Savona. Trent’anni di reclusione. E’ questa la pena richiesta durante la requisitoria del pubblico ministero Luca Traversa questa mattina nell’aula magna del tribunale di Savona nell’ambito del processo in corte d’assise a carico di Safayou Sow.
Sow è accusato di omicidio e porto abusivo di armi con l’aggravante della premeditazione e del legame sentimentale. L’uomo lo scorso maggio avrebbe ucciso, sparandole alla testa, Danjela Neza, 29 anni, in piazza delle Nazioni. I due avevano litigato a lungo fino a quando Safayou Sow è andato in macchina, ha preso una pistola semiautomatica calibro 22 con la matricola abrasa e aveva sparato alla giovane. Poi aveva telefonato il 112.
“Uno dei problemi del nostro ordinamento – ha spiegato Traversa prima di chiedere la pena – è la valutazione contestuale delle circostanze. Da una parte tre circostanze aggravanti granitiche, dall’altra io devo ricordare a me stesso e a tutti che Sow si è consegnato all’autorità contattando personalmente il 112 e consentendo di arrestare in flagranza di reato, ha confessato le responsabilità dell’omicidio subito e da giugno in poi anche sull’acquisto della pistola, ha dato la password per accedere al cellulare di Danjela e così ci ha agevolato le indagini e, senza saperlo, ci ha consentito di reperire tutte le registrazioni audio”.
Tre le aggravanti contestate dal pubblico ministero: relazione affettiva, futili motivi e premeditazione. “Sow inizia a cercare con insistenza l’arma nel febbraio 2023 – ha spiegato il pm -, l’acquisto avviene il 15 marzo e pochi giorni dopo scrive a Danjela ‘te la farò pagare’, cerca su Google come usare la pistola e poi va dai titolari a dire che ha problemi con Danjela, inoltre si presenta a un appuntamento decisivo con una pistola nel bagagliaio”.
Il pubblico ministero ha ripercorso le vicende ricostruite grazie alle indagini svolte dalla squadra mobile della questura di Savona: “Sow Safayou – ha ricordato Traversa – è un ragazzo del ’96 arrivato in Italia anni fa con un barcone, ha imparato l’italiano e ha iniziato a lavorare come lavapiatti, era stimato da tutti sul piano lavorativo e aveva una vita routinaria con pochi amici. Danjela Neza era del 94, era profondamente legata al suo lavoro e contribuiva in modo preponderante alle esigenze della famiglia. I due si conoscono sul posto di lavoro e avviano una relazione nel maggio 2022 quando è stato arrestato l’ex fidanzato di Neza. I due vivono anche momenti felici, fanno anche vacanze insieme, ma per Danjela era una relazione passeggera e, invece, Sow voleva costruire la sua vita intorno a lei“.
Alla fine del 2022 Sow inizia a dubitare della fedeltà di Danjela e inizia ad assumere comportamenti al limite degli atti persecutori (a ottobre 2022 – ha ricordato Traversa – Sow si era rivolto a un santone per allontanare i pretendenti di Danjela, l’incontro era stato fotografato e la foto era stata cancellata 12 ore prima dell’omicidio). Il 15 marzo Sow compra la pistola, il 17 marzo inizia le ricerche sul web per sapere come usare l’arma, il 20 marzo Sow spiega ai titolari la situazione con Danjela. Nel cellulare di Sow vengono trovate foto a contenuto sessuale mentre la ragazza dorme che Sow aveva scattato con l’intenzione di ricattare Danjela qualora non fosse andata via dal club.
Sow ha dato il pin dell’iphone di Danjela permettendo così agli inquirenti di accedere al telefono della ragazza (più velocemente rispetto a uno sblocco forzato) “fornendo così formidabili prove“. Oltre a scoprire che Danjela aveva comprato un’applicazione per registrare incontri, i poliziotti trovano salvate nel cellulare le registrazioni di conversazioni: l’incontro tra Neza e Sow, tra Neza e i titolari del club, e il dialogo avvenuto tra i due pochi minuti prima dell’omicidio.
I rapporti tra i due giovani si complicano a inizio aprile per il ricatto lavorativo posto in essere da Sow: “O stai con me o non ti devo vedere” aveva detto lui e lei aveva risposto: “Mi stai dicendo che per tornare a lavorare devo fare quello che vuoi te“.
In un mese (8 aprile-5 maggio) “c’è stato un cambio nelle strategie dei titolari del club – ha evidenziato il pm -. All’inizio speravano passasse la crisi tra i due ragazzi, arrivati a maggio capiscono che la situazione non si risolve e allora richiamano Danjela a lavorare e dicono a Sow che lavorano insieme oppure se ne sarebbe dovuto andare lui”.
“Neza all’inizio non credeva che lui volesse spararle – ha evidenziato il pubblico ministero -. Poi si rende conto che non è uno scherzo. ‘Io ho cercato di fare tutto, se apri la porta ti sparo‘, aveva detto lui quando lei aveva provato a scappare. Tra la conversazione e gli spari decisivi c’è una collutazione. Il primo proiettile ha colpito a distanza estremamente ravvicinata sopra l’occhio sinistro e il secondo sparo – di segno marcatamente esecutivo – penetra al contrario, dalla sommita del capo e si incastra sotto lo zigomo sinistro. Danjela il 6 maggio alle 2 è stata uccisa brutalmente con due colpi alla testa. Sow ripete tre volte ‘ho sparato alla mia ragazza‘, pochi minuti dopo aver commesso il delitto”.