Lo Zibaldone è la rubrica di IVG su storie, racconti, aneddoti e scorci culturali della nostra provincia, curata da Sara Sacco.
Storie… storie… quante storie da raccontare: alcune si scoprono casualmente, altre affiorano prepotenti durante appassionanti ricerche, e poi aneddoti, ispirazioni, pensieri e parole…
Siamo giunti all’ultimo “numero” dello Zibaldone. Dopo un anno finisce qui la fantastica esperienza con IVG.it: ringrazio ancora l’editore Matteo Rainisio e tutta la redazione che mi ha dato la possibilità di scoprire e pubblicare alcune delle infinite storie della nostra bellissima provincia. Ringrazio inoltre tutti i lettori che mi hanno assiduamente seguito e che hanno reso “Lo Zibaldone” uno dei magazine più letti nel 2017!
Grazie a tutti!
Quando un turista, o un semplice “foresto”, giunge per la prima volta a Savona, lasciandosi la Torretta alle spalle, incontra una via centrale imponente che porta al cuore della città e legge “via Pa…le…o…ca…pa”… sì è via Paleòcapa! O Paleocàpa? Ma dove cade l’accento?? Certo non è un cognome ligure, né tantomeno savonese… ma perché non intitolare a un personaggio noto la via principale del capoluogo, denominandola semplicemente via Chiabrera o via Della Rovere?
Questa è una storia del XIX secolo: il bergamasco di nobile origine greca Pietro Paleocapa, diplomatosi Tenente del genio nel 1812 presso l’Accademia Militare di Modena, combatte nelle campagne napoleoniche, ma si occupa anche di costruzioni e di infrastrutture destinate a fortificazioni, ferrovie, trafori e canali.
Conclusasi l’esperienza militare ed entrato nel Genio Civile, a partire dal 1817 Paleocapa viene nominato ingegnere di acque e strade di Venezia e si occupa di regolamentare il corso dei fiumi (Po, Brenta e Adige); nel 1848 diventa deputato del Parlamento Subalpino e Ministro dei Lavori Pubblici nonché, successivamente, senatore del Regno d’Italia. Nonostante la cecità, fu nominato presidente delle Ferrovie dell’Alta Italia e contribuì alla legislazione sui lavori pubblici del 1865, prima di morire nel 1869.
Nel progetto dell’ingegnere la via che a Savona porta il suo nome dal 1867 doveva rappresentare la principale arteria cittadina che collegava i quartieri storici di via Pia con la nuova stazione ferroviaria (che sarebbe sorta in muratura sulla sponda sinistra del Letimbro solo nel 1883) e che aveva lo scopo di permettere ai viaggiatori di raggiungere comodamente i treni passando attraverso un percorso coperto, sotto i portici.
In effetti la rete ferroviaria raggiunge Savona nel 1868 e la prima ferrovia litoranea che collegava Savona a Ventimiglia viene inaugurata nel gennaio del 1872, mentre il collegamento ferroviario con Torino inizia due anni dopo. Nella realtà, la strada intitolata all’ingegnere-politico viene completata solo nel 1910, quando viene demolito l’antico quartiere di Monticello, collegando così la Torretta con “Piazza Umberto I”, denominata poi “Piazza del Popolo” nel 1945.
Non tutti sanno che… anche la piazza principale di Savona, prima di essere intitolata a Mameli a partire dal 1911, è stata dedicata all’ing. Paleocapa nel 1868.
Non tutti sanno che… la fama di Paleocapa diventa anche internazionale quando ottiene alcuni incarichi all’estero, tra cui una consulenza per la regolazione delle acque del Danubio nei pressi di Budapest e del Tibisco in Romania, sul delta del Danubio.
Non tutti sanno che… Paleocapa partecipa alla progettazione della galleria dei Giovi (1854) e del traforo ferroviario del Frejus (1857) nonché a quella della costruzione del Canale di Suez quando, nel 1855, viene nominato presidente della Commissione scientifica preposta allo scavo.
Nota della redazione: Si conclude così uno dei magazine più apprezzati e graditi dai lettori nel 2017. Sara ha “esplorato” per noi la provincia savonese in lungo e in largo, raccontandoci storie del passato più o meno note, spiegando luoghi comuni e modi di dire, rivelandoci piccoli e grandi curiosità della nostra terra. Un’esperienza che ha arricchito anche noi della redazione, rendendoci più consapevoli del grande fascino e della ricchezza storica di questa provincia. Sara ci “lascia”, solo su queste pagine, perchè la sua professione l’ha spinta verso una nuova avventura: da tutti noi i migliori auguri!
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