Assegnazione

Sandro Lorenzini “Inquieto dell’anno”: la premiazione allo scultore savonese

"Inquietudine, vivacità, curiosità, capacità di intraprendere strade nuove o poco battute..."

sandro lorenzini

Finale Ligure. Il savonese Sandro Lorenzini, grandissimo nome internazionale della scultura e della ceramica, riceverà sabato 8 aprile alle ore 18.00 all’interno della Sala delle Capriate all’interno del Complesso di Santa Caterina a Finale Ligure, il premio “Inquieto dell’Anno” assegnatogli dal Circolo degli Inquieti per il 2022.

Partendo dall’assunto che i modi di essere inquieto sono diversi, così come varie sono le cause delle inquietudini, il Circolo ha, da sempre, verificato che caratteristica comune dell’inquieto è la vivacità intellettuale e sentimentale, il desiderio mai completamente soddisfatto di conoscere e di conoscersi; di comprendere se stesso e gli altri; di intendere il conosciuto ed il conoscibile; di percepire il mistero; di intraprendere iniziative ed avventure nuove.

Sandro Lorenzini risponde alla perfezione a tali caratteristiche: formatosi come scenografo, all’Accademia di Belle Arti di Brera ha lavorato alla Scala e al Piccolo Teatro di Milano fino al 1973 quando decise di tornare in Liguria e di dar vita a una nuova attività artistica.

“Quando a metà degli Anni Settanta decisi di lasciare Milano e il teatro, inseguendo un’idea libera e inebriante, quella cioè, di “fare il mio teatro fuori dal teatro”, mi ritrovai di fatto ad essere un artista che abbracciava convinto una nuova disciplina, la scultura, necessitando per esercitarla di un nuovo medium, fino ad allora a me sconosciuto, la terra, appunto”.

Lorenzini dunque approda in Liguria dove si mette a studiare la ceramica, fino ad inaugurare il suo primo laboratorio, ad Albisola.

Dopo gli anni di formazione inizia a partecipare ad innumerevoli mostre personali, collettive e rassegne, dando vita a opere che cominciano a farsi notare e apprezzare per l’ecletticità, la visionarietà oltre che, spesso, per le grandi dimensioni, condizione questa di grande difficoltà tecnica quando si ha a che fare con la terra “alla terra sono rimasto fedele, da allora; l’ho cercata e amata in tutte le sue declinazioni: le argille raccolte, le crete povere, le terre bianche, le terre rosse, quelle semirefrattarie, gli impasti forti, i grès, le porcellane, i caolini cinesi e giapponesi.”.

Una passione che Lorenzini ha espresso in centinaia di opere, per lo più di grandi o grandissime dimensioni, disseminate in collezioni private, musei, piazze, luoghi pubblici, in Italia e all’estero.

Lorenzini poi, una volta intrapresa la strada da scultore, grazie alla qualità del suo lavoro, decisamente innovativo per tipologia e dimensioni, ha affiancato all’aspetto concreto, manuale, della realizzazione di opere, quello accademico: è stato infatti docente presso l’Università di Berkeley, la californiana San Jose State University, l’Anderson Ranch Center for the Arts in Colorado e presso centri ceramici di eccellenza in Cina a Foshan, Fu-Ping, Jingdezhen e in Giappone a Seto, Mino e Shigaraki durante cui, nel corso di una residenza proprio a Shigaraki, ha ricevuto la visita e l’incontro con l’Imperatore e l’Imperatrice del Giappone.

Tanti i premi e riconoscimenti in competizioni internazionali: Biennale de Ceramique a Vallauris, in Francia, l’International Ceramic Competition, a Mino in Giappone, la Mostra Internazionale della Ceramica a S.Stefano di Camastra (ME), il Concorso Faenza, la Biennale for Ceramics del Cairo.

Altrettanto numerose le mostre: il maestro savonese ha esposto in Italia, Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti, Cina, Giappone, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Nuova Zelanda.

Dopo il teatro, Lorenzini ha scelto l’arte della ceramica come proprio mezzo espressivo, ricercando fin dall’inizio la grande dimensione e il rapporto diretto fra le opere e gli spazi che le ospitano: le grandi installazioni site specific hanno costituito infatti la sua dimensione espressiva più peculiare così come la qualità delle realizzazioni e il livello altissimo della ricerca tecnica lo hanno reso famoso in tutto il mondo.

Numerose e di successo le mostre e opere site-specific. Recentissima, poi, la personale ospitata all’interno del Museo della Ceramica di Savona “Sandro Lorenzini scultore della terra. Da Savona al mondo”, conclusasi lo scorso 27 febbraio; la più grande mostra dedicata al maestro savonese nella sua città natale, dal 1986: 150 opere, di cui 22 sculture inedite realizzate nell’immediato post lockdown, figurine antropomorfe con le mani alzate, in una sorta di saluto alla vita.

“Insomma un artista che ha fatto della sua idea ‘fare teatro fuori dal teatro’ un segno distintivo, sia nelle opere di grandi dimensioni, umanoidi (dei, entità mitologiche, uomini, alieni, ecc.), o forme geometriche, teste zoomorfe, sia in quelle più piccole, Lorenzini ha tratto ispirazione da storia, fantasia, leggenda, miti, rendendo abitate fortezze, castelli, foreste, regge, piazze, spazi ipogei, mura antiche in cui è stato chiamato a lavorare, trasformando i diversi spazi in palcoscenici non convenzionali”.

“Inquietudine, vivacità, curiosità, capacità di intraprendere strade nuove o poco battute, sono dunque i tratti distintivi del maestro savonese che verranno esplorati, nel corso della serata dell’8 aprile, grazie all’abituale conversazione con il premiato che anticipa la cerimonia di consegna del premio, di nessun valore venale: una pentola di terracotta sghimbescia schiacciata da un lato e con i manici disposti in modo irregolare”.

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