Se questi sono uomini

Il peggio di voi /3: le Sardine “luride bestie schifose” che un autista vorrebbe schiacciare col bus

Un altro "viaggio" tra i commenti alle notizie sulla pagina Facebook di IVG

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Savona. Proviamo prima di tutto con un disclaimer il più chiaro possibile: ce l’abbiamo con l’odio selvaggio e facile, da qualsiasi parte provenga. Con l’insulto gratuito, con l’inciviltà figlia dell’ignoranza. Non con le idee in sé, che siano politiche, etiche o religiose. Avete letto questa prima frase? Allora potete proseguire.

Anche questa settimana alcuni lettori di IVG (fortunatamente una piccola parte, e dopo la nostra prima presa di posizione sembrano meno) hanno dato “il peggio di sé” nel commentare le notizie sulla nostra pagina Facebook, dando l’impressione di faticare a sostenere una normale opinione sui social finendo per ricorrere all’insulto.

L’argomento “principe” del turpiloquio, questa settimana, non può che essere quello delle Sardine, andate in piazza ieri sera. Un flop, il loro, non solo numerico (meno di 400 persone nel momento di massima affluenza) ma anche sostanziale, vista l’età media dei presenti (sostanzialmente tutte persone già legate ai movimenti antifascisti, nessun giovane). Uno scenario che ovviamente ha dato occasione a chi li contesta di esprimere il proprio dissenso. E tra tanti che portano ragioni a sostegno della loro posizione contraria, ecco che arrivano loro.

Gente come Giorgio, che sa solo dire che sono “luride bestie schifose”. O Paolo, che lo raggiunge con il suo “schifosi parassiti”. Non che chi replica sia sempre meglio: Andrea, ad esempio, riesce solo a vantare che sia meglio essere sardine che “idioti leghisti”. Non si salva nemmeno il vescovo di Savona, Calogero Marino, che a una domanda sulla discesa in piazza dei giovani (badate bene, non sull’idea che ce li porta ma soltanto sul fatto in sé che scelgano di partecipare) ha osato dire che “i giovani in piazza sono un segno di speranza”: anche lui si becca la sua dose di insulti.

Il dialogo più surreale è invece quello tra Tiziana e Lara. La prima prende di mira uno specifico relatore (non sappiamo se il giornalista Mimmo Lombezzi o l’insegnante Jacopo Marchisio): non una persona con idee diverse dalle sue, ma più semplicemente “1 cog**one che dice ca**ate”. Laura per zittirla non trova nulla di meglio che definirla “cog**ona” a sua volta. Il dialogo si eleva, fino a evocare un’immagine terribile: ma forse siamo noi ad aver capito male il tipo di “festa” che secondo lei gli extracomunitari farebbero a casa di qualcuno…

E allora non possiamo che unirci in un applauso virtuale a Massimo, che esprime con maggiore chiarezza di noi il concetto che stiamo cercando di portare avanti: “Non capisco il perenne bisogno di ricorrere al turpiloquio per esprimere un’opinione”. Anche se, a dire il vero, si possono evocare immagini terribili anche senza parolacce. Ci riesce X, che immagina di investire direttamente con il bus i manifestanti. Una battuta, ne siamo certi. Ma detta da un autista di Tpl ha un sapore amarissimo, chissà se l’azienda e i colleghi avranno apprezzato. [EDIT 1: il nome è stato rimosso dopo che l’uomo ha contattato la redazione chiedendone gentilmente la rimozione, spiegando di aver sbagliato e scusandosi con gli utenti a cui il messaggio era rivolto]. [EDIT 2: nelle ore successive è arrivata la presa di posizione dell’azienda, clicca qui]

Nota a margine: l’iniziativa di IVG ha ricevuto centinaia e centinaia di reazioni positive, e qualche isolata condanna. Una disparità numerica che francamente non ci aspettavamo, e tale da indurci a pensare che forse siamo nel giusto, che forse in fondo la nostra esasperazione è la stessa di tante, tantissime brave persone stufe di essere immerse nell’odio.

Allo stesso modo, però, a quelle stesse persone vogliamo ricordare che esprimere dissenso, anche in modo colorito, è comunque un diritto di tutti. C’è chi ci ha segnalato commenti come “il vescovo dice ca**ate”, oppure in cui gli aderenti alle Sardine venivano definiti “buffoni” e “pagliacci”, chiedendoci di “prendere provvedimenti”. Toni senz’altro coloriti e aggressivi, certo, ma che secondo noi rientrano in una dialettica tra punti di vista differenti. Noi vogliamo essere una voce che condanna l’offesa e chiede a tutti la giusta dose di rispetto, non uno “sceriffo del web” pronto a censurare ogni frase spiacevole. Suggerire ironicamente di “friggere in padella” le Sardine secondo noi rientra nella satira, non nelle minacce di morte come qualcuno ci ha segnalato…

Da un lato chi odia deve capire che insultare o minacciare sul web è come farlo nella vita reale, e può portare alle stesse conseguenze. Dall’altro chi sa dire la sua in modo equilibrato non può dimenticare che esistono caratteri e sensibilità diverse, e che esisterà sempre chi etichetta un avversario come “pagliaccio” o “buffone”. Altrimenti, insieme a Facebook, andrebbero chiusi gli stadi di ogni categoria…

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