Pensiamoci

Volontariato al primo posto

Lo scoppio all’Ilva e il caos dei soccorsi: 125 anni fa nasceva la Croce Bianca di Savona. Il 4 marzo i festeggiamenti

Il punto su problemi e speranze dell’associazione, che vuole valorizzare anche la sua Cappella

croce bianca savona

Savona. Domani la Pubblica Assistenza Croce Bianca di Savona compie 125 anni. “A Croxe Gianca”, lì in corso Mazzini, dove molti di noi savonesi lanciano uno sguardo passando in auto e immaginando che cosa ci sia dietro: lavoro, impegno, sacrificio di uomini e donne.

Domani la “Bianca” ricorderà quel 4 marzo del 1899. Dopo la terribile esplosione che squarciò le acciaierie Terni, destinate a chiamarsi Ilva, Savona si rese conto che non disponeva di un adeguato sistema di soccorso pubblico. La Croce Bianca nacque così.

Qualche giorno dopo, il 10 marzo, comparve un manifesto: “Una società che raccoglie tutti i buoni uniti di qualsiasi religione e partito, nel santo patto di adoperarsi per il bene del prossimo ora getta le prime basi in questa gentile e colta Savona sotto il nome di Società di Pubblica Assistenza Croce Bianca”.

Parole scolpite. Quel manifesto è attuale anche oggi nello stesso modo. È forse una sconfitta, se bisogna ricordare principi che dovrebbero essere abbondantemente acquisiti? Risponde il presidente della “Bianca”, Nanni Carlevarino: “Sono valori eterni, che restano oggi come allora. La società progredisce, la tecnologia avanza. Li abbiamo acquisiti, ma è giusto ribadirli perché ne abbiamo bisogno oggi più che mai”.

La Croce Bianca di Savona tra passato, presente e futuro, come tante consorelle, ma con le sue specificità tra speranze, certezze e dubbi, primo fra tutti la necessità che non venga meno il flusso di giovani che si impegnano nel volontariato. Non è una cosa facile, diciamolo subito.

Ne parliamo appunto con il presidente Carlevarino e con Carlo Casanova Bonello, il direttore dei servizi (che ha idee chiare e precise sulla Savona di oggi: un discorso che purtroppo non possiamo affrontare in questa sede), e con Cristian Poggio, responsabile del parco mezzi.

Come sta la Croce Bianca, quali sono i problemi e quali le prospettive?
Risponde Carlevarino: “Intanto, riusciamo a rispondere a ogni richiesta di soccorso 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno e abbiamo mezzi e attrezzature sufficienti e moderni. Tutto questo si deve alla generosità dei savonesi. Le risorse ci arrivano dal 5 per mille, in maniera molto consistente, dai proventi dei calendari tornati ai livelli di un tempo anche grazie agli sponsor che li sostengono, dalle donazioni, in cui si distinguono soprattutto le donne, e dai proventi dei servizi”.

I problemi, dicevamo.
“Quello principale è senza dubbio il volontariato. L’associazione si regge sul rapporto tra dipendenti e appunto volontari con l’aiuto del servizio civile e dell’alternanza scuola lavoro. Non siamo ancora al livello di guardia, ma ci siamo molto vicini. Contiamo su un’ottantina di volontari, di cui solo la metà – chiamiamoli così – superattivi. Le chiamate sono sempre in aumento, alimentate non solo dai soccorsi veri e propri: la nostra è la provincia più vecchia d’Europa e questo provoca problemi di solitudine, di sensazione di abbandono. Le notti sono una piaga. Un tempo si usciva una o due volte, oggi otto o nove. Non c’è tempo per riposarsi, perché il giorno dopo bisogna lavorare o studiare. Quindi è sempre difficile trovare persone disponibili”.

Qualche numero rende bene l’idea dell’impegno. La Croce Bianca svolge più di mille servizi al mese e ha una quindicina di dipendenti compresi quelli degli ambulatori (molto efficienti e apprezzati). Sta lavorando alla realizzazione di box nel cortile di via Montenotte e cerca di valorizzare la Cappella Balbi di via Torino. Insomma, la “Bianca” opera anche come un vero e proprio imprenditore.

Cappella Balbi Savona
Cappella Balbi

La storia della Cappella Balbi merita qualche considerazione in più. Si trova in via Torino, qualche passo verso il centro dopo i portici che ospitavano un tempo la Motorizzazione e oggi un negozio di calzature. È un gioiello del circuito del Fai, che per fortuna rimase intatta quando attorno e sopra fu costruito l’edificio. Come detto, oggi si tratta di conservarla e valorizzarla, obiettivi non semplici da perseguire.

Cappella Balbi Savona
Uno degli affreschi della cappella

Torniamo ad altro. Presidente Carlevarino, la Croce Bianca non può rappresentare un obiettivo per chi volesse “impadronirsene” a fini personali o politici?

“È un pericolo che esiste: sì. Lo statuto, attraverso il meccanismo delle tessere, potrebbe consentirlo: sì. Succederà davvero? No. Occorre trovare una via di mezzo tra la democrazia e la tutela dei principi dell’associazione. La Croce Bianca è presidiata da galantuomini, garantita da uomini e donne che la tengono in vita ogni giorno, inserita in una città, Savona, e in una società civile che riusciranno a mantenerla così com’è”.

Cappella Balbi Savona
Uno degli affreschi della cappella

Rino Lupo, consigliere delegato ai rapporti con i militi, ci illustra il programma della giornata di domani, lunedì 4 marzo.
“Alle 15 inizieremo con l’estrazione della lotteria, alle 16 ci sarà la consegna dei riconoscimenti ai volontari e soci con 25 anni di servizio, alle 17 la messa, con l’altare su una barella, per ricordare tutti coloro grazie ai quali oggi siamo qui. Poi ci sarà il momento dell’arrivo della bandiera per i nostri 125 e infine l’inaugurazione dell’ambulanza numero 87 della nostra storia. Non mancherà una bella sorpresa”.

Per il 18 maggio è in programma invece una festa in piazza, con la presentazione di un numero unico creato dal professor Sergio Tortarolo.

Buona festa alla Croce Bianca, nella “gentile e colta Savona”, come fu ricordato il 10 marzo del 1899.

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