Loano. Sono state approvate con i voti della sola maggioranza del consiglio comunale (tranne quello del consigliere Giovanni Battista Cepollina che non ha partecipato alla votazione) le varianti presentate dalla Regione riguardo l’operazione urbanistica dei Mazzocchi, il contestato intervento urbanistico che prevede la costruzione di 42 alloggi per ottomila e 300 metri cubi di cemento nella zona nei pressi della caserma dei carabinieri e delle Trexende.
Ieri pomeriggio il parlamentino loanese si è riunito per discutere le modifiche presentate dai tecnici della Regione al progetto che era passato al vaglio dell’amministrazione comunale a giugno dello scorso anno e che aveva scatenato la protesta di parte della popolazione loanese, più che mai decisa a fermare l’ennesima “colata di cemento in una delle poche aree verdi del territorio” e in una zona “già satura dal punto di vista urbanistico”.
Nonostante le rimostranze (sfociate in una petizione sottoscritta da 500 persone) e le osservazioni presentate da alcuni cittadini e volte a mitigare l’impatto ambientale dell’intervento, il progetto ha proseguito il suo iter burocratico. I tecnici della Regione lo hanno valutato e hanno chiesto all’amministrazione del sindaco Luigi Pignocca di introdurre alcune varianti, necessarie a rendere il progetto più conforme dal punto di vista paesaggistico: ieri il consiglio comunale si è riunito per “recepirle” e quindi inglobarle nel piano generale.
In estrema sintesi, le novità riguardano la riduzione delle altezze degli edifici più alti, che quindi non saranno delle “torri” ma saranno uniformi a quelli che si trovano in zona. I volumi, di conseguenza, saranno spalmati su una superficie di terreno maggiore. Questa eventualità non ha convinto Cepollina (“Sarebbe stato meglio mantenere le altezze previste all’inizio – ha detto – Così facendo si consuma troppo territorio”) che quindi ha deciso di non partecipare alla votazione. Già in occasione della prima discussione riguardante l’operazione Mazzocchi (giugno 2014), Cepollina non aveva partecipato al voto in consiglio in quanto a suo dire l’operazione andava “contro la proposta di bloccare le nuove edificazioni e di riqualificare il patrimonio edilizio già esistente nell’ambito del Puc”.

Dal punto di vista della convenzione urbanistica, invece, Comune e soggetto attuatore hanno deciso di rivedere la decisione di “monetizzare” la realizzazione di tre alloggi di edilizia residenziale pubblica: il costruttore, quindi, non pagherà all’amministrazione il costo per la costruzione degli appartamenti ma li edificherà direttamente in via Pendola. Inoltre, sempre il privato si occuperà della manutenzione del verde pubblico della zona per otto anni e non per cinque anni come previsto inizialmente. In questo senso è stata accolta in parte la richiesta presentata dal Pd, che in occasione di una riunione della 3^ commissione consiliare aveva proposto di integrare la deliberazione imponendo ai soggetti attuatori l’obbligo di provvedere alla manutenzione delle aree verdi presenti nei terreni sui quali verrà realizzata l’operazione immobiliare. Questo per ridurre l’onere a carico del personale del Comune, già “ridotto all’osso”.
Durante la discussione, il consigliere della lista civica “è Tempo” Betti Garassini ha ribadito la propria perplessità a proposito dell’intera operazione ricordando l’assenza di un “interesse pubblico”, che è una delle condizioni fondamentali per poter mettere in atto l’intervento urbanistico. Ma non solo: “Una legge regionale vieta le nuove edificazioni nei Comuni con piano regolatore scaduto. Loano non rientra in questa prescrizione in quanto il nostro piano fa riferimento ad una norma precedente. Tuttavia mi chiedo perché questa indicazione non sia stata inserita nel testo della delibera. Inoltre vorrei sapere se sono state fatte verifiche per quanto riguarda il rispetto del vincolo di edificabilità in zone cimiteriali: quest’altra norma, del 1934, prevede che non si possa costruire a meno di 200 metri di distanza da un camposanto. Si tratta di una norma nazionale che prevale sui vincoli speciali dei piani regolatori, quindi potrebbe vanificare tutta l’operazione”.
A spegnere ogni dubbio ci ha pensato l’assessore all’edilizia privata Vittorio Burastero, che ha sottolineato: “Queste osservazioni mi stupiscono molto. Oggi siamo qui a recepire le indicazioni che ci sono arrivate dalla Regione, che se avesse riscontrato difformità rispetto ai vincoli cimiteriali o altre normative di certo non avrebbe autorizzato il prosieguo dell’iter. Quindi da questo punto di vista non ci sono problemi di sorta”.

Il capogruppo di “è Tempo” Dino Sandre ha aggiunto: “Il territorio di Loano va incontro ad una nuova cementificazione. Per di più in un’area contraddistinta dalla presenza di verde pubblico. Il progetto prevede l’acquisizione del capannone ex Camuzzi, che pur trovandosi in una zona male servita e ben poco centrale dovrebbe andare ad ospitare il comando della polizia municipale e diventare magazzino dei materiali del Comune. Secondo noi si tratta di una scelta poco ponderata dovuta alla spinta arrivata dai privati. Loano dovrebbe essere maggiormente tutelata dal punto di vista ambientale e della cura del verde pubblico. Questo era uno dei punti del programma elettorale della lista di Pignocca. Invece assistiamo all’ennesima colata di cemento e ad un calo del verde pubblico”.
Giulia Tassara e Roberto Franco del Pd hanno aggiunto: “I tecnici della Regione hanno avvallato un piano di grande consistenza con un Prg ormai scaduto senza ridurre i volumi, mentre per quanto riguarda l’edilizia convenzionata di Arte in via Magenta hanno riscontrato problemi tali da bloccare il progetto. Quest’amministrazione non ha mosso un dito a favore dei bisognosi affinché si arrivasse ad un compromesso per avviare l’operazione con una cooperativa locale. Prima Vaccarezza e ora Pignocca hanno raccontato la solita favoletta ai signori delle cooperativa in cerca di una soluzione in località Prigliani. Forse a qualche riunione con la cooperativa ha partecipato anche l’assessore Burastero con delega ‘alle belle favole’. Tutto ciò per un motivo molto semplice e banale. Gli attuali vertici della Regione, così come quelli dell’amministrazione, ritengono che ci sia il cemento di seria A,e poi il cemento di serie B, cioè il cemento dei miseri delle cooperative che non serve che non fa cassa e che danneggia la vista o meglio gli interessi di chi sa quale mercato”.
Dal canto suo, Pignocca ha ribadito l’interesse pubblico dell’operazione, dato dall’acquisizione dell’ex Camuzzi che permetterà di “riunire in un unico luogo tutti i materiali ora sparsi in diversi depositi presenti sul territorio che quindi potranno essere restituiti alla città” e dalla riqualificazione dell’area con la sistemazione della rete fognaria e di parte della viabilità, cosa che permetterà di usufruire meglio del verde e dei posteggi della zona. Per quanto riguarda invece lo spostamento della polizia municipale, Pignocca ha osservato: “I consiglieri di minoranza continuano a dire che io considero Loano divisa in due, quella del centro e quella della periferia. Invece secondo loro Loano è una sola, dato che la periferia ‘non esiste’. Se è così, il fatto che la municipale venga spostata alle Trexende non dovrebbe creare eccessivi problemi”.
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