Il problema

Gite scolastiche, anche se brevi e low cost molti studenti non partecipano. I dirigenti: “Dopo il Covid prezzi aumentati”

Molte famiglie devono rinunciare a mandare i propri figli in vacanze lunghe optando per quelle giornaliere, i costi sono quadruplicati rispetto ad una decina di anni fa

studenti generica

Savona/Finale. Ha fatto molto scalpore e ha girato su diversi siti e giornali di informazione, compreso su Genova24, il caso gita scolastica che ha riguardato il liceo Leonardo Da Vinci di Genova. Questione che è anche finita sulla scrivania della Rete degli studenti, sindacato che da anni contesta il prezzo dei viaggi definendoli, in più di un’occasione, “gite d’oro”.

La questione riguardava sì una gita certamente fuori porta ma anche fuori budget e appunto “d’oro”, infatti ammontava a oltre 700 euro il costo complessivo del viaggio proposto dall’istituto che avrebbe dovuto portare gli studenti dell’ultimo anno del liceo a Berlino. La maggior parte delle famiglie dei ragazzi ha però ritenuto la cifra, evidentemente, troppo onerosa e così l’ipotesi è stata scartata.

“Ho letto la notizia, una cifra troppo spropositata a nostro avviso, è impensabile che le famiglie possano spendere così tanto – afferma Mauro Ferrando, dirigente dell’ISS Mazzini Da Vinci di Savona – il nostro istituto non si può permettere preventivi così alti, abbiamo mandato i ragazzi più grandi 4 giorni a Praga per un costo che si aggirava intorno ai 350 euro e non siamo nemmeno riusciti ad accontentare tutte le famiglie. Purtroppo alcune sono rimaste a casa, il nostro collegio docenti è molto accurato nella scelta dei fornitori e fa un lavoro egregio confrontando tanti preventivi, per noi sarebbero proibitivi anche 500 euro ma 700 è una cifra troppo fuori misura”.

“Come ho detto prima non riusciamo purtroppo ad accontentare tutte le famiglie e quindi di conseguenza gli alunni, alcuni dei quali devono rinunciare alla gita – conclude il dirigente Ferrando – cerchiamo, quindi, di andare in contro alle esigenze di tutti e proponiamo a questi ragazzi delle uscite di un solo giorno, queste alternative sono un buon compromesso. Ricordo che il nostro istituto ha delle situazioni familiari particolari, ma non non possiamo contribuire economicamente per tutte”.

“Nel  nostro istituto non c’è un fondo per le gite scolastiche, non è possibile e la normativa non lo prevede per cui non saprei come tirare fuori questi soldi – afferma la dirigente del liceo scientifico di Savona “Orazio Grassi”, Daniela Ferraro – non abbiamo stabilito nemmeno un tetto massimo per il budget delle gite ma ci sono regole precise e serie. Il nostro corpo docenti, ogni anno, fa indagini di mercato molto accurate sia nella scelta dei fornitori che poi dei preventivi. Ne confrontiamo molteplici e proponiamo poi alle famiglie il preventivo più congruo, secondo il nostro punto di vista. Abbiamo optato per fare gite che siano più brevi rispetto agli anni passati, dove magari le quinte stavano fuori anche una settimana intera, ora tendenzialmente proponiamo quattro o cinque giorni. Sicuramente abbiamo notato che, soprattutto post Covid i prezzi hanno subito un notevole rincaro e da una parte posso capire le motivazioni, ma dall’altra è difficile accontentare tutti. Purtroppo i costi non li decidiamo noi docenti, ma quello che possiamo fare è cercare di tutelare e includere più studenti possibili proponendo anche gite giornaliere”.

L’analisi  della dirigente Daniela Ferraro trova, su alcuni punti, in accordo anche il professor Daniele Scarampi, che dal 2019 è dirigente scolastico del Polo unico Finalese e dell’Istituto comprensivo di Sassello: “Dopo la pandemia c’è stato un aumento esponenziale dei costi in tutti i settori, a partire dalle materie prime. L’aumento però ha riguardato anche tanti altri fattori che incidono sul costo finale complessivo delle gite, mi viene in mente il carburante. E’ normale che i prezzi dei viaggi di oggi non sono più uguali a quelli di una decina di anni fa, purtroppo dobbiamo farci i conti”.

“Qualche anno fa si poteva andare a Parigi senza spendere una cifra esorbitante, ad oggi non è così – continua Scarampi – i prezzi sono quadruplicati. Facciamo anche noi indagini di mercato molto meticolose ma a differenza di altri istituti, il nostro collegio docenti ha fissato un tetto massimo per le gite delle classi di quinta superiore: un budget di 500 euro. Questa scelta è a tutela delle famiglie – conclude il dirigente scolastico – ha uno scopo inclusivo e lo voglio sottolineare”.

Nell’aprile del 2023 un sondaggio del portale Skuola.net, effettuato su 3500 ragazzi, ha stabilito che solamente il 48% degli studenti delle scuole secondarie avrebbe aderito ai viaggi di istruzione. Inoltre dallo studio ne è derivato che un caso, di questi 3500, su quattro aveva problemi di natura economica.

A novembre il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato un nuovo bonus gite scolastiche per l’anno in corso destinato a sostenere le spese. Questa misura mira ad assistere prevalentemente le famiglie svantaggiate, garantendo a tutti gli studenti l’opportunità di partecipare alle iniziative degli istituti. Un bonus che ha il dovere di far cambiare i dati statistici, o almeno provarci. Perché se è vero che le gite scolastiche devono essere un premio per gli alunni disciplinati e un incentivo a studiare, deve essere altrettanto vero che a queste ricompense possano ambire tutti.

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