Preoccupazione

I bar di Albenga in attesa del nuovo Dpcm: “Siamo disperati”

"Se non ci sono gli incassi, come facciamo a pagare? Abbiamo investito per garantire il distanziamento sociale e ora?"

Albenga. É una mattina tesa e si avverte la tensione e la preoccupazione nei volti e nelle parole dei titolari di bar e caffetterie del centro storico di Albenga. A prevalere è l’ansia e il timore di non farcela a superare questa nuova crisi che il possibile lockdown del nuovo Dpcm porterà con se.

“L’abbiamo presa male, anche perché abbiamo aperto solo da sei mesi” dichiara sconsolato il titolare del Bar Cogli l’Attimo.

“Preferisco non commentare, il sacrificio deve essere di tutti –  afferma la proprietaria del Caffe d’Aste che con amara ironia aggiunge: “Con il rimborso del lockdown di marzo ci ho pagato due mesi di affitto, tutto il resto è noia”.

“Siamo preoccupati – spiega il titolare del Caffè Edo di piazza delle Erbe – abbiamo aperto da poco e abbiamo già dovuto subire le conseguenze mediatiche negative del caso che ha investito la nostra piazzetta. Abbiamo perso il 50% degli incassi. È vero, noi del Bar Edo e Fa Fumme siamo rimasti aperti, il caso di positività al Covid è stato accertato in un altro locale che ha chiuso, ma il danno di immagine lo abbiamo subito tutti. Ci vorrebbe più responsabilità nel dare le notizie”.

Alla Caffetteria Rattopungo , ai piedi del palazzo comunale, i volti sono preoccupati: “Capisco la necessità di dover procedere a chiusure, se il contagio aumenta, ma i pagamenti delle spese, Enel, tributi, Inps, Inail dovrebbero essere congelati. È normale che io debba pagare la spazzatura se sono chiusa e non la produco? Se non ci sono gli incassi, come facciamo a pagare? Avevo appena investito nell’ampliamento per favorire un maggior distanziamento ed ora devo chiudere. Ho speso 3.000 euro solo una settimana fa, a saperlo me li tenevo in tasca.

“C’è disperazione generale tra noi” conclude il titolare della Caffetteria, con un pensiero che accomuna molti, se non tutti, i commercianti.

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