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Giramondo ma punto fermo del Millesimo capolista, Villar: “Qui per aiutare e non per far pesare la carriera. E quante botte…”

A suo agio nello spogliatoio e nel paese, l'ex di Udinese, Cremonese, Triestina e Cesena, con trascorsi in seconda e terza serie in Argentina, racconta la sua stagione col club giallorosso

Villar Millesimo

Google Maps. Vediamo dov’è Millesimo. Ah eccolo. Probabile che sia andata così quando il suo procuratore, dopo il contatto col presidente giallorosso Eros Levratto, ha proposto a Ricardo Villar l’ennesimo spostamento della sua vita da giramondo: i suoi “due Sud”, d’Italia e d’America, e il Nord Est a cui ora si affianca l’Ovest.

Centrocampista classe 1989, Villar ne ha viste tante. Ha sfiorato l’esordio in Serie A con l’Udinese. “Era la squadra di mister Pasquale Marino, nel 2009. Mi avrebbero fatto esordire nelle ultime tre giornate. Poi però preferirono farmi disputare le finali Primavera. Peccato, sono quelle cose che possono far svoltare una carriera”. Una carriera in cui non sono mancate le emozioni e le avventure.

Facciamo il percorso a ritroso. Partendo dal presente. Come è stato il primo impatto col Millesimo?

Sono arrivato qui dall’Argentina, era un sabato mattina. Sono andato a vedere l’amichevole del Millesimo. Era piena preparazione. Ho trovato bravi ragazzi, sono venuto qui non per far pesare la carriera. Sarei anche pronto a farmi sentire di più se ce ne fosse bisogno. Ma non ce n’è bisogno in questo gruppo.

Mister Macchia “stravede” e i numeri parlano di 12 goal, senza contare gli assist. Il tutto in una squadra senza sconfitte e capolista. Un gioco “da ragazzi”?

No, perché il calcio è cambiato molto. Conta molto l’aspetto atletico. Correndo e picchiando si pareggiano a volte i valori in campo. Prendo molte botte, anche a palla lontana. Calci che fanno male, ma è difficile per gli arbitri vedere tutto senza i guardalinee. Il livello è piuttosto basso ma si corre davvero molto. Il campo sintetico per noi è un vantaggio visto che proviamo sempre a giocare.

Alleni le giovanili e mister Macchia ti vede in panchina (non da giocatore!) nel futuro. Sei già allenatore in campo?

Mi limito a dare qualche consiglio quando mi viene chiesto dal mister. Glielo do volentieri. Fin da quando ho iniziato però mi piace vedere l’aspetto tattico del gioco…

Serie C, Serie B in Italia e Argentina, oltre alla parentesi in Cile, c’è qualche tuo compagno che forse avrebbe potuto far qualcosa in più?

Il calcio dipende tanto dalle scelte. Io anche ne ho fatte di sbagliate. Ci sono giocatori molto forti come Vittori, Di Mattia. Ma non solo, penso anche alla grinta di Morielli o a chi ha giocato meno, come ad esempio il difensore Franco, che quando entra fa sempre molto bene. Abbiamo dimostrato in Coppa che cambiando tutta la squadra si mantiene lo stesso livello.

Come va a livello di ambientamento nella nuova realtà?

Sono venuto qui con mia moglie e i miei figli. Ci troviamo benissimo in paese. Devo fare i complimenti alla società per come sta lavorando fuori dal campo. I risultati sul rettangolo verde ne sono la conseguenza. Non manca niente, anche l’affetto della comunità si percepisce. C’erano circa 100 sostenitori a vederci in trasferta contro l’Argetina Arma.

Quali sono state le partite cruciali di una stagione che al momento è perfetta?

All’andato contro la Golfo Dianese quando perdevamo 2 a 1 ma abbiamo rimontato. Ci metto anche il pareggio 2 a 2 contro il Vadino, partita che avremmo potuto anche vincere.  Sono prove di forza in momenti di difficoltà. In generale, riusciamo sempre a giocare e a concludere tante volte in porta.

Tante maglie prima del Millesimo. E per l’anno prossimo?

Mi hanno richiamato nell’Eccellenza pugliese quest’anno, ma ho detto di no. Ho dato la parola a questi dirigenti, che non mi fanno mancare niente e che come dicevo prima fanno tutto per la società dentro e fuori dal campo. Qui sto benissimo, ma adesso è bene pensare a chiudere al meglio questa stagione (ovvero vincere il campionato ndr).

Nato in Argentina, Villar esordisce a 17 anni col Cesena in Serie B con in panchina mister Castori. Poi, passa all’Udinese dove gioca in Primavera e si allena con la prima squadra con giocatori come Sanchez, Inler, Cuadrado e Handanovic. Va in prestito alla Cremonese in Serie C. In seguito, passa alla Triestina.  Dopo il fallimento del club, torna in Sud America per giocare in Cile e in Serie B e C argentina. Lo scorso anno, il ritorno in Italia in Eccellenza pugliese con il Toma Maglie.

 

 

 

 

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