Vado L. Due anni e nove mesi di reclusione. E’ la condanna inflitta questa mattina all’imprenditore Pietro Fotia nell’ambito del processo relativo all’operazione “Dumper”, quella che nel maggio del 2011 aveva scoperto il giro di mazzette intorno al Comune di Vado Ligure. Il collegio ha condannato Fotia per i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (una parte delle accuse, quelle precedenti il 28 novembre 2011 sono cadute per prescrizione) e truffa. Il collegio del tribunale lo ha invece assolto “perché il fatto non sussiste” e “per non aver commesso il fatto” dalle accuse di falsità ideologica in relazione a due dichiarazioni nelle quali, secondo l’accusa, dei lavori erano stati classificati come “urgenti” senza esserlo.
Fotia (per il quale il pm Ubaldo Pelosi aveva chiesto una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione) è stato anche dichiarato incapace a contrattare con la pubblica amministrazione per la durata della condanna e condannato a risarcire la parte civile, il Comune di Vado Ligure, con una provvisionale da 50 mila euro (mentre il resto del danno sarà da quantificare con separato giudizio). Per quanto riguarda la Scavoter Srl, la società di Fotia, gli è stata inflitta una sanzione amministrativa da 64500 euro.
Il procedimento riguardava tutti i reati per i quali Roberto Drocchi, ex capo del settore lavori pubblici del comune di Vado, aveva patteggiato per corruzione, occultamento di documenti contabili e falso in atto pubblico. A Fotia, così come agli altri imprenditori che erano rimasti coinvolti nell’inchiesta, veniva contestato di aver versato mazzette per centinaia di migliaia di euro, sotto forma di sponsorizzazione per la squadra di basket della quale Drocchi era presidente, in cambio dell’assegnazione di appalti pubblici nel territorio comunale vadese.