Dopo cinque anni

Processo Tirreno Power, il giudice deposita le motivazioni della sentenza di assoluzione

Ecco le motivazioni dell'assoluzione dei 26 imputati

Tirreno Power

Savona. “Proprio l’impossibilità di stabilire un concreto apporto emissivo ascrivibile alle condotte illecite poste in essere nell’ambito della gestione della centrale, non solo nei termini indicati dall’accusa (il 12%, soglia che in ogni caso non potrebbe essere raggiunta, per quanto già evidenziato in ordine alla mancata dimostrazione dei due fattori che avrebbero prodotto tale risultato), ma in assoluto, preclude tale possibilità, considerando peraltro che, nella fattispecie in esame, è stato l’evento, ancor prima del nesso causale, a non trovare compiuta dimostrazione“. E’ questa in sintesi la motivazione che ha portato il giudice Francesco Giannone a decidere per l’assoluzione perchè “il fatto non sussiste” di tutti gli imputati nell’ambito del processo di Tirreno Power.

Inoltre – spiega ancora il giudice nelle 160 pagine del documento depositato – “L’ampia e popolosa area (sostanzialmente in corrispondenza dei centri abitati di Vado Ligure, Savona ed Albissola Marina), che viene raffigurata come di medio-alta o massima esposizione alla centrale ed invece di medio-bassa o minima esposizione al modello multisorgente, presenta in realtà valori assoluti in concentrazione di NOx, riconducibili a quest’ultimo, che sono superiori di circa dieci volte rispetto a quelli attribuiti alla centrale“.

Per quanto riguarda l’inquinamento il giudice sottolinea: “E’ evidente (e quasi banale ribadirlo) che il mantenimento in esercizio di una centrale termoelettrica produttiva di consistenti emissioni inquinanti all’interno di un contesto urbano contribuisca a determinare, unitamente alle altre sorgenti presenti sul territorio ed in relazione alle conseguenti immissioni e dunque ai quantitativi di sostanze in concreto ricaduti ed assorbiti dall’organismo umano, effetti pregiudizievoli sulla salute della popolazione ivi residente.”.

Ventisei tra manager e ex manager erano stati rinviati a giudizio con l’accusa era disastro ambientale e sanitario colposo. Il pubblico ministero aveva chiesto al termine della requisitoria tre anni e 6 mesi per tutti gli imputati ad esclusione di Jacques Hugé (membro del CdA dal 13/11/2002 al 31/10/2008 nonché membro del comitato esecutivo) e di un altro imputato, nel frattempo deceduto. La sentenza era stata accolta dal pubblico con delusione e sconforto. Dall’azienda, invece, soddisfazione dell’azienda, ma anche rammarico “per le conseguenze negative della chiusura”.

La fase finale del processo era iniziata il 5 giugno, a 4 anni e mezzo dalla prima udienza (il 31 gennaio 2019). Nel mirino della procura i mancati investimenti di Tirreno Power per limitare l’inquinamento (la mancata copertura del carbonile), il posizionamento del sistema di monitoraggio delle emissioni sui camini della centrale. Il giudice, però, oggi ha deciso per l’assoluzione piena per tutti gli imputati e ha disposto il dissequestro (ormai non esiste più nulla di quell’impianto).

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