Cronaca

False fatturazioni “Dumper”: condanne per Pietro Fotia e Vittorio Baghino, assolti Taricco e Baccino

tribunale Savona

Savona. Condanne per gli imprenditori Pietro Fotia e Vittorio Baghino, assoluzione invece per Mario Taricco ed Andrea Baccino. E’ questo il verdetto del processo di primo grado per il presunto giro di false fatturazioni, relativo al filone “fiscale” dell’inchiesta Dumper. La sentenza è stata letta nel primo pomeriggio di oggi dal Collegio del tribunale di Savona. A Fotia, amministratore della Scavo-Ter, sono stati inflitti due anni e due mesi di reclusione (il pm Ubaldo Pelosi aveva chiesto invece due anni e sei mesi), ma solo per alcuni dei capi d’imputazione contestati: l’imprenditore è stato infatti assolto dall’accusa di appropriazione indebita di una somma di denaro e dell’accusa di aver raggirato il fisco per quanto riguarda le fatture emesse dalla Aaronne Srl e dalla Aaronne Consorzio.

Vittorio Baghino è stato invece condannato a due anni di reclusione (il pm ne aveva chiesti tre), mentre Taricco è stato assolto perché il fatto non sussiste (dal reato di riciclaggio) e Baccino, amministratore della bbg Costruzioni, per non aver commesso il fatto. Ai due imputati condannati sono anche state inflitte le pene interdittive previste per i reati fiscali tra cui, per Fotia, quella di trattare per due anni con la pubblica amministrazione. I giudici hanno anche disposto che all’amministratore della Scavo-Ter vengano restituiti parte dei beni che erano stati confiscati nell’ambito del procedimento: su un valore totale superiore ai 200 mila euro restano sotto sequestro 80.529 euro.

Per quanto riguarda la posizione di Fotia i giudici hanno accolto la tesi del suo difensore, l’avvocato Giovanni Ricco, che nella sua arringa aveva contestato le conclusioni del pm in relazione alle presunte fatture gonfiate emesse proprio dalle società “Aronne”. L’accusa per tutti gli imputati era di aver creato un giro di false fatturazioni che, secondo la Procura, avrebbe coinvolto, oltre alla Scavo-Ter, anche le altre aziende che avrebbero fornito documentazioni false per raggirare il fisco.

Il filone fiscale dell’inchiesta Dumper (la stessa che aveva anche portato in manette l’ex dirigente dell’ufficio tecnico di Vado Roberto Drocchi che ha già patteggiato) era scattato in seguito ad un controllo della Guardia di Finanza, nel 2009, negli uffici della Scavo-Ter a Vado Ligure. Dalla verifica – si legge nelle 50 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata nel maggio 2011 dal gip Fiorenza Giorgi – “emergevano rilevanti rapporti economici e finanziari con diverse società risultate essere evasori totali e che non risultavano in attività”.

Dai successivi controlli era poi emerso che queste società (Quasar Cg Srl, Società Costruzioni Generali Srl, Aaronne Srl, Aaronne Consorzio, Badrock Srl) – sempre secondo l’accusa – “avevano emesso fatture in tutto o in parte inesistenti nei confronti della Scavo-Ter, la quale aveva in tal modo ottenuto vantaggi fiscali illeciti e la costituzione di fondi occulti, realizzati anche attraverso complessi passaggi fiscali e triangolazioni” negli anni tra il 2007 e il 2010. Un presunto giro di fatture illecite per importi che, nel complesso e considerando tutte le aziende coinvolte, si aggiravano secondo l’accusa intorno ai 3 milioni di euro.

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