Niente da fare

Regionali 2020, Distilo perde anche al Tar: il seggio resta a Stefano Mai

Soddisfatto Mai: "Chi mi conosce bene sa che non ne avrei fatto un dramma in caso di perdita del seggio"

diego distilo

Regione. E’ stato discusso ieri il 16 dicembre il ricorso presentato da Diego Distilo, candidato di Fratelli d’Italia alle ultime elezioni regionali al Tribunale amministrativo della Liguria.

Il Tar non ha accolto il ricorso di Diego Distilo avanzato dagli avvocati Mauro Vallerga e Filippo Scorcucchi dello studio legale Vallerga & Partners di Genova. Particolarmente soddisfatto il leghista Stefano Mai, ex assessore all’agricoltura nella passata amministrazione che resta al suo posto.

La comunicazione è giunta in questi minuti al diretto interessato.Delusione per il presidente del consiglio comunale ingauno Distilo che evidentemente aveva presentato un ricorso pensando ci fossero le condizioni per vincerlo. Non sono ancora note le motivazioni del Tar.

Prevedibilmente soddisfatto il consigliere regionale Stefano Mai, che commenta così la pronuncia del tribunale: “Direi che sono soddisfatto per l’esito della sentenza. In queste settimane ma soprattutto negli ultimi giorni ho ricevuto moltissimi attestati di stima e di vicinanza. Quello mi ha fatto piacere ancor più rispetto ad una vittoria elettorale, se possibile. Onestamente, con tutti i problemi che viviamo in questo momento, mi sembra davvero troppo egoistico pensare a questa vittoria”.

“Chi mi conosce bene sa che non ne avrei fatto un dramma in caso di perdita del seggio e avrei comunque continuato a lavorare per la mia terra, per la mia gente. certo in caso di sconfitta mi sarebbe dispiaciuto personalmente ma anche per i tanti tanti amici che mi hanno aiutato in questa difficile campagna elettorale. Ad ogni modo questa vittoria mi dà uno sprone e ancora più stimoli per lavorare per una Liguria sempre più forte, e per i liguri che stanno affrontando con grande impegno un momento davvero difficile” ha concluso Mai.

Di seguito le motivazioni del Tar: “Come confermano il disegno di legge e la relazione illustrativa, infatti, l’iniziativa legislativa mirava unicamente all’introduzione di misure a garanzia della parità di accesso alle cariche elettive tra donne e uomini, attraverso la limitazione della percentuale di candidati dello stesso sesso nelle liste e la previsione della doppia preferenza di genere. L’approvazione di un emendamento presentato direttamente in Consiglio regionale ha dato luogo, quindi, a puntuali modifiche dei meccanismi elettorali, ma sempre ‘mantenendo intatta la struttura e lo scheletro della legge. In ogni caso, la tesi di parte ricorrente è smentita dal tenore letterale della nuova legge regionale”.

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