con Luca Corti

La risposta a questa richiesta sono le case di comunità, previste dal dm 70 – replica il medico – Ritengo siano un’occasione importante che potrebbe aiutarci in molte situazioni, visto che sarebbero distribuite sul territorio e aperte h24. È vero però – ammette – che ancora, a livello nazionale, non è stata stipulata alcuna convenzione con i medici di famiglia, che dovrebbero occuparsi del servizio. Speriamo succeda presto e che si riesca a trovare un accordo, considerando che ora gli mmg e i sindacati non sembrano andare nella stessa direzione del governo”.

E sul Ppi sottolinea: “Non è Asl a decidere, ma è una prerogativa delle Regione, vedremo cosa dirà il nuovo piano socio sanitario. Per ora è attivo 12 ore, speriamo di riuscire a mantenerlo: ad occuparsene sono due medici insieme a quelli del 118 che al momento stanno girando come trottole per coprire tutti i turni”.

Altro “enorme” problema, infatti, è la carenza di medici, lo ribadisce più volte Corti: “La colpa non va imputata alla Regione, ma al ministero. L’ordine dei medici più di 10 anni fa aveva avvertito che ci saremmo trovati in questa situazione e il Covid non ha fatto altro che accelerare e acuire il problema. Molti medici sono fuggiti dagli ospedali: chi poteva è andato in pensione, altri hanno preferito la medicina territoriale e altri ancora il privato. La situazione è drammatica, un rischio annunciato e secondo me anche un po’ voluto.  Ancora per i prossimi 5 anni gli ospedali saranno in forte difficoltà”.

Corti: “No al pronto soccorso a Cairo, i pazienti gravi devono essere portati nell’ospedale più adatto, non nel più vicino”

Riguardo al sistema delle emergenze in Valbormida, dove manca un pronto soccorso, Corti dichiara: “Bisogna sganciarsi dai ricordi di come era l’assistenza tanti anni fa, ora gli ospedali hanno una tecnologa elevatissima rispetto ad una volta, quindi non ha più senso che ogni comune abbia un suo ospedale, bensì ha senso concentrare tutto nelle strutture più attrezzate. Anche se ci fosse qui un pronto soccorso, alcuni pazienti non potrebbero comunque essere trattati perché mancano dei reparti dedicati, succedeva anche anni fa quando io lavoravo nel ps di Cairo –  ricorda – è quindi fondamentale che i pazienti, in base al tipo di emergenza, vadano non nell’ospedale più vicino, ma in quello adatto per quel caso”.

Al momento, secondo Corti, la soluzione è “spiegare ai cittadini come comportarsi in caso di emergenza. Con i sindaci mi sono reso disponibile ad organizzare degli incontri nei vari comuni per parlare con la popolazione e spiegare bene come chiedere soccorso”.

Un infermiere in più, aumento dei posti letto in Riabilitazione e progetto India: ecco le novità

“Stiamo cercando di incrementare i servizi e portarli più vicino ai cittadini, per quanto ci sarà possibile fare”, spiega Corti. Diverse le iniziative in programma, a partire dall’ampliamento dei posti letto nel reparto di riabilitazione da 10 a 20: “È appena partito ed è stato ristrutturato con nuove attrezzature all’avanguardia, nei prossimi giorni si inizierà ad incrementare il numero di pazienti degenti”.

Ci sarà anche un infermiere in più nel distretto: “Un’ottima cosa, almeno riusciremo a dare un servizio infermieristico nelle zone scoperte dal punto di vista medico, l’infermiere ad esempio si può occupare delle medicazioni, del controllo della terapia, delle iniezioni ecc. Anche l’attività infermieristica quindi verrà incrementata, verranno aperti anche ambulatori infermieristici e si cercherà di attivare e di rendere più fruibile l’esperienza della telemedicina che può agevolare soprattutto chi vive in zone disagiate”.

Sempre in ambito infermieristico, l’obiettivo è quello di dare il via al cosiddetto progetto “India”. “Stiamo attendendo una risposta dalla Regione, sarebbe un’ottima occasione in quanto permetterebbe di avere un mezzo di emergenza avanzata in più sul territorio. Se sarà attivato, si partirà dalla Valbormida”, assicura Corti.

Ma non solo, l’Asl2 è al lavoro anche per migliorare la distribuzione dei farmaci. “La farmacia ospedaliera ha difficoltà a distribuirli in Valbormida – spiega Corti – così ci siamo presi l’impegno di trovare una soluzione a livello locale. È assurdo che le persone debbano andare fino a Savona per ritirare le medicine, in Valbormida si tratta di 86 pazienti, quasi tutti anziani o comunque con malattie importanti”.

Sempre parlando di ospedale, nella parte diagnostica sarà mantenuta l’offerta attuale, mentre per le sale operatorie si è a lavoro per cercare di utilizzarle: “Non sarà semplice, considerando che servono gli anestesisti e non possiamo toglierli a Savona o a Pietra, altrimenti vorrebbe dire interrompere lì delle attività”, ammette il direttore.

Per quanto riguarda i dati, Corti sottolinea: “Negli ultimi mesi il laboratorio di analisi ha lavorato di più, i reparti di reumatologia e oculistica hanno triplicato le prestazioni, mentre sono rimaste stabili quelle della radiologia”.

 

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