Loano. “L’iter va avanti. E’ un intervento che ci sta a cuore. Una riflessione di due mesi forse è stato troppo, ma era corretto procedere in questo modo”. Così il sindaco di Loano Luigi Pignocca risponde all’interpellanza presentata dal consigliere di minoranza del Pd Gianni Siccardi e riguardante le “lungaggini” relative all’approvazione del progetto di ampliamento della casa di riposo gestita dalle suore cappuccine di “Mare Rubatto” di via dei Gazzi.
Nei mesi scorsi i vertici della struttura socio-sanitaria hanno presentato al Comune di Loano la richiesta per poter ristrutturare il complesso con la realizzazione di nuove stanze (nelle quali ospitare anche pazienti di sesso maschile), una serie di palestre e piscine rieducative. Tutte novità che comporterebbero la creazione di diversi posti di lavoro (attualmente la struttura conta 67 dipendenti). In cambio delle autorizzazioni, l’istituto si è impegnato a spostare il proprio ingresso sul lato di via delle Caselle e a cedere al Comune una parte delle proprie aree verdi, cosa che consentirebbe di rivedere la viabilità all’intersezione tra via dei Gazzi e piazza San Francesco.
Secondo Siccardi, il progetto ha più “pro” che “contro” e porterebbe alla città tutta una serie di benefici: “Con questo ampliamento, Loano si ritroverebbe ad avere sul proprio territorio una struttura socio-sanitaria unica nel nord Italia, si creerebbero una trentina di nuovi posti di lavoro e si potrebbero rivolvere anche diversi problemi di circolazione in una zona in cui sono presenti due rotatorie in pochissimi metri e in cui oggettivamente si fa fatica a capire come funziona la viabilità”.
Nonostante ciò, secondo Siccardi l’amministrazione Pignocca si è presa troppo tempo per dare una risposta: “Da marzo ad oggi, quindi ben prima di entrare in consiglio comunale quale capogruppo del Pd – diceva qualche giorno fa Siccardi – ho incontrato più volte il sindaco e il dirigente preposto per dare una rapida soluzione alle richieste di licenza avanzate dalle suore. In tutti gli incontri, la responsabilità veniva demandata all’Asl, che secondo l’amministrazione non aveva ancora dato riscontro nonostante i solleciti del Comune”.
“A maggio, cioè in periodo elettorale, il sindaco e l’assessore regionale Sonia Viale avevano detto che l’iter burocratico era da ritenersi concluso e avevano garantito alla struttura l’immediato inizio dei lavori. Visto che poi tutto è rimasto fermo – prosegue Siccardi – ad agosto ho chiesto un altro incontro al sindaco di poterci incontrare e in quella sede Pignocca mi aveva garantito la propria disponibilità a portare la pratica in consiglio nonostante il dirigente e l’assessore presenti non avessero la stessa idea”.
Un mese dopo, la questione era ancora ferma e ciò ha iniziato a insospettire Siccardi e i suoi: “L’istituto delle suore si trova a poca distanza dal camposanto di Loano – ricordava l’esponente del Pd – La legge vieta di effettuare interventi edilizi in zone che si trovano al di sotto di una distanza minima dai cimiteri. Quello di Madre Rubatto, però, è un intervento di natura socio-sanitaria e quindi entrano in gioco alcune deroghe. Il nostro timore è che l’amministrazione si avvalga delle legittime richieste dell’istituto per sanare altre situazioni, non altrettanto chiare, gravanti in zone cimiteriali”.
Il riferimento, nemmeno tanto velato, era alla contestatissima operazione Mazzocchi, sulla quale grava (così come evidenziato dall’ex consigliere di minoranza di “è Tempo” Betti Garassini) la questione relativa proprio al vincolo cimiteriale che vieta interventi edilizi al di sotto di una certa distanza dai campisanti. Insomma, il timore del Pd è che il Comune usi la questione Madre Rubatto come “grimaldello” per sbloccare la pratica relativa al progetto edilizio di località Mazzocchi.
L’interpellanza di Siccardi è stata discussa nel corso del consiglio comunale di ieri sera: “Il titolo edilizio che consente l’ampliamento e riqualificazione della residenza protetta, con parziale modificazione della destinazione d’uso in Rsa e centro diurno di secondo livello – ha detto Pignocca – non è una licenza di convenzione edilizia ma una Dia obbligatoria in deroga presentata dallo stesso istituto il 2 marzo 2016 e integrata il primo giugno 2016. Gli insediamenti produttivi esistenti, anche quelli di natura socio-assistenziale, possono essere ampliati se sussistono inderogabili condizioni. La Dia ha efficacia con la stipula della convenzione che regola il soddisfacimento degli standard urbanistici richiesti. La giunta ha approvato la bozza di convenzione. Vista la deroga della fascia di rispetto cimiteriale disposta dal consiglio comunale qualche mese fa, l’iter procedurale si sta avviando e si concluderà con la stipula della convenzione”.
Insomma, fermo restando i tempi tecnici, il progetto va avanti: “Abbiamo agito secondo le regole – ha aggiunto il sindaco – Due mesi di riflessione rispetto alla norma del vincolo cimiteriale forse sono stati troppi, ma era corretto farlo. Grazie alla convenzione che verrà stipulata la strada ora è spianata e presto l’intervento, che ci sta a cuore, potrà andare avanti”.