Mors tua vita mea

Febbre da Dego vs Rocchettese, super derby play off: parola ai mister Brignone e Chiola

Brignone toglierebbe Carta agli avversari, Chiola invece preferirebbe non sfidare Rollero. Ai raggi "x" un derby su cui potrebbe incidere la legge dei grandi numeri: ci spera la "Rocca", non se lo augurano i biancoblù

Dego vs Rocchettese

Dego contro Rocchettese non è un derby bensì “il” derby per eccellenza della Val Bormida insieme a quello tra Cairese e Carcarese, che però da anni non si disputa. Aggiungiamo che la partita metterà in palio la finalissima play off di Seconda Categoria contro il Cengio ed ecco che definire infuocato il match del “Perotti” di domenica ore 17 è forse addirittura riduttivo. Il Dego avrà due risultati su tre a disposizione al termine dei supplementari visto il miglior posizionamento al termine della stagione regolare. Gli allenatori Massimiliano Brignone, da quest’anno alla guida dei biancoblù, e Davide Chiola, tecnico piemontese della Rocchettese, presentano un match dalla posta in palio altissima.

Un giudizio sulla regular season.

Brignone: “Il voto per il nostro campionato è buono. Siamo in linea con gli obiettivi di inizio stagione. Questo derby contro la Rocchettese peserà sul giudizio finale. Una vittoria nel derby farebbe diventare questo buon campionato un campionato da ricordare per anni. Una sconfitta farebbe scattare la voglia di voltare pagina rapidamente”.

Chiola: Stagione positiva. Abbiamo giocato in un campionato molto difficile e corto. Le prime sei squadre hanno fatto tutte tanti punti. Le ultime della classifica erano di un livello più basso e contro di loro le prime hanno quasi sempre fatto bottino pieno. Quindi erano fondamentali gli scontri diretti. Sono felice di aver raggiunto un traguardo storico per la Rocchettese. Il rammarico è per qualche infortunio di troppo nella parte centrale del campionato. Senza avremmo potuto puntare al secondo o al terzo posto.

Qual è il punto di forza della tua squadra?

Brignone: “Il nostro punto di forza è stato la rosa perché abbiamo dovuto sopperire a una serie di infortuni incredibile. Ai play off non potremo contare su Concas e Guastamacchia. Nonostante questo ce la siamo sempre giocata contro tutti”.

Chiola: “L’attacco. Abbiamo Troni e Carta che sono il capocannoniere il vicecapocannoniere del campionato. Possiamo essere molto pericolosi in avanti”.

E il punto debole?

Brignone: “La mia squadra ha dei valori ma in alcuni momenti è mancata consapevolezza. Ci manca un po’ di cattiveria. Non si può sempre giocare bene. Serve la cattiveria giusta per portare a casa il risultato anche quando non si disputa la miglior partita dell’anno”.

Chiola: “Il nostro punto debole è stata la perdita di Gallione, che penso sia il miglior centrale difensivo della categoria. Abbiamo patito la sua assenza essendo un leader e un giocatore che guida il reparto. Non ci sarà per la rottura del crociato”.

Un giudizio sulla squadra avversaria.

Brignone: “La Rocchettese difende compatta e difende di gruppo. Ripartono forte, il loro tridente è forte. Non tanto la difesa in sé ma proprio il loro modo di difendere per poi ripartire penso sia la lora arma migliore”.

Chiola: “Il Dego è una squadra simile alla nostra. La loro miglior qualità è l’aggressività. Rimangono sempre compatti e non sono mai domi. Hanno anche ottime qualità individuali ma la cosa più difficile da contrastare è la loro grinta. Questo li porta a prevalere negli uno contro uno o quando la partita è in equilibrio”.

Quale giocatore toglieresti agli avversari?

Brignone: “Direi Carta, un giocatore importantissimo per questa categoria e letale sulle palle da fermo”.

Chiola: “Scelgo Rollero.Credo che sia il loro giocatore più temibile. Oltre alle qualità tecniche e realizzative è anche bravo sui calci da fermo. E in partite così queste giocate spostano gli equilibri”.

Il Dego non ha mai perso un derby da quando è rinato nel 2017. Ti preoccupa la legge dei grandi numeri?

Brignone: “Non mi preoccupa perché il derby è una gara da tripla sempre e comunque. E un derby ai play off lo è ancora di più anche se abbiamo il minimo vantaggio di giocare in casa. Penso che pesi più a loro non vincere da tanti anni. Siamo consapevoli che prima o poi il derby lo perderemo ma speriamo non sia questa volta”.

La Rocchettese non ha mai vinto un derby in questi anni. La cosa preoccupa o, sempre per la legge dei grandi numeri, ti fa ben sperare?

Chiola: “Io sono al primo anno qui e quindi ho meno la percezione di questa mancanza di vittorie nel derby. Posso valutare le due partite giocate in campionato. All’andata è stato un pareggio, al ritorno ci hanno battuto 4 a 3, un risultato penso determinato da singoli episodi. Credo che questo sia il momento storico in cui abbiamo più probabilità di poter vincere il derby perché vedo i ragazzi sereni. Si stanno allenando bene. Abbiamo qualche carta in più rispetto agli anni passati. Sono fiducioso e non per la legge dei grandi numeri”.

Primo anno in Liguria dopo tanti anni nel calcio piemontese. Bilancio?

Chiola: “La mia esperienza in Liguria è stata positiva. Ho trovato una società con tanta voglia di fare e che ha sempre cercato di farmi sentire a mio agio. I ragazzi si sono sempre impegnati. Non abbiamo quasi mai meno di 17 persone ad allenamento. Mercoledì addirittura abbiamo giocato 11 vs 12. Riusciamo a fare le prove tattiche in 11 vs 11. La cosa negativa, rispetto al Piemonte, è che il campionato è molto corto. C’è quindi poco tempo per lavorare sulla squadra e un periodo negativo di tre partite può mandare tutto all’aria. Dieci squadre è davvero poco. Poi, mancando la Terza Categoria perde un po’ di valore anche la Seconda Categoria visto che viene a mancare la lotta per non retrocedere. Sarebbe ancora più bello se tutti lottassero per un obiettivo”.

Dopo l’esperienza con la Juniores della Cairese, il ritorno in prima squadra…

Brignone: “Tornare ad allenare gente che lavora non permette proporre allenamenti intensi come quelli proposti a ragazzi di 18 anni. Sono allenamenti un pochino più brevi e un po’ meno intensi. Ho però ritrovato quella convivialità da “terzo tempo” che prima con ragazzi appena maggiorenni era più difficile avere”.

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