Albenga. Il nuovo e tanto atteso Museo dedicato all’archeologia subacquea della Città delle Torri aprirà i battenti l’anno prossimo (2022), in primavera. Ed al suo interno sembrerà davvero di visitare il relitto romano sommerso più grande del mondo.
Il progetto era stato annunciato, nel 2019, dall’allora sindaco e attuale consigliere di maggioranza Giorgio Cangiano, ed era stato anche oggetto di una due giorni di convention di stampo internazionale. E ora, è quasi tutto pronto per trasformarlo in realtà.
I lavori sono stati rallentati dal Covid e, di conseguenza, la notizia è rimasta chiusa idealmente in un cassetto per mesi, ma ora è finalmente arrivato il momento di aprire il lucchetto per scoprire cosa contiene.
Il Museo, che manterrà la storica denominazione di “Museo Navale Romano” (ecco la prima novità), troverà dimora all’interno dello storico Palazzo Peloso Cepolla, in piazza San Michele, cuore pulsante del centro storico, con le torri ingaune pronte a fare da spettatrici all’inaugurazione di quella che si annuncia come una vera e propria eccellenza a livello mondiale.
Lo scopo è rendere Albenga “Capitale dell’Archeologia Subacquea”. E le premesse per realizzare questo ambizioso obiettivo, coltivato con pazienza dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dal Comune, e con l’attenta regia della Soprintendenza (nella persona del dottor Simon Luca Trigona, funzionario responsabile dell’Archeologia Subacquea ligure), ci sono davvero tutte.
Nonostante gli annunci, i dettagli forniti sino ad oggi in relazione al progetto sono sempre stati molto scarni, per non dire quasi inesistenti. E IVG ha deciso di realizzare una sorta di “viaggio” ideale per presentare il nuovo Museo, che sarà un autentico mix tra storia e futuro: sale multimediali e tecnologiche piene di reperti archeologici, allestite nelle magnifiche stanze di un palazzo di fine ‘500.
Si parte dal portone di accesso: nelle due grandi finestre poste ai lati saranno esposte altrettante anfore di epoca romana, illuminate ad hoc, che daranno il “benvenuto” ai visitatori.
Quindi, l’ingresso, dove campeggiano, e saranno mantenute, le due lapidi sui muri laterali dedicate rispettivamente a Nino Lamboglia (archeologo, storico e promotore dell’impresa dell’Artiglio) e Agostino Niccolari (medico, benefattore e mecenate): una sala, impreziosita da un affresco che ritrae un imperatore romano, che sarà arricchita con vetrine contenenti svariati reperti archeologici.

Poi si imbocca la scala che porta al piano superiore, una svolta a destra, e lì l’autentica “perla” del nuovo Museo: si tratta dell’ex salone da ballo-ricevimento. Non una semplice sala museale perché al visitatore sembrerà davvero di entrare e camminare all’interno del relitto romano denominato “A”, la nave da trasporto romana più grande del mondo, scoperta nel 1950 di fronte ad Albenga, dove si trova ancora oggi, a circa 50 metri di profondità.
Come? Il pavimento sarà un’enorme serigrafia del fondo della nave, mentre su una grande parete della stanza verrà mantenuta l’imponente schiera di anfore (un centinaio), già presente nel vecchio museo. A completare il tutto: circa 6-7 vetrine, digitali e non, che conterranno, tra le altre cose, ancore, anfore e reperti recuperati dagli altri relitti, e persino bottiglie contenente vino ricavato dalle anfore stesse.

Il salone sarà collegato ad altre due stanze, più contenute nelle dimensioni, una delle quali dedicata interamente all’isola Gallinaria (storico nome dell’isola Gallinara): sul pavimento campeggerà una serigrafia dell’isola stessa, contornata dalle fotografie di tutti i relitti situati nelle profondità del mare ingauno, tra cui il celebre “Relitto delle Ardesie”. Ancora in fase di studio, invece, tema e allestimento della terza stanza, che saranno svelati solo più avanti.
Ma non finisce qui perché successivamente, probabilmente nel 2023 (a causa di una serie di affreschi ancora da restaurare), saranno inaugurate altre due sale all’interno del Museo: una interamente multimediale ed una dedicata ad esposizioni temporanee.

Il Museo Navale Romano sarà un punto di riferimento nazionale ed internazionale per l’archeologia subacquea: i sub, insieme alle associazioni di diving, potranno immergersi direttamente per visitare i vari siti archeologici, mentre la nuova struttura mira ad offrire sulla terra ferma, a cittadini e turisti, uno spaccato delle enormi ricchezze sommerse di Albenga.
Il costo complessivo dell’operazione è di circa 1 milione di euro, finanziati dal Ministero dei Beni Culturali e gestiti dalla Soprintendenza. Sono stati destinati non solo all’allestimento delle sale, ma anche alla ristrutturazione e messa in sicurezza di Palazzo Peloso Cepolla, al rifacimento di tetti e facciate, al restauro degli affreschi (seguito dalla responsabile della Soprintendenza, dottoressa Paola Parodi, ed eseguito dalla restauratrice, dottoressa Monica Piatti), alla realizzazione dell’impiantistica e all’implementazione dei sistemi di videosorveglianza e allarme.

Un’operazione resa possibile grazie al lavoro dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri che, nella persona dell’avvocato Cosimo Costa, ha contribuito in maniera fondamentale al reperimento dei fondi, finanziato il progetto e messo a disposizione le sale del palazzo, ed alla spinta repentina e decisiva dell’ex amministrazione Cangiano: ha dato il via ai lavori, che hanno trovato continuità sotto l’amministrazione Tomatis, prossima a consegnare alla comunità ingauna, e non solo, un luogo di cultura aperto a tutti.