Operazione barbarossa

Finito in manette in un’indagine sulla ‘ndrangheta nell’Astigiano: finalese ai domiciliari

Il gip ha accolto l'istanza di attenuazione della misura del suo legale

Generico 2018

Finale Ligure. Il 3 maggio scorso era finito in manette insieme ad altre 25 persone nell’ambito dell’Operazione Barbarossa, che aveva permesso ai carabinieri di smantellare una presunta “locale” della ‘ndrangheta tra Asti, Costigliole d’Asti e Alba. Da oggi il 37enne di Finale Ligure, Gaetano Parrucci, difeso dall’avvocato Alain Barbera, ha lasciato il carcere ed è agli arresti domiciliari. Il gip Alessia Ceccardi ha infatti accolta l’istanza di attenuazione della misura richiesta dal suo legale tenendo conto del fatto che l’indagato ha già definito un accordo di massima con il pm per patteggiare una pena sotto i tre anni di reclusione.

Nell’operazione che aveva portato all’arresto di Parrucci erano state denunciate anche altre 48 persone ed erano state eseguite 78 perquisizioni e sequestrati complessivamente 21 fucili di grosso calibro, 16 pistole, revolver e relativo munizionamento, 350 proiettili di vario calibro, 10 kilogrammi di Marijuana, 100 grammi di cocaina e 100 grammi di hashish. Per gli arrestati l’accusa, a vario titolo ed in concorso, era di associazione a delinquere di stampo mafioso per omicidi, tentati omicidi, estorsioni, traffico di armi e droga.

L’indagine era partita nel maggio del 2015 in seguito ad alcuni fatti criminosi, un omicidio avvenuto ad Isola d’Asti (il 53enne Luigi Di Gianni, gestore di un night club ucciso il 12 gennaio 2013) e due tentati omicidi, a cui sono seguiti altri episodi intimidatori nei confronti di titolari di esercizi commerciali. Grazie al lavoro del nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Asti si era risaliti ad una nuova locale (composta da tre famiglie) nella provincia di Asti. Le indagini hanno coinvolto anche le province calabresi di Catanzaro e Vibo Valentia (interessando i comuni di Lamezia Terme e Vibo Valentia), svelando rapporti di reciproca assistenza esistenti tra gli esponenti ‘ndranghetisti delle province calabresi di origine e dell’articolazione dell’associazione di tipo mafioso in Piemonte.

Oltre a Parrucci in manette erano finiti Rocco Zangrà, Franco Marino, Michele Stambè, Luca Scrima, Angelo Stambè, Salvatore Stambè, Daniele Stambè, Giuseppe Catarisano, Ferdinando Catarisano, Vincenzo Emma, Giuseppe Emma, Enea Adriano Emma, Bruno Agostino, Fabio Biglino, Salvatore Carè, Santo Giuliano Caruso, Gianpiero Conti, Mattia Pisano, Ivan Venturelli, Alberto Ughetto, Massimo Pugliese, Rosario Sette, Gianfranco Guzzetta, Mauro Giacosa e Agim Lema.

(fonte atnews.it)

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