Liguria. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sull’ex Ilva, con al centro la situazione dello stabilimento di Cornigliano e dell’indotto, come la Sanac di Vado Ligure.
“Siamo fieri che il nostro documento, presentato questa mattina in aula e firmato anche da Linea Condivisa e Italia Viva, sia stato il testo base per la composizione dell’ordine del giorno unitario, che poi tutte le forze politiche hanno sottoscritto e votato. La Liguria finora è l’unica Regione ad aver approvato un documento come questo all’unanimità. Nell’odg ribadiamo alcune questioni che per noi restano fondamentali: va salvaguardata la filiera dell’acciaio in Italia; bisogna ripristinare in forma nuove ed erga omnes la tutela legale e penale, in modo da non offrire alcun pretesto ad ArcelorMittal; è necessario inchiodare ArcerloMittal alle proprie responsabilità. L’azienda ha sottoscritto un piano ambientale, industriale e occupazionale” afferma il gruppo Pd in Regione Liguria.
“Infine abbiamo chiesto con forza il rispetto dell’accordo di programma sottoscritto da istituzioni, azienda e lavoratori nel 2005, che garantisce, per Genova, il rispetto dei livelli occupazionali e di reddito. Quell’accordo era valido allora, lo è oggi e dovrà esserlo in futuro” concludono i consiglieri Dem.
“Con questo documento vogliamo impegnare il Governo a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e dei livelli retributivi, incluse tutte le forme di integrazione al reddito previste dall’accordo di programma” ha dichiarato oggi il capogruppo regionale Franco Senarega (Lega).
“Inoltre, l’ordine del giorno chiede al Governo di recepire la volontà di Regione Liguria ad assicurare il mantenimento della filiera dell’acciaio in Italia, compresa la lavorazione a caldo presso lo stabilimento di Taranto, come elemento fondamentale per la difesa della capacità industriale e produttiva del Paese”.
“A considerare una forma di tutela legale e penale in nuova formulazione valida ‘erga omnes’ per non offrire più alcun pretesto di natura giuridica ad ArcelorMittal per giustificare il recesso”.
“A chiedere all’azienda multinazionale il rispetto di tutte le intese siglate col Governo e le organizzazioni sindacali, a partire dalla piena applicazione del piano ambientale dal conseguimento degli obiettivi produzione previsti dal piano industriale e dalle garanzie per il mantenimento dei posti di lavoro e dei livelli retributivi”.
“Ad assicurare, alla luce della recente legittima azione della magistratura milanese, che gli altoforni di Taranto non vengano spenti qualunque sia l’esito delle trattative in atto”.
“Ad attivare un’azione concreta e monitorata affinché vengano assunte tutte le opportune iniziative finalizzate all’attuazione delle opere di bonifica della ex centrale termica dell’ex Ilva a Genova Cornigliano” conclude l’esponente del Carroccio.
“Sono lieto che il consiglio regionale abbia approvato all’unanimità un ordine del giorno sulla vicenda dell’ex Ilva che domani noi porteremo al Ministro Patuanelli all’incontro previsto a Roma. Come previsto dall’ordine del giorno, al Ministro noi chiederemo di riconsiderare lo scudo penale, di rispettare l’accordo di programma per quanto riguarda lo stabilimento di Genova Cornigliano, di assicurare il mantenimento della filiera dell’acciaio in Italia. Credo sia un buon obiettivo della politica che, fino ad oggi, non ha dato segnali di particolare capacità nella gestione di queste crisi” ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.
“Porteremo il nostro contributo – ha continuato il governatore ligure – Stando attenti l’accordo di programma di Genova sull’acciaio venga totalmente rispettato anche in quelle parti che fino ad oggi non lo sono state fino in fondo”.
“L’accordo di programma è la nostra ultima trincea. Sappiamo che la situazione è disperata, ma sappiamo bene che è meglio una lotta disperata che una disperazione senza lotta”. detto il coordinatore dell’Rsu Arcelor Mittal Armando Palombo, nel suo intervento davanti al consiglio regionale monotematico.
La posizione dei sindacati: “Assicurare che gli altoforni di Taranto non vengano spenti qualunque sia l’esito delle trattative in corso”, garantire il rispetto dell’Accordo di programma del 2005 sulla salvaguardia occupazionale nello stabilimento di Genova Cornigliano, “garantire il mantenimento e lo sviluppo dell’unità produttiva di Genova Cornigliano”. Infine ad attivarsi affinché venga attuata la bonifica dall’amianto della ex centrale termica di Genova Conrigliano.
Rispetto alla situazione di Taranto Palombo ha spiegato che “A Fos sur mer e a Dunkerque, il ciclo integrale c’è con le migliori tecnologia e non si capisce perché non possa essere fatto lo stesso a Taranto. Così l’Italia rischia di diventare l’unico paese del G7 senza un ciclo integrale dell’acciaio”.
Per quanto riguarda Genova il coordinatore dell’Rsu ha ricordato come lo stabilimento di Cornigliano sia l’unico in Italia a produrre la latta. Il mercato italiano ne assorbe 800 mila tonnellate l’anno, noi ne produciamo 100 mila perché in questi anni non si è voluto investire”.
sindacati, “assicurare che gli altoforni di Taranto non vengano spenti qualunque sia l’esito delle trattative in corso”, garantire il rispetto dell’Accordo di programma del 2005 sulla salvaguardia occupazionale nello stabilimento di Genova Cornigliano, “garantire il mantenimento e lo sviluppo dell’unità produttiva di Genova Cornigliano”. Infine ad attivarsi affinché venga attuata la bonifica dall’amianto della ex centrale termica di Genova Conrigliano.
Rispetto alla situazione di Taranto Palombo ha spiegato che “A Fos sur mer e a Dunkerque, il ciclo integrale c’è con le migliori tecnologia e non si capisce perché non possa essere fatto lo stesso a Taranto. Così l’Italia rischia di diventare l’unico paese del G7 senza un ciclo integrale dell’acciaio”.
Per quanto riguarda Genova il coordinatore dell’rsu ha ricordato come lo stabilimento di Cornigliano sia l’unico in Italia a produrre la latta. Il mercato italiano ne assorbe 800 mila tonnellate l’anno, noi ne produciamo 100 mila perché in questi anni non si è voluto investire”.
Ad intervenire anche Fabio Ceraudo della Uilm: “Se Mittal abbandona sarà un disastro sociale – ha detto – e in questa situazione il governo deve affrontare la situazione con forza”. Rocco Genco, delegato Fim Cisl, ha ricordato che “i lavoratori della siderurgia a Genova hanno già pagato visto che abbiamo perso del 2005 1700 posti di lavoro”. Anche per Genko resta importante che sia mantenuto il ciclo integrale dell’acciaio “perché in assenza non saremmo più competitivi sul mercato”.