L'ordinanza

Traffico internazionale di droga, Pietro Fotia incastrato dalle chat: ecco le accuse

Decifrati i messaggi dell'app utilizzata dai trafficanti: Fotia stabiliva prezzi, sconti e taglio della sostanza stupefacente

pietro fotia

Savona. Quattro arrestati sono accusati di aver fatto parte di una associazione per delinquere, diretta da Pietro Fotia e Rocco Morabito, operativa anche in Liguria e finalizzata all’importazione dal Sud America e dalla Spagna, all’acquisto, trasporto, commercio, cessione, vendita e illecita detenzione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed eroina.

E’ quanto emerge dalle indagini dei carabinieri del R.O.S. e della Direzione Investigativa Antimafia sull’operazione che ha portato a 15 arresti per traffico internazionale di stupefacenti (oltre un centinaio le persone in arresto in tutta Europa).

La DDA di Genova sta procedendo anche per il reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo mafioso, riguardante una società di costruzioni e una operante nel settore ortofrutticolo, entrambe con sede nel savonese. La titolarità delle quote delle due società è risultata essere stata attribuita fittiziamente a due prestanome al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali e agevolare i delitti in materia di riciclaggio di danaro.

Nell’ambito delle misure cautelari due sono di origine croata e serba, rispettivamente referente del sodalizio in Colombia e intermediario in Italia tra l’organizzazione e gli stessi fornitori sudamericani, oltre a un latitante sottrattosi alla esecuzione di pregressi provvedimenti coercitivi della libertà.

Gli indagati erano anche in grado di impiegare esperti in chimica residenti all’estero per il taglio della sostanza stupefacente.

Il traffico dello stupefacente è stato programmato e organizzato tramite l’utilizzo di apparecchi telefonici abilitati a comunicazioni criptate e di una piattaforma che garantisce un sistema di cifratura per i messaggi. Nelle comunicazioni gli indagati hanno utilizzato appositi nicknames e le hanno corredate con fotografie che spesso riproducono sostanza stupefacente.

Nel mirino dei carabinieri, infatti, è finito l’utiolizzo di cellullari Sky ECC, con un’applicazione di messaggistica un tempo ritenuta sicura dai trafficanti della droga e che è stata smascherata grazie ad un arresto in Spagna del 28 ottobre 2020 di un corriere dell’organizzazione, con il sequestro di 32 kg di cocaina e che ha costituito un primo riscontro all’analisi delle chat. Si tratta di speciali dispositivi senza fotocamera e GPS e con pulsanti antipanico, cellulari sofisticati che costavano dagli 800 ai 2.200 euro a semestre.

Lo screening minuzioso dei messaggi da parte dei militari e degli organi inquirenti, messo in atto nel corso del 2020 e fino al marzo 2021, ha permesso di ricostruire molteplici operazioni di importazione, acquisto e detenzione di sostanza stupefacente. In particolare, sono state individuate almeno due importazioni di cocaina dalla Spagna di 31 kg e 50 kg.

Agli indagati sono stati contestati altri dieci episodi di acquisto (in due circostanze, da fornitori stranieri), detenzione, offerta in vendita di quantitativi di cocaina oscillanti tra 1 e 150 chilogrammi, eroina ed hashish per oltre 287 kg di cocaina, 100 kg di eroina e 50 di hashish.

Nei capi di imputazione citati nell’ordinanza giudiziale, emerge il ruolo primario dello stesso Fotia, vero e proprio capo dell’organizzazione sotto il profilo gestionale, in costante contatto con lo stesso Morabito: dai messaggi criptati e decifrati dagli investigatori si rileva l’azione dell’indagato nel rapporto con i fornitori, nello stabilire prezzi e sconti della “merce”, così come dei pagamenti, dunque anche “contabile” del sodalizio criminale specializzato nel traffico internazionale di stupefacenti. Infine, Fotia avrebbe stabilito persino il “taglio” da fornire alla droga per renderla più redditizia nella sua commercializzazione.

Direzione investigativa antimafia DIA

Gli arresti di oggi sono stati operati contestualmente all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare (nei confronti di circa 150 indagati) da parte delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e Milano, titolari di inchieste molto più ampie ed articolate, aventi profili di connessione e collegamento con l’indagine della DDA di Genova. Tre i filoni investigativi: l’operazione Sunset in Liguria, l’operazione Eureka in Calabria e l’operazione Money Delivery in Lombardia, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia diretta dal procuratore Giovanni Melillo.

Nel quadro complessivo delle accuse: concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri reati.

L’indagine si è avvalsa dell’assistenza giudiziaria di Francia e Spagna per il tramite di Eurojust, del contributo informativo assicurato da Europol nonché della cooperazione internazionale ottenuta nell’ambito dei progetti di contrasto alla criminalità di matrice ‘ndranghetista, @ON dell’Unione Europea ed I-CAN (Interpol Cooperation Agaist ‘Ndrangheta). Quanto all’esecuzione delle ordinanze, preziosa si è rivelata la collaborazione delle autorità tedesche che hanno eseguito l’arresto di un indagato localizzato in Germania. Altre autorità estere stanno collaborando nella esecuzione dei provvedimenti coercitivi.

Sono stati eseguiti provvedimenti di sequestro preventivo di società commerciali, beni mobili e immobili del valore di circa euro 25 milioni, localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia.

 

 

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