Interpellanza

Campo nomadi Savona, l’assessore: “Ancora 25 residenti. Il tema non è liberare l’area, le persone vanno integrate”

La minoranza: "Le condizioni di sicurezza sono evidentemente molto al di sotto della soglia di legge"

Sgombero campo nomadi Fontanassa

Savona. Il futuro dell’area parcheggio vicino al campo di atletica della Fontanassa a Savona ritorna al centro del dibattito con un interpellanza presentata in consiglio comunale oggi pomeriggio dai consiglieri Massimo Arecco e Maurizio Scaramuzza.

“Le condizioni di sicurezza sono evidentemente molto al di sotto della soglia di legge, con conclamate problematiche per la città, per le famiglie stesse e per il vicinato. Inoltre, l’acqua viene pagata da Ata”, hanno detto i due consiglieri. “Se ci fossi io con il camper e pretendessi di stazionare, giustamente i vigili mi caccerebbero via. In questo caso mi dà l’impressione che la legge non venga applicata”, ha aggiunto Arecco. “Da anni quel parcheggio non si può utilizzare – prosegue Arecco -. Sono anni che c’è questa situazione, non do colpa a nessuno. Ho l’impressione che continuiamo a spostare la palla in avanti”, conclude Arecco.

“Noi avevamo iniziato a chiudere un iter – ha aggiunto Scaramuzza -, ma voi non stare rispettando il regolamento comunale perchè procrastinate di sei mesi. Mi auguro che entro la fine del mandato troviate una soluzione, quello lì è il parcheggio dell’impianto sportivo“.

Il consigliere leghista si riferisce al regolamento approvato nell’aprile 2021 dal consiglio comunale che ha abrogato il precedente adottato con deliberazione del consiglio comunale 11 del 26 marzo 2015. Scaramuzza ricorda che “era stato stabilito una scadenza specifica per la permanenza del campo nomadi nel parcheggio del campo di atletica della Fontanassa e che nel testo, tuttora in vigore, era previsto che per gravi motivi di sicurezza il parcheggio venisse liberato il 31 dicembre del 2022“.

Infatti, il regolamento in vigore prevede che l’amministrazione comunale deve farsi carico di trovare una sistemazione alternativa ai residenti nell’area entro fine anno come previsto dall’art. 8 comma 3: “Il Comune di Savona si fa, altresì, carico di attivarsi costantemente per una diversa allocazione ed integrazione dei nuclei familiari, autorizzati al momentaneo utilizzo dell’area in questione, data anche la precarietà abitativa delle strutture mobili autorizzate, entro il 31 dicembre 2022, salvo eventuali proroghe, per obiettive difficoltà tecnico-amministrative o per altri gravi motivi, motivatamente deliberate dalla Giunta Comunale ed adottate con provvedimento sindacale“.

L’assessore al welfare Riccardo Viaggi ha replicato: “Il campo nomadi è lì dal 94, anche le precedenti amministrazioni non sono riuscite a risolvere la questione. Non voglio fare polemica, ma tre anni fa è stata trovata una soluzione per dieci persone, oggi ancora 25 sono residenti in quel sito. Quello che è stato fatto non ha risolto e non è vero che ci sono le case disponibili. Questioni difficili non vanno affrontate con lo scontro. In questo tempo abbiamo provato a ricostruire un rapporto con le persone. Vorremmo modificare il regolamento attuale, la soluzione non è in tempi brevi, faremo un tentativo di inclusione. In Italia ce ne sono 130, un fenomeno in ridimensionamento ma che non vedrà una conclusione rapida“.

Insoddisfatti i consiglieri di minoranza: “L’assessore – commenta Scaramuzza – come al solito non ha volutamente risposto, continuando a fare melina e dire per non dire. Se all’amministrazione va bene che i cittadini savonesi non paghino le utenze ne prendiamo atto, come prendiamo atto che non c’è, anzi c’è una volontà di non risolvere un problema“.

Due anni e mezzo fa erano state sgomberate alcune famiglie alle quali il Comune aveva garantito alloggi alternativi. La decisione della giunta Caprioglio aveva suscitato le polemiche delle associazioni e della minoranza.

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