Savona. Uno sciopero simbolico, soltanto un’ora (“abbiamo bisogno di lavorare”) ma significativa. Perché sintomo di un malessere che continua a crescere tra i rider di Deliveroo, che giorno dopo giorno vedono il sogno di uno “stipendio” diventare sempre più un miraggio. E perché lo sciopero non è nato in modo “organizzato” ma spontaneamente, mentre i ragazzi aspettavano di ritirare le consegne.
E’ successo questa sera a Savona, nel piazzale delle Officine. Ad accendere la protesta un gruppetto di rider che si trovava sul posto per ritirare alcuni ordini da McDonald’s. Tra una parola e l’altra, è emersa una preoccupazione comune: “Lavorare sta diventando impossibile”. E così il gruppo ha iniziato a fermare i “colleghi”, man mano che arrivavano sul posto per ritirare ordini: e in un’ora di stop sono circa 20 i ragazzi che hanno deciso di incrociare le braccia.
“Tutti quelli che sono arrivati qui e che abbiamo fermato, tutti indistintamente, hanno deciso di aderire” raccontano i ragazzi. Un dettaglio significativo, e che rispecchia un disagio diffuso tra i rider: non più tardi di 4 mesi fa decine di loro erano scesi in piazza a Genova (anche in quel caso in modo spontaneo e non organizzato) per chiedere una paga dignitosa. “All’inizio non eravamo molti, e guadagnavamo per ogni consegna una cifra che oscillava tra i 5 e i 5,70 euro. Così riuscivamo a fine mese a incamerare uno stipendio vero e proprio. Ma ora il numero di rider è in costante aumento, e Deliveroo ha deciso di ridurre le tariffe: adesso per ogni consegna guadagniamo dai 3,50 ai 4 euro”.
Oggi ai ragazzi del nucleo iniziale (a giugno 2019 furono in 4 a tentare l’avventura) si sono unite persone di tutte le età, anche pensionati: Deliveroo non pone un “tetto” al numero massimo di fattorini, che ormai sono quasi 60. E così, nonostante il costante aumento del numero di esercizi commerciali aderenti (al lancio c’era solo McDonald’s, dopo soli 3 mesi erano già 18 i ristoranti iscritti), chi lavora molto fa dalle 5 alle 12 consegne in un giorno, quando agli inizi si riuscivano facilmente a superare le 15 consegne. “Significa dai 30 ai 50 euro al giorno, quando va bene” spiegano i ragazzi. Che tradotto su quattro settimane, significa oscillare tra i 500 e i 1000 euro al mese.
E se per un pensionato possono essere un bel modo di arrotondare passando il tempo, per un giovane è impossibile pensare di “campare” così. “Siamo preoccupati”, dicono. Al punto tale da decidere sul momento di fermare tutti gli altri rider, o almeno quelli che materialmente si sono recati a ritirare ordini dal fast food nel corso dell’ora di protesta. Poi, dopo un confronto e due fotografie, hanno riaperto l’app sul cellulare e sono tornati in sella. Perché il mondo dei rider non si può fermare: i clienti ordinano, e se non consegni tu lo farà qualcun altro.