Commento

DL Rilancio, Berta (Uisv): “Troppa finanza e poca economia reale, bonus vacanze dannoso per le imprese turistiche”

Misure positive ma ancora tanti aspetti da migliorare e ampliare per sostenere il rilancio dell'economia

Savona. Luci e ombre secondo l’Unione Industriali di Savona sul Decreto Rilancio varato dal Governo per sostenere la Fase 2 e la ripartenza dei settori produttivi rimasti fermi per la drammatica emergenza sanitaria.

L’associazione degli industriali savonesi ha elaborato anche un documento di sintesi sulle misure e sui provvedimenti per le imprese. LEGGI

“Il Decreto avrebbe dovuto avere l’obiettivo di completare gli interventi già previsti dai precedenti provvedimenti e favorire l’azione di rilancio dell’economia. Nel complesso, si tratta di un intervento corposo, che stanzia 55 miliardi, ma solo formalmente perché molte disposizioni riguardano il credito di imposta e lo stanziamento non tiene conto che con la crisi di molti settori il credito non sarà in gran parte né utilizzato, né utilizzabile” sottolinea il direttore dell’Unione Industriali di Savona Alessandro Berta.

“E’ sicuramente positivo, dopo i chiarimenti del MEF, l’intervento sull’IRAP, che però andrà accompagnato da interventi più ampi e profondi di riforma della tassazione sulle attività di impresa e della tassazione locale delle imprese (TOSAP, COSAP, IMU). Di fatto annulla il saldo IRAP 2019 che vale pochi quattrini se non zero e cancella il primo acconto 2020. Occorre però tenere conto che nel 2020 l’IRAP sarebbe scesa notevolmente e quindi l’effetto reale sarà di molto inferiore alle attese. Per le aziende con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, lo sconto in realtà varrà solo qualche migliaio di euro. Sopra quella soglia inizierà ad essere significativo. Altra misura positiva, anche se insufficiente, è lo stanziamento di circa 12 miliardi per lo smaltimento dei debiti arretrati della PA”.

Interessanti sono le misure sul credito di imposta per gli aumenti di capitale e per l’ingresso dello Stato nel capitale delle imprese di medio grande dimensione. Tuttavia c’è una notevole e complessa frammentazione delle risorse e di misure, spesso incompatibili tra loro che finirà inevitabilmente per limitarne l’efficacia e i benefici”.

alessandro berta

E ancora: “Importante, anche se non così semplice da attuare, l’intervento a fondo perduto per le imprese con meno di 5 milioni di euro di fatturato che abbiano avuto un crollo oltre i 2/3 del fatturato tra aprile 2020 e aprile 2019. Tale intervento, che non è fruibile dagli imprenditori che hanno diritto ai 600 euro, per le medie imprese potrebbe avere un impatto significativo. Ma la misura sconta un problema. Chi è rimasto aperto facendo un servizio mediamente in perdita, ma ha fatturato lo stesso più di un terzo dell’anno precedente ad aprile viene escluso dal beneficio. Bastonare chi ha tenuto aperto con rischi, maggiori costi, discussioni infinite con i sindacati e ha portato a casa un fatturato superiore al 33% dell’anno prima vuol dire non capire come sono fatte le imprese e domandarsi “perché sono rimasto aperto se poi mi escludono anche dai benefici?”. Le aziende non fanno programmazioni mensili, possono aver avuto un aprile decente ma un mese di marzo e un mese di maggio non buoni”.

“Ci sono poi le conferme e l’allungamento delle misure sulla Cassa Integrazione e la conferma dei seicento euro per aprile e, con determinate condizioni molto stringenti, di mille euro ad aprile” aggiunge ancora il direttore dell’Unione Industriali.

“Sul settore turistico le norme sono contraddittorie: da una parte viene stralciata la prima rata dell’IMU per gli immobili del settore, se il titolare del bene è anche il gestore dell’azienda turistica, dall’altro viene introdotta una norma sul Bonus Vacanze che comporta per l’operatore due problemi: non viene riconosciuto a chi paga attraverso i sistemi informatici in anticipo, e in secondo luogo per l’80% lo sconto è a carico dell’albergatore che poi dovrà utilizzarlo come credito di imposta nell’anno. Ma se la mia attività sconta poche imposte perché ha lavorato pochissimo avrò poco credito utilizzabile e comunque avrò dovuto anticipare i costi del soggiorno per la parte scontata (che va da 150 a 500 euro) tra personale e altri costi. Quindi l’albergatore deve finanziare un bonus dello Stato aggravando ancora di più la propria posizione finanziaria”.

“Viene introdotto il credito di imposta a favore delle imprese e degli enti del terzo settore che pagano affitti commerciali o affitti di ramo aziendale per l’attività. E questa, considerato che si tratta di un credito di imposta non ha un effetto immediato, è comunque una norma interessante”.

“Il Decreto speriamo sia migliorato in Parlamento, ma almeno è meglio del quasi nulla del D.L. Liquidità. Tuttavia, se non sarà immediatamente accompagnato da una strategia di rilancio immediato degli investimenti pubblici in opere pubbliche, dall’edilizia scolastica e ospedaliera, alle infrastrutture viarie e ferroviarie oltre che digitali e con una campagna di semplificazione amministrativa forte, non si riuscirà a sostenere la domanda nell’attuale contesto di crisi”.

“O l’offerta arriva dallo Stato in una visione Keynesiana o il cittadino in cassa integrazione e il piccolo imprenditore in crisi non riusciranno a sostenere la domanda e ci saranno sempre più chiusure (o non aperture) e persone senza lavoro” conclude Berta.

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