Istanza accolta

Inchiesta per concussione, revocata la misura cautelare all’imprenditore Giovanni Falco

Insieme a lui erano finiti nei guai i finanzieri Giancarlo Perfetti e Luciano Puddu

Tribunale Savona

Savona. Misura cautelare revocata. Giovanni Falco, l’imprenditore coinvolto con posizione più marginale nell’indagine per concussione che ha portato in manette i due finanzieri Giancarlo Perfetti e Luciano Puddu, non dovrà più rispettare l’obbligo di dimora ad Albisola Superiore.

A deciderlo è stato il gip Fiorenza Giorgi che, stavolta, ha accolto l’istanza di revoca della misura avanzata dall’avvocato Franco Aglietto, legale di Falco. Anche il pm Vincenzo Carusi, che proprio ieri aveva interrogato l’indagato, ha dato parere favorevole alla revoca della misura.

L’accoglimento della richiesta è stato accolto con grande soddisfazione dall’avvocato Aglietto che ha precisato: “Nel corso dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero il mio assistito ha nuovamente chiarito la sua posizione dando la sua versione sull’unico episodio che gli viene contestato”. Falco deve rispondere di tentata concussione perchè, secondo la contestazione della Procura, avrebbe fatto da intermediario tra la vittima e Puddu. Accusa che ha categoricamente contestato negando di aver fatto richieste di denaro all’avvocato savonese che, nel marzo scorso, si era rivolto alla guardia di finanza per denunciare un episodio risalente al 2009 oggi finito (insieme ad altri contestati a Puddu e Perfetti) al centro dell’inchiesta.

Per quanto riguarda i due finanzieri avrebbero – questa la tesi degli inquirenti – chiesto e ottenuto soldi da alcuni imprenditori sottoposti a verifiche fiscali da parte delle Fiamme Gialle. In particolare, sempre secondo quanto contestato dagli inquirenti, Puddu e Perfetti bussavano alle porte delle aziende per svolgere accertamenti fiscali e, una volta effettuate le prime verifiche, facevano intendere che sarebbero saltate fuori delle irregolarità e che l’imprenditore in questione rischiava sanzioni salate. A quel punto suggerivano la soluzione: con una “mazzetta” sicuramente la verifica si sarebbe risolta in maniera positiva.

Accuse dalle quali i due, difesi dagli avvocati Luciano Chiarenza e Fabio Rulfi, si sono difesi.

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