Savona. “Il M5S si è messo in mano a dirigenti che stanno dimostrano la loro vicinanza estrema al Partito Democratico e stanno cercando di fare terra bruciata contro chiunque abbia un minimo dubbio sull’efficacia di questa alleanza per il futuro del Movimento. Tuttora sono iscritto e posso partecipare alle attività, ma poi per chi decide questa pienezza di diritto non esiste, vengo escluso da riunioni, viene ignorato che io sia il capogruppo, con me nessuno parla o manda comunicazioni”.
E’ un fiume in piena Manuel Meles, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio comunale a Savona e candidato sindaco per il partito alle scorse elezioni comunali, escluso dalla lista M5S dei candidati consiglieri regionali per le elezioni di ottobre.
Meles, senza filtri, punta il dito contro il suo partito e fa i nomi dei “dirigenti vicini al PD”: “Il coordinatore regionale Roberto Traversi, la coordinatrice provinciale Stefania Scarone, anche gli altri coordinatori provinciali, ma non credo abbiano avuto voce nel mio caso, oltre ai consiglieri regionali e i parlamentari”.
Per Meles questa situazione è la conseguenza di scelte che non sono state gradite al M5S: “Pago averci messo la faccia in questioni territoriali in cui era necessario fare delle scelte e metterci la faccia: qualche anno fa era scoppiato uno scandalo su chi aveva osato votare un bravo sindaco come Giancarlo Canepa a presidente della Provincia per scardinare un sistema che vedeva Pd e Vaccarezza compiere determinate scelte calpestando enti locali e cittadini. La mia fu una scelta ponderata. Potrebbe anche aver dato fastidio un post di tempo da dove sostenevo che la scelta di Orlando e della coalizione era sbagliata per il Movimento e per la Regione”.
Oltre alla coordinatrice provinciale Stefania Scarone (e candidata sindaco alle scorse comunali ad Albisola Superiore) in lista ci saranno Dario Caruso, Andrea Cerrato, Claudia Laratta e Roberto Piovano, tutti nomi meno noti di Meles: “Io rispetto chi si è proposto – commenta Meles – perchè nella storia ci si è sempre presentati anche senza esperienza, ma erano anche altri tempi dove il simbolo tirava molto e si prendevano voti anche senza fare campagna elettorale. Questo momento storico è molto più difficile e io temo che indipendentemente da chi è in lista, il M5S farà fatica a superare il 5-6% sparendo dal consiglio regionale“.
Meles ribadisce la sua contrarierà alla coalizione con i Dem: “E’ stata forzata dall’alto un certo tipo di alleanza che nel tempo ha dimostrato essere un fallimento oltre che in termini di risultati elettorali ha anche allontanato tante persone. Se il Movimento è diventato un’altra cosa è opportuno prenderne atto, ma non lo si spacci per quella forza politica di 10-15 anni fa”.
Meles è ancora tesserato nel Movimento, ma ai fatti escluso dalla vita del partito: “Vediamo se hanno il coraggio di espellermi, perchè questa è una partita che ruota intorno a una presunta segnalazione ai probiviri che mi fu fatta all’epoca (dopo la scelta delle elezioni provinciali) ma non è mai stata notificata. Io penso che questa forza ha dei margini per dire la sua ma se io al Movimento non vado bene, e con la proposta di candidatura rifiutata è evidente, devono prendersi la responsabilità di dirmelo e di allontanarmi ma credo che non sia produttivo allontanare persone e i risultati lo dimostrano”.
Bisognerà aspettarsi un passaggio alla Lega? “No – risponde Meles – ho sempre collaborato con tutte le forze politiche in consiglio comunale prima con il centrosinistra, ora con il centrodestra basta ci sia la convergenza sui temi, credo che in questo momento la mia tradizione è il M5S di una volta, personalmente non sono in cerca di collocazione e continuerò a darmi da fare per la città e per il territorio a prescindere dalla bandiera”.