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Loano, la stazione ferroviaria resta senza sala d’attesa: murato l’accesso fotogallery

L'obiettivo è evitare che i senza-tetto trasformino la stazione ferroviaria in un dormitorio

Loano. La stazione di Loano resta senza sala d’attesa. Questa mattina gli operai incaricati da Fs hanno letteralmente murato (con cemento e mattoni) l’ingresso all’area di aspetto per i viaggiatori dello scalo loanese.

Ad essere stata interdetta è l’ultima metà ancora accessibile della sala, che già a febbraio di due anni fa era stata “dimezzata” per un intervento simile. In quel caso gli addetti avevano bloccato l’ingresso alla parte più “nascosta” dell’area per evitare che i clochard lo trasformassero, nottetempo, in un dormitorio.

In questo caso l’intervento è stato più radicale e anziché usare pannelli di legno come nel 2014 sono stati usati materiali da muratura.

A partire da questa mattina, dunque, la stazione ferroviaria di Loano si ritrova senza sala d’attesa. Le sedie che fino a ieri offrivano un angolo di riposo ai viaggiatori in transito nello scalo sono state spostante nell’atrio. Ciò potrebbe creare qualche problema di sovraffollamento nei momenti di massima affluenza di pubblico, come durante l’alta stagione o il primo giorno del mese quando i pendolari rinnovano i loro abbonamenti.

La stazione di Loano resta senza sala d'attesa

L’obiettivo di questo genere di interventi, come detto, è evitare che i senza-tetto trasformino la stazione ferroviaria in un dormitorio. I tanti viaggiatori che hanno assistito ai lavori, però, ritengono che questo tipo di soluzione non sia definitiva: “Anziché occupare la sala d’attesa – dicono – andranno a dormire nell’atrio. Così ce li troveremo davanti anche quando andiamo a fare il biglietto e non solo quando aspettiamo il nostro treno”.

La stazione di Loano resta senza sala d'attesa

A mezzanotte, dopo il passaggio dell’ultimo treno della giornata, il personale della stazione chiude gli spazi interni per poi riaprirli venti minuti prima dell’arrivo del primo treno della giornata. Ciò, comunque, non serve a tenere lontani i clochard, che nella maggior parte dei casi si trattengono all’interno della stazione anche oltre l’orario di chiusura (i senza-tetto possono aprire le porte dall’interno in quanto sono dotate dei cosiddetti “maniglioni antipanico”).

E così qualcuno lancia la proposta: “Le Ferrovie – dicono ancora i pendolari – dovrebbero ingaggiare dei vigilantes privati che si occupino di chiudere e aprire le sale d’attesa e allontanare i senza-tetto. In questo modo la stazione sarebbe decorosa e più fruibile da parte di chi paga il biglietto”.

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