Rabbia

Albisola, il cinghiale “Ciro” ucciso a colpi di fucile. Osa attacca: “Vittima della cattiveria delle istituzioni”

“Ha avuto il ‘torto’ di soggiornare nel poco ‘ridente’ paese di Albisola, dove il sindaco ha da tempo inaugurato la stagione degli ammazzamenti”

Generico ottobre 2023

Albisola Superiore. Il cinghiale “Ciro” ucciso a colpi di fucile e monta la rabbia di Osa (Osservatorio Savonese Animalista). 

“C’era una volta un cinghiale che aveva l’abitudine, per fame, di rovesciare le mastelle della raccolta differenziata e rovistare tra le aiuole ma, in compenso,  era tranquillo ed attraversava le strade sulle strisce pedonali, guadagnandosi la simpatia di molti albisolesi ora indignati”, hanno spiegato da Osa.

“Aveva però il ‘torto’ di soggiornare nel poco ‘ridente’ paese di Albisola Superiore, dove il sindaco aveva da tempo inaugurato la stagione degli ammazzamenti; recentemente si era vantato di aver quasi raggiunto le cento uccisioni di cinghiali in pochi mesi, alcuni direttamente, altri catturati in gabbie ‘comunali’ e giustiziati tra le loro urla di terrore”.

“Ed i loro corpi erano finiti all’inceneritori, al costo di circa 500 euro cadauno per le casse comunali; la ragione era che sarebbero un pericolo per la sicurezza pubblica e quindi gli si sparava una pallottola micidiale in pieno ambiente urbano: prima o poi il proiettile (a munizione intera, pericolosissimo) finirà addosso a qualcuno, ma sarà un effetto collaterale”, hanno aggiunto ancora. 

Nel commemorare il cinghiale “Ciro”, “ennesima vittima della cattiveria delle istituzioni”, l’Osservatorio Savonese Animalista “ricorda tristemente le azioni, efficaci ed incruente, che propone inutilmente da tempo a sindaci sordi: chiudere i passaggi di transito dal bosco all’abitato, segregare i cassonetti dell’immondizia per evitare che vengano raggiunti dai selvatici, pretendere dalle locali squadre di cacciatori cinghialisti di pattugliare periodicamente le periferie con i cani a guinzaglio per spaventare i branchi e respingerli nel bosco. E lasciare che la polizia regionale, ridotta ai minimi termini, invece di costituire i ‘plotoni di esecuzione’, torni a fare il suo lavoro: sorvegliare i boschi contro un bracconaggio sempre più intenso”.

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