Loano. Un ricorso al Tar e un esposto alla Procura della Repubblica di Savona per fermare l’operazione urbanistica dei Mazzocchi a Loano. L’intervento, che prevede la costruzione di 42 alloggi per un totale di 8 mila e 300 metri cubi di nuove costruzioni nei pressi della caserma dei carabinieri e delle Trexende, ha ottenuto il via libera del consiglio comunale nonostante un accanito “fronte del no” (formato da cittadini, associazioni ambientaliste e consiglieri di minoranza) che aveva presentato anche una raccolta firme.
Visto che finora nessuna iniziativa è servita per fermare l’operazione, adesso sono arrivati il ricorso al Tar e l’esposto alla magistratura. Il primo punta il dito contro due deliberazioni comunali arrivate, dopo l’approvazione del piano particolareggiato in variante al Prg relativo al progetto Mazzocchi, per modificare la “fascia di rispetto cimiteriale”.
Durante la discussione dell’iter progettuale è emerso che le nuove costruzioni sarebbero sorte a meno di 200 metri dal cimitero capoluogo e quindi in violazione del vincolo di edificabilità previsto dalla legge. Di qui le due deliberazioni del parlamentino loanese che, forte di un parere positivo dell’Asl 2 Savonese, ha ridotto la fascia di rispetto cimiteriale a 50 metri. Inoltre, sempre secondo chi si oppone all’operazione, tutta la procedura burocratica sarebbe stata portata avanti senza la valutazione di impatto ambientale necessaria.
Secondo i cittadini e le associazioni (WWF Savona e Associazione Verdi Ambiente e Società) che hanno presentato il ricorso al Tar con l’assistenza dell’avvocato Daniele Granara, alcuni degli atti che hanno portato al via libera del progetto sono “illegittimi, ingiusti, dannosi e pregiudizievoli”. Adesso spetterà al Tribunale Amministrativo Regionale decidere se accogliere la richiesta di annullamento e di sospensione dell’esecuzione.
Quella del ricorso al Tar non è l’unica “tegola” che rischia di cadere sulla testa della Giunta Pignocca, fresca di riconferma da parte dei cittadini loanesi. Sull’operazione Mazzocchi c’è infatti anche un esposto alla Procura di Savona che non usa certo parole tenere verso l’amministrazione comunale e sui passaggi che hanno portato a partire dal 30 giugno del 2014 all’approvazione della variante al Prg di Loano relativa all’intervento urbanistico.
Sono quattro in particolare gli aspetti non chiari segnalati nell’esposto: “il mancato rispetto della legge regionale 30 del 1992 per la variante a Prg scaduto (il comprovato interesse pubblico); la cessione dei terreni comunali non avvenuta verso l’amministrazione, ma che vengono ceduti dal comune nel 2013; il conflitto di interessi del dirigente che ha seguito la pratica della variante avvenuta dopo la delibera consigliare del 30 giugno 2014; la risposta data sull’osservazione 5 (una richiesta di riduzione di volumi e abbassamento dell’altezza complesso) ovvero che ‘una riduzione delle volumetrie a fronte degli impegni assunti dai soggetti attuatori non garantirebbero la sostenibilità finanziaria’”.
Perplessità vengono anche sollevate su una deliberazione di giunta provinciale che modifica i piani di bacino, ma anche la già citata deroga alla fascia di rispetto cimiteriale.
A scatenare le proteste maggiori comunque è proprio la questione riguardante l’interesse pubblico: in cambio del via libera all’operazione, il costruttore (la Matrix degli impresari Rosso e Panizza) realizzeranno alcuni alloggi di edilizia residenziale pubblica nella zona di via Pendola e cederanno al Comune il capannone delle ex Camuzzi, in cui l’amministrazione comunale vuole collocare il comando della polizia municipale e della protezione civile e il magazzino dei materiali.
Per la giunta Pignocca “l’interesse pubblico è evidente”. Per i promotori dell’esposto, invece, tale interesse è tutt’altro che palese e, anzi, non sussisterebbe affatto.