Arringa

Omicidio di piazza della Nazioni, l’avvocato della famiglia: “Sow aveva un unico piano, uccidere la vittima”

L'avvocato della difesa chiede di escludere le aggravanti: "Ha confessato dopo il delitto e ha chiesto scusa alla famiglia"

Piazza Nazioni Savona

Savona. “Safayou Sow aveva un unico piano: uccidere la vittima“. Lucrezia Novaro, avvocato della famiglia di Danjela Neza, uccisa nei giardini di piazza delle Nazioni a Savona la notte tra il 5 e il 6 maggio dello scorso anno, ha chiesto l’ergastolo per Safayou Sow alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Fiorenza Giorgi. “La pena massima non riporterà in vita Danjela, ma è una risposta di giustizia alla famiglia“, ha aggiunto Novaro.

Sow è accusato di omicidio e porto abusivo di armi con l’aggravante della premeditazione e del legame sentimentale. L’uomo lo scorso maggio avrebbe ucciso, sparandole alla testa, Danjela Neza, 29 anni. I due avevano litigato a lungo fino a quando Safayou Sow è andato in macchina, ha preso una pistola semiautomatica calibro 22 con la matricola abrasa e aveva sparato alla giovane. Poi aveva telefonato il 112.

“Questo è stato un femminicidio – ha proseguito Novaro – perché Danjela è stata vittima di una scelta di un mondo maschile. Quando si è trattato di scegliere, i titolari hanno scelto Sow. E’ rimasta a casa perchè era solo una cameriera”.

“Di fronte alla possibilità di perdere quello che aveva – continua Novaro – Sow sceglie di sopprimere la persona che a suo modo di vedere gli impediva di vivere come voleva. Non sono convinta che l’imputato avesse avuto piano A e piano B. Quando decide di parlare con Danjela la porta in un posto isolato e l’unico piano è eliminare la vittima, tenta anche approcci sessuali come ultimo atto di disprezzo verso una donna indifesa”.

“Sow aveva un solo obiettivo – ha proseguito l’avvocato Novaro – non prende la pistola perché aveva antagonisti, l’unico possibile poteva essere lex fidanzato della ragazza ma la vicenda era già stata chiarita tra i due. La volontà omicida di Sow era maturata con il tempo. La chiamata al 112 è stata l’espressione finale di aver portato a termine il suo compito”.

L’avvocato della difesa Alessandro Stipo chiede che vengano escluse le aggravanti (premeditazione e futili motivi): “Portava l’arma dietro se si sentiva agitato, la gelosia non sempre configura i futili motivi, in giurisprudenza viene usata anche come attenuante. L’imputato ha confessato dopo aver commesso il delitto e ha chiesto scusa alla famiglia tra le lacrime, dimostrando sincero pentimento. Ha confessato e ha collaborato sull’origine dell’arma. Sow è stato condizionato dall’ambiente che viveva: è orfano di padre ed è scappato in barcone attraversando peripezie in mare”.

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