Il racconto delle carte

Corruzione in Liguria, i “no” e i “sì” di Canavese alle richieste di Spinelli “per difendere Savona”

Le accuse dell'imprenditore genovese a Canavese, contrario alla pratica delle rinfuse: "Lavori per Gavio, lavori per Savona e rompi i coglioni allo sviluppo di Genova?". Poi il cambio di posizione e il voto a favore con l'operazione del Carbonile Levante

Spinelli Canavese

Liguria. Parla anche molto savonese la maxi inchiesta che ha portato – fra gli altri – il governatore Giovanni Toti agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Uno degli atti al vaglio della magistratura riguarda la pratica per il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova Srl controllata al 55% dalla Spinelli Srl. 

Una pratica fortemente voluta dall’imprenditore Aldo Spinelli, oggi agli arresti domiciliari, e osteggiata sino all’ultimo da Rino Canavese, ex presidente dell’Autorità Portuale di Savona e oggi membro e referente per Savona del comitato portuale. Dalle intercettazioni disposte nell’ambito dell’inchiesta emerge con chiarezza la posizione contraria di Canavese rispetto all’operazione portata avanti da Spinelli con il supporto di Toti e di Paolo Emilio Signorini, attuale amministratore delegato e direttore generale di Iren ma, all’epoca dei fatti, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale.

Se da un lato Toti – secondo le carte – proverebbe ad “accontentare” Spinelli, al quale oggi viene contestato anche di aver corrotto Signorini con favori e promesse per accelerare la pratica del Terminal Rinfuse, dall’altro lato l’operazione deve sin da subito fare i conti con i tre saggi del comitato di gestione che dovevano pronunciarsi sulla pratica. Andrea La Mattina, che nel board rappresenta la Regione Liguria, Giorgio Carozzi, ex giornalista de Il Secolo XIX, che nel board rappresenta il Comune di Genova, e infine il savonese Rino Canavese. 

Inizialmente i tre sembrano tutti contrari all’operazione. La seduta del comitato di gestione sull’approvazione della concessione trentennale per il Terminal Rinfuse, in un primo tempo fissata il 29 settembre 2021, viene rinviata. I tre membri del comitato lamentano ingerenze e pressioni ricevute “dall’alto” da parte di figure istituzionali con il chiaro intento di condizionare, a favore del “Gruppo Spinelli”, le loro decisioni circa la proroga. 

Intercettati, La Mattina, Carozzi e Canavese alludono anche a possibili condotte corruttive da parte di cariche apicali di Regione Liguria e dell’Autorità di Sistema Portuale. I tre saggi in un primo tempo concordano sul fatto che la concessione trentennale in favore di Spinelli sia eccessiva, tanto che, parlando tra loro, gli stessi Carozzi e La Mattina minaccino di dimettersi di fronte “all’obbligo” di approvare il rinnovo della concessione.  

“Ah beh… Su una cosa di questo tipo anche io mi dimetto”, dice, per esempio, La Mattina. Nel frattempo la seduta del comitato viene posticipata prima al 12 e poi al 18 ottobre. La posizione di La Mattina però inizia a cambiare a seguito di un incontro con Toti. Il 13 ottobre La Mattina incontra il governatore ligure, che nei giorni seguenti descrive così a Signorini il membro del comitato: “Un ragazzetto che sperava di entrare in Autorità Portuale e avere un minimo di visibilità […] cioè… si compra con una carta unta”.

Lo stesso Toti invita Signorini ad incontrare La Mattina ed eventualmente a garantirgli qualche favore (“tre piaceri pidocchiosi”) per farlo sentire considerato e fargli cambiare idea. Se da una parte La Mattina inizia così a cedere e cambiare posizione (“mi è stato spiegato finalmente un po’ meglio il contesto”), dall’altro lato il savonese Rino Canavese, parlando con lo stesso La Mattina, esprime tutte le sue preoccupazioni: “Io sono molto, come dire… preoccupato per quella delibera… nel senso che non ci sta, è fasulla… anch’io ho avuto pressioni, però, diciamo, non mi sento di votarla”.

Canavese sottolinea in particolare l’eccessività di una proroga trentennale in favore di Spinelli, tanto da arrivare a definire la pratica dell’imprenditore genovese “una presa per il culo”. La ferma contrarietà di Canavese all’operazione è ribadita in più passaggi delle intercettazioni, durante i quali il membro del comitato parla di “dignità personale” e “meccanismo perverso”.

Mentre La Mattina diventa possibilista rispetto alla proroga trentennale, la posizione di Canavese resta granitica sul “no”. E Carozzi? Il terzo saggio manifesta a più riprese uno stato di angoscia e pressione psicologica causato dalla delibera della proroga. È lo stesso Carozzi a spiegare a La Mattina che l’interesse di Spinelli al rinnovo trentennale sarebbe una strategia speculativa: “E cioè voglio dire, ma è talmente chiara questa porcata che belin, solo Piacenza (Paolo, all’epoca segretario generale dell’Autorità portuale, ndr) ci poteva cadere come un…. E e Toti, perchè poi non so per quali motivi e non mi interessa saperlo…”. Carozzi è ancora più esplicito quando dice a La Mattina che “questa cosa qui non è nell’interesse di Genova è solo nel suo interesse, piuttosto mi dimetto non sto lì a difendere degli interessi privati scusami…”.

La Mattina e Carozzi propongono una durata più breve della proroga della concessione, di 15 anni. Alla luce della posizione dei tre saggi, con Canavese sempre contrario alla proroga, Paolo Piacenza e Signorini decidono di togliere il punto “rinfuse” dall’ordine del giorno in attesa di un’apertura da parte dei tre. 

Nel mentre Spinelli, parlando con Carozzi, si lamenta dello stallo della pratica e attacca duramente il membro savonese del comitato: “il signor Canavese può andare a fanculo…”. L’imprenditore genovese, che ad Aponte spiega che ad opporsi è “quello di Savona che vuol portare le Rinfuse a Savona“, si spinge anche oltre il “semplice” insulto e arriva ad accusare direttamente Canavese: “Quel deficiente li, che tutti i centinaia di milioni che ha sperperato a Savona, che se viene fuori, quello…” e ancora “io ti sto dicendo che deve stare zitto, quel signore lì! Ha sperperato i soldi delle tasse mie, che io ho pagato in vent’anni, 200 milioni di tasse! Lui li ha buttati nel cesso, i soldi dello Stato, lì a Vado Ligure, perché c’è già il pontile che cade, hai capito?“.

Spinelli è un fiume in piena, tanto che a Carozzi chiede anche di far rimuovere Canavese dal comitato di gestione per incompatibilità a causa di un conflitto di interessi: “Lavori per Gavio, lavori per Savona e rompi i coglioni allo sviluppo di Genova? A uno che ha investito, privatamente… tutti i soldi che sono stati investiti nel porto di Genova e… e di Vado… non c’è stata una lira pubblica, nelle rinfuse! Tutti soldi miei!”.

Nel mentre, Signorini, al telefono con il sindaco di Genova Marco Bucci, non è da meno quando parla dei membri del comitato, che definisce “i tre dell’Ave Maria“.

Le perplessità di Canavese, La Mattina e Carozzi vengono riferite a Toti da Signorini. Il primo dei tre saggi resterà fermo sulla propria posizione sino al voto. Il secondo e il terzo modificheranno gradualmente la loro. La Mattina e Carozzi continueranno a nutrire dubbi sino a pochi giorni prima del voto, anche quando all’accordo venne inserita una clausola per convincere i tre a cambiare idea.

Il 2 dicembre 2021 viene convocato il comitato di gestione e la proroga trentennale per il Terminal Rinfuse di Spinelli passa con tre voti favorevoli (Signorini, Carozzi e La Mattina) e un unico voto contrario, quello di Canavese.

UN ANNO DOPO: ALTRA PRATICA, IL VOTO CAMBIA

Una posizione granitica che però cambia circa un anno dopo: l’ostracismo di Canavese nei confronti di Spinelli viene meno quando sul tavolo si parla di un’altra operazione, ovvero quella relativa all’assegnazione del Carbonile Levante, nel genovese. Si trattava, in particolare, di sostenere – con il voto favorevole – l’affidamento a Spinelli di un’area (ex-Enel). In un primo tempo Canavese pensa di astenersi, ma Spinelli prova a convincerlo: contatta Alessandro Berta, direttore del’Unione Industriali della Provincia di Savona, e gli chiede di “mediare” un incontro tra l’imprenditore e Canavese. Incontro che effettivamente avviene tra Celle e Varazze (presso il cantiere di Punta dell’Olmo, altro interesse di Spinelli al centro dell’inchiesta) il 5 ottobre 2022 e a seguito del quale il savonese del comitato portuale cambia posizione.

Canavese, parlando con Piacenza motiva così la propria decisione: “Noi stiamo parlando di dare una licenza per un pezzettino e questa licenza è vincolata a quelle che saranno le decisioni dell’Autorità Portuale in termini di cambiamento di… di destinazione d’uso per il Piano Regolatore portuale. Non abbiamo nessun impegno di investimento, neanche se lo fa il privato a cui lo diamo […] In questa situazione io non devo spezzettare quei territori. Quei territori sono riferiti a tutte le attività dell’ex centrale quindi, oggi, alle attività delle rinfuse quindi per me debbono andare al signor… al signor Spinelli. Punto e a capo”. Motivazioni ribadite poco dopo a Signorini: “Perché secondo me è giusto non rompere l’unitarietà di quelle aree, quindi per me il carbonile, con le condizioni che si era detto e cioè di… della cosa temporanea, deve andare a Spinelli…”.

Una posizione che secondo gli inquirenti, si legge nelle carte, sarebbe “motivata dai menzionati potenziali investimenti che l’impresa genovese o il nuovo socio HAPAG-LLOYD avrebbero potuto operare sullo scalo di Vado Ligure”. Insomma un trasferimento delle rinfuse nel savonese.

La nuova posizione assunta da Canavese nei confronti di Spinelli sorprende gli altri due saggi. Che all’inizio hanno ancora rimostranze. Parlando con La Mattina, Carozzi commenta: “Spino (Spinelli, ndr) si è comprato Canavese“. Frase che La Mattina giudica “pesantissima“, anche perché suffragata da un episodio avvenuto il giorno prima, quando La Mattina riferisce a Carozzi di un atteggiamento quasi intimidatorio di Canavese, il quale, con riferimento alla pratica del Carbonile Levante, avrebbe detto ai due che se il punto non fosse stato messo all’ordine del giorno del comitato di gestione avrebbe fatto “mettere a verbale una cosa che siamo stati noi a ostacolare il provvedimento!”. Tanto che Carozzi invita La Mattina a riferire a Signorini la minaccia ricevuta, mentre Carozzi ipotizza: “Gli avrà promesso qualcosa su Savona, rinfuse, traffici“.

Una reazione significativa perché rivelatoria. Anche se Cavanese in realtà motiva più volte la sua posizione (e infatti al momento non risulta in alcun modo indagato), di fronte al suo mutato atteggiamento la prima conclusione a cui giungono gli interlocutori è che Spinelli “si sia comprato anche lui”. Anche. Come se certi “sistemi” dell’armatore fossero noti e abituali in quell’ambiente.

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