Preoccupazione

Sentenza “anti-movida”, allarme Fipe-Confcommercio: “Non penalizzare i locali e gli esercizi pubblici”

Sull'inquinamento acustico l'associazione di categoria chiede buon senso e ampio confronto con i Comuni savonesi

movida

La Fipe-Confcommercio della provincia di Savona esprime preoccupazione in merito alla sentenza n. 14209/2023 della Corte di Cassazione, rivolta agli indirizzi che questa possa generare nei Comuni, prevedendo l’impostazione di una regolamentazione troppo restrittiva sulla gestione dell’inquinamento acustico e in generale dei fenomeni di “mala movida”, a discapito dell’offerta turistica di valore che offre il territorio e la riviera savonese, con diretto riferimento alle attrattive musicali e altre iniziative che animano la stagione estiva.

La sentenza, infatti, è stata trasmessa dalla Prefettura ai Comuni: oggi la prima ordinanza varata a Finale Ligure dal sindaco Ugo Frascherelli, che per Fipe potrebbe essere emulata da altre realtà, con evidenti ripercussioni per gli esercizi pubblici all’aperto.

“Le amministrazioni comunali sono bene al corrente di quanto i pubblici esercizi siano a tutti gli effetti presidi di legalità (vale a dire luoghi dove il cliente/consumatore è sottoposto a supervisione del titolare e dei dipendenti), proprio per tale ragione non devono essere accomunati a quelle attività che non rispettano le regole e che non attuano con scrupolo le normative di legge rivolte all’inquinamento acustico. L’offerta di qualità crea valore e non porta fenomeni di cattiva ed esasperata vivacità, controproducente per il territorio” afferma la Fipe-Confcommercio.

“Laddove, invece, si vadano a creare episodi dequalificanti è opportuno intervenire con rapidità e decisione con tutti gli strumenti a disposizione delle autorità. Auspichiamo profondo spirito di collaborazione tra la nostra categoria, le amministrazioni comunali e gli enti preposti a verifica e controlli, al fine di poter trovare le sinergie ed il confronto necessari per poter valorizzare l’offerta turistica, senza intraprendere campagne prudenzialmente restrittive che farebbero tendenzialmente perdere l’identità della nostra proposta attrattiva” aggiunge ancora l’associazione di categoria, in allarme per i possibili provvedimenti da parte dei Comuni per l’estate 2023.

“Allo stesso tempo veicoliamo l’assoluta necessità di contrastare con vigore e perseguire in maniera severa tutti quei fenomeni di mala movida quali la diffusione di alcool a basso costo e in generale il consumo di bevande alcoliche in strada”.

“Essendo la legge 447/1995 (“Legge quadro sull’inquinamento acustico”) a distribuire le competenze in materia alle Regioni (art. 4), alle Province (art. 5) e ai Comuni (art. 6), ci auguriamo che alla luce di questa sentenza il legislatore possa attenzionare la norma, trovando le giuste correzioni al fine di tutelare le imprese virtuose e di non veder gravare sugli enti impegnative vertenza con rischi di risarcimenti economici” conclude Fipe-Confcommercio.

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