Lodo arbitrale

Ata: Vaggi, Pizzorno e Ravera dovranno risarcire 1,9 milioni di danni

Il collegio arbitrale ha stabilito che i membri dell'ex CdA dovranno rifondere i danni subiti dall'azienda e quantificati da una perizia

Sara Vaggi

Savona. Alcuni componenti dell’ex CdA di Ata, ossia l’ex presidente Sara Vaggi, il vice Roberto Pizzorno e il consigliere comunale Marco Ravera, dovranno risarcire poco meno di 2 milioni di euro di danni. Lo ha stabilito il collegio arbitrale che si è occupato della richiesta danni avanzata dall’azienda nei confronti degli ex dirigenti dopo il concordato preventivo.

La vicenda riguarda l’operato del consiglio di amministrazione dal 2011 al 2016: dopo il tracollo finanziario l’azienda ha chiesto i danni ai vertici dell’epoca, parallelamente a un’indagine penale per bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa i bilanci sarebbero stati adattati per rappresentare una situazione finanziaria migliore di quanto fosse in realtà.

Il lodo risale a circa un mese fa. La cifra esatta, 1,9 milioni, è pari al danno quantificato da una perizia. L’importo, secondo quanto stabilito dal collegio, dovrà essere risarcito dai tre ex dirigenti in misura proporzionale alla loro permanenza in carica, mentre gli allora sindaci revisori (ossia le figure incaricate di controllare i conti) dovranno pagare solo le spese legali.

Vaggi, che già nel 2018 contestava l’importo stabilito dalla perizia, è pronta a fare ricorso: “Premesso che il lodo in questione definisce un arbitrato qualificato come irrituale e non ha pertanto valore di sentenza né di provvedimento giudiziale – è il commento del suo legale, Giovanni Battista Petrella – la mia assistita è decisa ad impugnare nelle sedi opportune tale lodo, censurando e riproponendo anche i numerosi profili preliminari e procedurali, che sono stati sollevati nel corso dell’arbitrato”.

Se la posizione di Sara Vaggi era ovviamente più delicata (essendo la presidente aveva potere decisionale), il lodo ha sorpreso Pizzorno e Ravera, la cui linea difensiva si è sempre concentrata sullo scarso coinvolgimento negli aspetti economici della gestione e sull’impossibilità di accorgersi delle difficoltà finanziarie di fronte a bilanci apparentemente in ordine e in assenza di lamentele da parte di dipendenti o fornitori.

Particolarmente amareggiato Marco Ravera, entrato nel CdA solo nel 2014 per rappresentare il Comune di Savona e rimasto in carica per 18 mesi: “Mi sembra ancora tutto così strano, ci devo riflettere – spiega – Sinceramente non pensavo finisse così, credevo in un esito diverso anche in considerazione del tempo in cui sono stato nel CdA. Ci sono perizie diverse tra loro, e le criticità erano tutte antecedenti al periodo in cui sono entrato. C’ero, è indubbio, ma accorgersi della situazione era complicato. Valuterò cosa fare”.

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