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Area di crisi complessa, tavola rotonda del Pd: “Strumenti nuovi per aiutare i lavoratori e l’industria”

Oggi la federazione provinciale del Pd ha ospitato un incontro col responsabile economico del partito Filippo Taddei

La tavola rotonda del Pd sull'area di crisi del savonese

Savona. “Gli strumenti che ci sono oggi non c’erano in passato e sono molto più forti rispetto a quelli che c’erano prima. Se non basteranno ne troveremo altri. Per il momento abbiamo una ragione per avere la speranza della ragionevolezza dalla nostra parte”. E’ ottimista Filippo Taddei, il responsabile economico del Pd, che oggi pomeriggio è intervenuto alla tavola rotonda dal titolo “Area vasta di crisi del Savonese, quali soluzioni” curata dalla segreteria provinciale del Partito Democratico di Savona.

All’incontro tenutosi presso la sede della federazione provinciale di via Sormano erano presenti il Franco Vazio, vice presidente della commissione giustizia della Camera; Anna Giacobbe, membro della commissione lavoro della Camera; il consigliere regionale Luigi De Vincenzi, il presidente della Provincia e sindaco di Vado Monica Giuliano, il sindaco di Villanova Pietro Balestra, il suo collega di Quiliano Alberto Ferrando, il primo cittadino di Finale Ugo Frascherelli, il segretario provinciale del Pd Fulvio Briano, il suo omologo savonese Barbara Pasquali; Roberto Arboscello, responsabile dello sviluppo economico e delle infrastrutture del Pd provinciale, i delegati di Cgil, Cisl e Uil e i segretari del Pd di Vado, Quiliano, Finale e Villanova. Coordinava Giacomo Vigliercio.

Secondo Taddei, “dichiarare questo territorio un’area di crisi complessa significa dare strumenti aggiuntivi, nuovi e potenziati per gestire la crisi e la trasformazione industriale. Innanzitutto strumenti potenziati di sostegno ai lavoratori come l’estensione degli ammortizzatori sociali. Ma ci sono anche strumenti generali, per ingaggiare i datori di lavoro e gli imprenditori che in questo momento vogliono cogliere l’opportunità per cambiare. Strumenti generali come il sostegno agli investimenti che esisterà con la nuova legge di bilancio e non solo per questo territorio ma anche a livello nazionale; strumenti anche dedicati a favorire un rinnovamento e una gestione della forza lavoro attraverso l’introduzione della flessibilità pensionistica nella nuova legge di bilancio”.

“Questi sono strumenti nazionali che si uniscono a quello locale dell’area di crisi complessa. Per una volta abbiamo una serie di strumenti indirizzati verso un obiettivo comune: fare in modo che la ripartenza industriale di questo territorio non rimanga solamente una nostra intenzione ma diventi un fatto realizzato in tempi molto brevi”.

La tavola rotonda del Pd sull'area di crisi del savonese

Insomma, una sorta di “coltellino svizzero normativo e giuridico” per evitare di “fare il funerale della grande industria”: “Più che coltellino svizzero è un piccolo Piano Marshall per la ricostruzione industriale di questo territorio e di altri. Ci sono strumenti nazionali e locali, che riconoscono la specificità del savonese e, in virtù di ciò, danno possibilità nuove e più forti per sostenere i lavoratori e accompagnare la trasformazione industriale che serve”.

Resta da chiedersi se questo basterà a salvare aziende con centinaia di lavoratori come Tirreno Power, Bombardier e Piaggio: “Lo vedremo solo col passare del tempo – nota cautamente Taddei – Per il momento usiamo al massimo quello che c’è. Di certo dobbiamo constatare che gli strumenti che ci sono oggi non c’erano in passato e sono molto più forti rispetto a quelli che c’erano prima. Se non basteranno ne troveremo altri. Per il momento abbiamo una ragione per avere la speranza della ragionevolezza dalla nostra parte.

La tavola rotonda del Pd sull'area di crisi del savonese

Vazio punta l’obiettivo sulla rapidità di intervento: la procedura per il riconoscimento del savonese quale area di crisi complessa è stata particolarmente celere. “Per assumere una decisione di questa natura normalmente ci vogliono non mesi ma anni. Il lavoro che è stato fatto dalle amministrazioni locali e dalla parte politica (rappresentanti del territorio e parlamentari) ha fatto sì che questo tipo di intervento potesse essere fatto in pochi mesi. Del resto, la grande esplosione di questa crisi è avvenuta in primavera e dopo qualche mese riusciamo ad avere questo strumento importante”.

“L’elemento che differenzia questo tipo di intervento rispetto al passato è che c’è un interesse diretto da parte del Governo alla politica industriale. L’esecutivo ha percepito per quest’area una situazione particolare che doveva essere trattata immediatamente. Questo è quello che è stato. Non abbiamo risolto i nostri problemi, ma abbiamo strumenti importanti per affrontare questa situazione complessa che abbiamo tra Tirreno Power, Bombardier e Piaggio”.

La tavola rotonda del Pd sull'area di crisi del savonese

Anna Giacobbe ha aggiunto: “Ci muoviamo in un quadro generale ancora difficile. Le prospettive della nostra economia non sono ancora tali da farci sentire fuori dalla fase difficile della crisi: una ripresa troppo lenta per avere effetti significativi sull’occupazione e per generare la ricchezza necessaria per recuperare i livelli di reddito e di benessere che si sono consumati in questi anni. La perdita di lavoro e di ricchezza ha aumento le diseguaglianze; in questi anni la distribuzione della ricchezza ha allargato il solco tra i più ricchi e i più poveri e ha fatto percepire non solo una riduzione di reddito, ma anche di ‘status’ alla cosiddetta classe media”.

“Per troppo tempo, anche nel dibattito politico nazionale e nelle concrete scelte economiche è stata sostenuta la tesi che l’uguaglianza sarebbe contraria alla crescita, o comunque un freno, che una quota di differenze e ‘il merito’ sarebbero state motore di competitività e sviluppo. Uguaglianza è redistribuzione equa della ricchezza, cioè disponibilità di reddito per una platea grande di persone, valore alle competenze di tutti, non solo di chi ‘ce la fa’, considerare tutti “capitale umano”: questo aiuta la crescita. Come, d’altra parte, senza una cammino di crescita dell’economia le azioni di redistribuzione sono difficili e zoppe”.

“Per queste ragioni è importante che la concrete decisioni circa la manovra economica che è in preparazione in vista della legge di bilancio definire con il giusto equilibrio la destinazione di risorse (e la qualità dei tagli), tra il dare sostegno alla produzione, alle imprese che investono, agli investimenti pubblici, e scelte eque di politica sociale e del lavoro. Tra gli altri, una particolare importanza hanno i capitoli della previdenza e del contrasto alla povertà. L’accordo tra Governo e Sindacati di ieri sulle pensioni ha contenuti molto significativi, su cui lavorare ancora per arrivare a risultati tangibili per le persone. Alcuni territori, anche in Liguria, soffrono una condizione pesante, una crisi molto diffusa del tessuto produttivo e la difficoltà ad imboccare una via d’uscita”.

La tavola rotonda del Pd sull'area di crisi del savonese

Prosegue il deputato Pd: “Per questo, anche gli strumenti per aiutare le zone in condizioni di particolare difficoltà, parte della Provincia di Savona tra queste, hanno un grande valore. Siamo in attesa del passaggio formale con cui sarà riconosciuta l’area di crisi complessa. Tenere insieme la tutele per le persone che hanno perso il lavoro nelle crisi industriali e ricostruire le condizioni per un nuovo sviluppo, incentivare l’insediamento delle imprese con azioni di sistema e non solo con trasferimenti economici, accompagnare le persone alle nuove occasioni di occupazione che si possono costruire: lo spirito dell’area di crisi industriale complessa e della sua strumentazione è questo. Ci vogliono idee e impegno delle forze locali, ma anche una vera attenzione delle istituzioni nazionali, del sistema delle imprese a quel livello, per trasformare quello spirito in una nuova stagione di crescita economica e di aumento delle occasioni di lavoro”.

“Su questo e sulle singole vertenze c’è un impegno delle istituzioni a livelli diversi, sindaci, consiglieri regionali, parlamentari, nostri esponenti del governo. In particolare su Piaggio: siamo probabilmente ad una passaggio decisivo: è essenziale che sia fatto ogni passo necessario per evitare il precipitare della situazione o il trovarsi di fronte ad una soluzione indigeribile per il nostro territorio. Il ritiro dei licenzianti collettivi è il primo obiettivo. L’integrità dell’azienda, in particolare per la parte Motori, rimane la scelta strategica alla quale affidare il futuro di Piaggio; vanno esercitati fino in fondo i “poteri speciali”, finalizzati esplicitamente a preservare occupazione e ricchezza per il territorio. Ma abbiamo anche bisogno di ricostruire una visione dell’insieme delle questioni economiche riguardano il nostro territorio. Per questo c’è ancora molta strada da fare”.

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