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Albenga, nuova vita per le aree abbandonate di via Carloforte: “caccia” ai contributi regionali

Richiesti contributi per un intervento di rigenerazione urbana. Obiettivo: destinarle a progetti di social housing

via carloforte albenga
Foto d'archivio

Albenga. Domanda di accesso al “contributo a valere sul bando regionale per Disposizioni per la rigenerazione urbana ed il recupero del territorio agricolo”.

Sarà presentata ufficialmente dal Comune di Albenga con un obiettivo preciso: la rigenerazione urbana del complesso immobiliare (abbandonato da tempo) di via Carloforte, attesa da tutta la cittadinanza ingauna. Nelle intenzioni dell’ente, la volontà di convertire le aree con progetti di social housing.

Il sindaco Riccardo Tomatis ci tiene a specificare “cosa si intende per social housing perché è un termine che non è facilmente traducibile in italiano e che comprende una serie di aspetti legati alla politica abitativa. Nelle palazzine di via Carloforte verranno realizzati in particolare alloggi con affittati a canone carmierato o da vendere a prezzo mercato a particolari categorie di persone come giovani coppie, famiglie con bambini e persone anziane”.

“Inoltre vi sarà la realizzazione di aree condivisione o servizi per la comunità come asili, scuole, centri anziani o centri di aggregazione, sale convegni e molto altro – continua il primo cittadino ingauno – Un’attenzione particolare, inoltre, verrà rivolta a tutti coloro che avevano acquistato, in tutto o in parte, alloggi in queste palazzine incompiute”.

Era addirittura il 28 settembre del 2007 (quindi 13 anni fa) quando la Procura della Repubblica di Savona poneva i sigilli al cantiere di via Carloforte “per gravi difformità rispetto al progetto approvato per la costruzione di tre edifici”.

E sempre da allora, le palazzine versano in un evidente stato di abbandono, con case che si sono progressivamente rovinate all’esterno ma soprattutto all’interno, e non solo.

Negli anni sono state numerose le segnalazioni, ma anche le manifestazioni di protesta di residenti stufi per la situazione di degrado, che ha anche portato, in più di un’occasione, a blitz delle forze dell’ordine, fino alla decisione di recintare le aree per evitare l’ingresso di abusivi (numerosi, come documentato anche dalla presenza di panni stesi e antenne tv ai balconi), malviventi (all’interno sono stati trovati anche oggetti di furto) e spacciatori.

Ma il Comune di Albenga, seppur di certo non con facilità, ha provato negli anni a districarsi nei meandri della burocrazia italiana, riuscendo alla fine a diventare proprietario dell’area in questione a seguito di confisca disposta dal giudice penale (ma sull’area, va specificato, pende comunque ancora un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo).

“Allo stato attuale, – si legge nella relativa delibera sul sito del Comune, – si registra carenza di dotazioni di servizi di urbanizzazione; presenza di edifici abbandonati ed aree libere intercluse; presenza di edifici caratterizzati da obsolescenza statica, tecnologica, energetica e funzionale; presenza di fenomeni di marginalità economia e sociale nonché criticità ambientali”.

Afferma il sindaco Riccardo Tomatis: “Si tratta di un primo passo per la rivalutazione delle palazzine di via Carloforte che versano in stato di abbandono ormai da diversi anni nonostante l’impegno profuso dall’Amministrazione e dagli uffici comunali sulla questione anche per la messa in sicurezza delle stesse”.

“Purtroppo è necessario attendere l’espletamento del percorso giudiziario e la pronuncia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – continua il sindaco – nel frattempo, però, abbiamo deciso di attivarci partecipando a questo bando che prevede la possibilità di portare avanti progetti di riqualificazione urbana eventualmente anche su aree appartenenti a privati (attualmente le aree sono comunque del Comune in attesa del pronunciamento della Corte)”.

“Via Carloforte si trova in un’area centrale della nostra Città sulla quale abbiamo ipotizzato un progetto di social housing che porterà alla riqualificazione completa delle palazzine che verranno utilizzate, almeno in parte, per importanti scopi sociali”.

Uno degli obiettivi dell’edilizia residenziale sociale (“social housing”) è quello di garantire benessere abitativo e integrazione sociale, infatti, in un unico complesso trovano posto tanto alloggi popolari che rispondono alle politiche di un ente pubblico, quanto alloggi privati gestiti da Associazioni e Fondazioni magari per promuovere percorsi di formazione all’autonomia, tutti aspetti che, eventualmente, verranno valutati nella fase di progettazione.

Il preventivo delle spese da sostenere come determinato dagli uffici comunali in funzione delle prestazioni professionali relative ai Servizi di Ingegneria e Architettura ammonta a un totale di 36.582,51 euro (di cui € 1.153,29 per oneri contributivi e 6.596,85 euro per oneri fiscali).

Il Comune di Albenga presenterà domanda per accedere al contributo regionale, che, nel caso di esito positivo, sarà poi integrato con un cofinanziamento dello stesso ente comunale per la parte restante.

Conclude il sindaco Tomatis: “Questo progetto è particolarmente importante anche dal punto di vista procedurale perché se fosse ammesso al bando verrebbe sottoposto a tutto l’iter procedurale e rappresenterebbe di per sé una variante al Puc”.

Ma sulla vicenda è intervenuto anche l’avvocato Nicola Durante per conto dei signori Perata, proprietari del terreno su cui era sorto il fabbricato: “I signori Perata a seguito dell’inadempimento dell’impresa Giallombardo, nel 2012 hanno iniziato una causa davanti al Tribunale di Savona per ottenere la risoluzione del contratto di permuta del terreno. Tale causa, proseguita nei confronti del fallimento dell’impresa, si è conclusa nel marzo 2016 con una sentenza del Tribunale di Savona che ha dichiarato tale risoluzione”.

“A sensi di legge art. 1458 cod. civ. la risoluzione ha effetto retroattivo e quindi la proprietà sarebbe tornata ai Signori Perata. La confisca disposta dall’autorità giudiziaria nel 2009, revocata nel 2010 e ripristinata nel 2013, è stata trascritta dal Comune di Albenga all’Ufficio del Territorio soltanto nel 2016 e risulterebbe quindi non opponibile ai Signori Perata che avevano trascritto la citazione di risoluzione fin dal 2012. Quanto sopra è stato oggetto di un esposto al Comune di Albenga e di un incontro con il Sindaco che si è riservato di effettuare gli opportuni approfondimenti”.

“Per quanto riguarda detto immobile, oltre alla contestazione della validità della confisca oggetto del ricorso alla Corte Europea promosso da parte Giallombardo, dovrà tenersi conto della retroattività della pronuncia di risoluzione rispetto alla tardiva trascrizione della confisca stessa”.

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