Crisi industriale

Bombardier, l’appello di Pasa (Fiom): “La politica faccia la sua parte per salvare lo stabilimento”

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Vado L. “Quella della Bombardier di Vado ligure non è l’ unica vertenze aperte del territorio Savonese del settore metalmeccanico, ma è senza dubbio una delle realtà “pilastro” per un pezzo importante dell’economia dell’intera provincia di Savona”. Lo ricorda il segretario provinciale della Fiom Cgil savonese, proprio a poche settimane dall’aggiudicazione della gara da parte di Trenitalia per i nuovi treni regionali, commessa decisiva e senza appello per il futuro dello stabilimento vadese.

“Nel nostro territorio il Jobs act e la riforma degli ammortizzatori sociali varate dal governo lo scorso anno non hanno prodotto nessun tipo di miglioramento: le aziende continuano a chiudere (oltre il 30% in meno della produzione negli ultimi 9 anni), i lavoratori continuano ad essere licenziati (ci sono più di 11 mila disoccupati in Provincia di Savona con una percentuale del -22% dell’occupazione nell’industria in provincia di Savona) e nelle poche imprese in cui il lavoro c’è (settore automotive, unico vero comparto dove la crisi sembra essere finita) le aziende assumono con contratti in somministrazione (interinali) e in molti casi gli ammortizzatori sociali che sono stati ridotti dalla riforma rischiano di lasciare i lavoratori senza alcun sostegno al reddito, proprio come nel caso della Bombardier” sottolinea l’esponente sindacale.

“C’è bisogno di risposte concrete da parte delle istituzioni locali, e soprattutto dal Governo, e non di spot che sono molto distanti dalla realtà dei fatti. E’ arrivato il momento che anche in questo territorio il governo faccia sentire la propria presenza con l’obbiettivo di salvaguardare la poca industria che ancora c’è: da Bombardier a Piaggio, da Cabur alla Omev, dalla Ocem (attualmente Csb ) ai cantieri navali Rodriquez, dalla Tecnocivis alla CMT ecc…”.

“Senza questo intervento il rischio è quello di vedere, come successo nel recente passato, altre importantissime realtà come appunto lo stabilimento della Bombardier di Vado ligure, che è presente da più di cento anni con professionalità, capacità e conoscenze senza eguali nel settore ferroviario, l’inesorabile allontanamento dal nostro territorio con il serio rischio di dismissione per un azienda che oggi conta oltre 600 lavoratori diretti e altri 300/400 indiretti interessati dalle attività di “indotto” che Bombardier genera, provocando una drammatico colpo all’intera economia vadese e savonese più in generale”.

“Siamo davvero stanchi di “urlare” quanto importante sia la salvaguardia dello stabilimento della Bombardier di Vado Ligure. A poche settimane dall’aggiudicazione da parte di Trenitalia della gara per la produzione dei treni Regionali, che potrebbe assicurare lavoro e l’attuale piena occupazione per i prossimi dieci anni (tra progettazione, produzione e manutenzione), unica vera possibilità per poter pensare ad un futuro per questo stabilimento, dalla politica e da chi amministra questo territorio e più in generale questo Paese pretendiamo scelte concrete che tengano insieme occupazione, sviluppo, industria e innovazione, e non di solidarietà il giorno dopo che le crisi diventano conclamate ed irreparabili. Contrariamente ci dovranno spiegare quale tipo di sviluppo hanno in mente per la sopravvivenza di questo territorio, che sta inesorabilmente arretrando in termini di occupazione, sviluppo e ricchezza”.

In questo periodo pre-elettorale in tantissimi Comuni il lavoro continua a non essere l’argomento principale nei programmi elettorali, indipendentemente dall’appartenenza politica da destra a sinistra, come se i problemi legati al Lavoro e ai lavoratori non esistessero, quando invece ci sono e sono drammatici. Tutto ciò proprio perché crediamo che sia importantissimo riscoprire il senso delle parole “orgoglio e appartenenza”, ma davvero e non a parole” conclude il segretario della Fiom savonese.

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