Albenga. La storia di Tomaso Bruno sarà per la prima volta sul grande schermo martedì 31 gennaio, alle 18.30, nella sala 3 del cinema Multiplex di Regione Torre Pernice ad Albenga. E’ questa la data della proiezione in anteprima assoluta di “Più Libero di Prima”, il film che ripercorre la vicenda di Tommy ed Elisabetta Boncompagni, i due ragazzi italiani assolti dalla Corte Suprema indiana dopo essere stati accusati dell’omicidio del loro compagno di viaggio Francesco Montis.
Ovviamente la prima proiezione è dedicata in via prioritaria agli amici e famigliari di Tomaso, alle Istituzioni e ai sostenitori della campagna di crowdfunding condotta nel 2014 per supportare il film, quindi i posti sono estremamente limitati.
Per chi non potrà assistere alla “prima”, giovedì 2 febbraio, alle 23 circa, una versione ridotta del film per la televisione andrà in onda su Rai 3 all’interno del programma DOC3, curato da Fabio Mancini con la consulenza di Luca Franco. Le proiezioni di “Più libero di prima”, comunque, proseguiranno nella prossima primavera/estate quando la pellicola seguirà il proprio percorso nei festival e nelle sale cinematografiche.
“Più libero di prima”, un documentario con la regia di Adriano Sforzi, racconta la storia dei ragazzi reclusi in India, basato su lettere e riflessioni che Tomaso ha scritto in carcere. Lo scorso 14 gennaio sulla pagina Facebook del progetto è stata pubblicata la locandina del film e oggi, finalmente, l’attesa data della prima proiezione.
“E’ un film sulla capacità di affrontare l’imprevedibilità della vita, a volte ingiusta e inesorabile, che può toccare chiunque – racconta Sforzi – È il ‘romanzo di formazione’ di un giovane occidentale, in cerca di se stesso, capace di avere un’evoluzione positiva nonostante la reclusione in una cella da quattro anni. Ma questo è anche la storia universale dell’amore di due genitori, Euro e Marina, che ci daranno la possibilità di chiederci quanta fede abbiamo e fino a che punto crediamo davvero nelle persone che amiamo: cosa siamo davvero disposti a fare, per la loro libertà?”.
Ecco l’immagine di Tommy per il regista del film: “Lo conosco fin da bambino, quando giocava nel campetto da calcio dell’oratorio e io, poco più grande, gli facevo da ‘allenatore’ – racconta – I percorsi della vita ci hanno fatto incontrare molti anni dopo a Bologna dove, sotto le stelle di Piazza Maggiore, parlavamo tutta la notte cercando il modo di uscire dagli schemi preconfezionati della nostra vita. Incredulo come tutti, non sapevo come partecipare alla rabbia per la sua incarcerazione. Poi, come tutti, leggendo le sue lettere ho avuto la possibilità di reagire: lì dentro ho trovato il cuore e la forza di fare questo film. In quelle parole scritte a mano, in quattro anni e mezzo trascorsi dietro le sbarre, c’è il meraviglioso romanzo di formazione di un ragazzo che diventa uomo. C’è un urlo di innocenza che risuona nella testa di chiunque le legga, c’è un significato universale di libertà. Avevamo la speranza di chiudere il film riportando a casa Tomaso. Ci siamo riusciti”.