Commento

Albenga 2024, Podio e il centrodestra: “Sindaco e Partito Democratico fomentano l’odio verso le istituzioni. Questa non è campagna elettorale”

Il candidato sindaco e il centrodestra ingauno: “Quando si dovevano spartire le poltrone in Provincia Toti andava bene al PD, oggi nemico per pura convenienza elettorale”

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Albenga.  “Il sindaco e il Partito Democratico di Albenga hanno innescato una pericolosa spirale di istigazione all’odio verso i rappresentanti delle istituzioni democraticamente eletti. Questo atteggiamento spregiudicato si pone in totale contrasto con lo spirito di una campagna elettorale”. Lo dichiarano il candidato sindaco Nicola Podio e il centrodestra albenganese.

“Ci domandiamo – spiegano – come si possa cadere così in basso e arrivare ad etichettare pubblicamente come ‘nemico’ il presidente di una Regione, senza considerare che il Comune di Albenga deve costantemente collaborare con questo ente nell’interesse dei cittadini albenganesi. Eppure, solo qualche mese il Partito Democratico si è seduto al tavolo con il ‘nemico’ per spartirsi le poltrone in Provincia e ottenere la vice presidenza. In quel caso Toti andava bene, anzi, benissimo. Il PD e il sindaco Tomatis usano due pesi e due misure a seconda della convenienza del momento. Questa è follia politica dettata da ragioni di pura propaganda elettorale. Questa non è campagna elettorale”.

Aggiungono Podio e il centrodestra albenganese: “Forse il sindaco di Albenga e il Partito Democratico vogliono portare il livello dello scontro seguendo la scia degli anarchici che in questi giorni a Genova hanno vandalizzato la città con violenti insulti al sindaco Bucci e alle nostre forze dell’ordine. Prima di dare lezioni al centrodestra, il sindaco Tomatis e il Partito Democratico dovrebbero guardarsi allo specchio e riflettere sulle loro azioni. Dovrebbero vergognarsi per il modo in cui stanno conducendo questa campagna elettorale”.

Capiamo la paura di essere mandati a casa dai cittadini albenganesi, ma nulla può giustificare una presa di posizione così irresponsabile, soprattutto da parte di chi riveste una carica fortemente rappresentativa come il sindaco di una città. Questi attacchi, che vanno oltre la corretta dialettica elettorale, non fanno altro che alimentare comportamenti ignobili, come lo strappo dei manifesti elettorali o, peggio ancora, le minacce di morte”, concludono.

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