Albenga. Era luglio del 2019 quando Claudia Fantino e Gianpiero Colla stavano per entrare nell’Albenga Calcio. Reduci dall’impresa sportiva di Albisola, portata dalla Promozione sino alla Serie C, la coppia più influente del momento era stata accolta euforicamente dalla piazza bianconera, con l’entusiasmo di chi si aspetta a breve qualcosa di grande.
“Vogliamo fare qualcosa di importante in questa piazza – introduceva Colla alla conferenza di presentazione – ripetendo il percorso di Albisola. Se sei mesi fa avessi conosciuto meglio Albenga, in questo momento saremo in Serie C. Ma non preoccupatevi, saremo di nuovo l’unica società professionistica del ponente ligure“.
“Ci auguriamo di essere all’altezza per arrivare a grandi risultati – diceva la presidente Fantino subito dopo – se siamo riusciti a fare ciò che abbiamo fatto in una realtà più piccola, non vedo perché non dovremmo farcela in una grande piazza come Albenga: ce la metteremo tutta per vincere“.
Sembrava l’inizio di una “favola bis“, solo con una categoria in meno da scalare. La tifoseria ingauna, come detto, era convinta in una grande svolta verso il professionismo: il miglioramento della struttura, la costruzione della squadra portandosi dietro il fedelissimo Gargiulo, poi Olivieri, Di Pietro, Boveri e Figone e tanti altri. In panchina il primo nome è stato quello di Matteo Solari.
L’ex tecnico del Vado ha iniziato con grande foga, ma per una serie di risultati negativi è arrivato l’esonero durante i primissimi giorni di maggio. Un epilogo che lo stesso Solari definirà “ingiusto“, siccome c’erano ancora dodici partite da giocare e a detta sua la squadra aveva ancora bisogno di conoscersi bene, essendo totalmente nuova. Al suo posto ha concluso il campionato Pierluigi Lepore, ma per la proprietà si è trattato soltanto di un traghettatore: per la prossima stagione c’era bisogno di un’altra svolta.
Infatti, sulla panchina ingauna è stato chiamato a sedersi Alessandro Grandoni. L’ex Sampdoria ha contribuito a riaccendere l’entusiasmo della piazza. “Benvenuto mister Grandoni” gli cantavano in coro, desiderosi che quello fosse realmente l’anno giusto. L’epilogo della stagione 2020-2021, purtroppo, lo sappiamo tutti: il COVID19 ha messo in ginocchio il mondo intero, tra cui i campionati sportivi. Alla ripresa, con il cambiamento del format, l’Albenga ha provato a riprendere il loro percorso, ma alla semifinale playoff viene battuta in due incontri contro il più attrezzato Ligorna.
Alla terza stagione, quella attuale, il canovaccio era sempre lo stesso: dopo due tentavi andati male, quello successivo bisognava provare a centrarlo. Separandosi da Grandoni, la proprietà contatta un altro Alessandro: Lupo, assieme al suo vice Matteo Fiani. I due accettano con grande carica, lasciando la rivale Imperia e rigenerando un rinnovato spirito tra gli ingauni. “Lupo, Lupo dai dai dai”, tra i tifosi e il tecnico è stato amore a prima vista: il suo carattere sanguigno, unito al suo calcio propositivo e passionale, ha attirato la gente, un qualcosa che in tre anni di gestione i Colla non avevano mai visto in maniera così forte. In ogni partita ci sono sempre stati applausi per la squadra, che macinava punti e esprimeva potenzialità importanti.
Poi qualcosa si è rotto. Complici i problemi aziendali del patron, la società ha riscontrato numerose difficoltà organizzative e, per tanto, a garantire le retribuzioni. I ragazzi in campo fanno quello che possono, continuando a vincere e convincere, mentre il proprio allenatore medita sul da farsi. Nel giorno della partita contro l’Arenzano, Lupo e Fiani rassegnano le dimissioni lasciando l’Albenga a pochi punti dalla matematica salvezza.
Il tecnico genovese aveva spiegato le sue ragioni proprio sul nostro giornale: “Non è tanto per la situazione economica quanto per il venire meno di una determinata progettualità – ha incalzato l’allenatore – nel momento in cui non si sente più la possibilità di incidere da un punto di vista emotivo non si può fare altro se non tirarsi indietro. Quello che abbiamo fatto fino ad oggi è stato bellissimo, ho avuto la possibilità di conoscere una piazza fantastica.”
Per la proprietà era il quarto allenatore in tre anni, bisognava trovare il quinto. Pochi giorni dopo l’annuncio di Flavio Ferraro, che ha esaudito il suo sogno di allenare l’Albenga e attualmente è stato confermato per la prossima stagione. L’esperienza del “baffo” ha contribuito a continuare il percorso di crescita della squadra, magari con qualche accortezza maggiore in alcune fasi di gioco, ma senza mai spezzare quel filo tesso sin dall’arrivo di Lupo. Annata conclusa al quarto posto ai playoff tra svariate difficoltà e altri addii.
Sì perché non solo Lupo e Fiani se ne sono andati, ma anche il DG Andrea Mei non se l’è sentita di proseguire. Dirigente fidato della famiglia Colla, anch’esso ha dichiarato: “Il rapporto non era da tempo più quello che serve per lavorare in sintonia e, anche qui, l’aspetto economico non era determinante. Ha inciso molto di più non essere stati obiettivi rispetto alla situazione e non modificare i programmi in corsa. Tutto l’ambiente, compreso il settore giovanile, ne ha risentito”.
Questo è il passato, ma il presente cosa riserva? La possibilità di acquisizione del club da parte di Simone Marinelli, ex numero 1 del Savona, sta facendo nuovamente risollevare i tifosi bianconeri. Tuttavia, pare che la strada non sia così piana come alcuni pensano.
I Colla vogliono prendere tempo, mentre la piazza ha manifestato più volte il suo dissenso. I comunicati degli ultras e dei Fedelissimi sono chiari: “la proprietà deve lasciare”, senza se e senza ma.
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