Approvazione

Piano socio sanitario, via libera dal Consiglio regionale dopo 24 ore di “braccio di ferro”

Maxi emendamento in serata stronca le proposte della minoranza, Toti: "Necessario per superare l'ostruzionismo". Opposizioni sulle barricate: "Una sconcezza"

Generico novembre 2023

Liguria. Dopo una seduta fiume del Consiglio regionale durata più di 24 ore, andata avanti anche per tutta la notte, alle 12.27 è stato approvato con 19 voti a favore e 12 contrari il piano socio sanitario 2023-2025 della Liguria. Una maratona politica iniziata all’insegna dei veleni incrociati, col Pd e le forze dell’opposizione pronti a percorrere le vie legali per per presunti vizi procedurali e il conseguente ordine di scuderia del presidente Toti che ha invitato la sua maggioranza a bloccare tutti i documenti presentati dagli avversari. Ma la seduta era stata convocata a oltranza su una sola giornata e così, nonostante i problemi legati alla mancanza di turnazione del personale dell’assemblea, si è trasformata in un tour de force con pochissimi precedenti.

La svolta decisiva in realtà era arrivata nella serata di martedì grazie al colpo di mano della maggioranza che alle 21.34, negli ultimi minuti della discussione generale, ha presentato in sordina un emendamento canguro di 186 pagine sostitutivo dell’intero testo, firmato da Brunello Brunetto (Lega). Un espediente legislativo capace di azzerare di fatto gli oltre 120 emendamenti depositati dalla minoranza dopo i lavori in commissione Sanità e di bloccare ulteriori possibilità di modifica al provvedimento. Una mossa studiata anche per allontanare anche lo spettro del ricorso al Tar minacciato dall’opposizione per la mancata presentazione in commissione dei 15 emendamenti derivanti dal confronto col ministero della Salute.

Il via libera definitivo però ha dovuto attendere la chilometrica discussione sugli ordini del giorno della minoranza, circa un centinaio, quasi tutti bocciati dall’aula tra la notte e la mattinata tranne quello di Pippo Rossetti (Azione), emendato dall’assessore Gratarola, che impegna la giunta Toti ad avviare ulteriori corsi di formazione gratuita per Oss e a fare scorrere le graduatorie di tutte le Asl per assumere quelli ancora in attesa.

Per il Pd il maxi emendamento è stato “un atto senza precedenti, che insulta le istituzioni democratiche e dimostra totale disinteresse per le opinioni dei cittadini liguri. In un colpo di spugna il centrodestra ha cancellato sei mesi di confronto in commissione con operatori, categorie, associazioni, parti sociali e addetti ai lavori, facendo anche decadere tutti gli emendamenti che avevamo presentato come opposizione. Tra questi, le misure per la Valbormida, per il ponente, per il savonese e misure come l’istituzione dei Cau, i centri di assistenza urgenza per alleggerire la pressione sui pronto soccorsi e un emendamento per aumentare le borse di specialità consentendo di avere un maggior numero di specialisti e vincolandoli alla permanenza sul territorio ligure. Questa è la giunta Toti: per mesi ci hanno fatto studiare un Piano sociosanitario che hanno sostituito a pochi minuti dal voto. Una rara prova di arroganza, mancanza di rispetto e disinteresse nei confronti di centinaia di cittadini liguri che sono venuti per mesi in commissione e che hanno dialogato con le opposizioni negli incontri sul territorio”.

“Lei sta facendo la stessa cosa che ha fatto la presidente Meloni con la manovra – ha accusato il capogruppo del Pd Luca Garibaldi rivolgendosi a Toti -. Questa non è una prova di forza, ma un ulteriore elemento di debolezza. È un modo di salvarvi la pelle ancora una volta, non vi prendete la responsabilità di discutere il piano nel merito. Questa è la prova che non si fida della sua maggioranza”. “Quello che sta avvenendo è sconcio”, ha commentato Ferruccio Sansa che poi ha chiamato in causa l’assessore Angelo Gratarola: “Si vergogni anche lei e chieda scusa”.

Per Fabio Tosi, capogruppo del M5s, “con questo super emendamento non fate un torto a me ma a tutte le persone venute per sei mesi in commissione Sanità”. “Avete voluto alterare le regole del gioco, ma non mi meraviglio del presidente Toti, che considero una persona amorale”, ha aggiunto Gianni Pastorino di Linea Condivisa. “Questa situazione fa schifo – rimarca Pippo Rossetti di Azione -. Non si tratta di rispettare il regolamento, ma di mettere le mani nel piatto della questione. La gente che aveva qualche speranza è stata fregata dal maxi emendamento”.

“Abbiamo recepito alcuni emendamenti di maggioranza e alcuni provenienti dal ministero, dopodiché abbiamo evitato che un atteggiamento di ostruzionismo e di filibustering delatorio delle opposizioni, fatto di 100 emendamenti e 100 ordini del giorno presentati in aula dopo una lunghissima discussione in commissione, impedisse l’approvazione del piano nel calendario di cui la nostra sanità ha bisogno – ha detto il presidente Giovanni Toti in mattinata -. Credo sia stato un atto non solo legittimo, ma anche utile a garantire governabilità alla nostra regione di fronte ad un atteggiamento strumentale delle nostre opposizioni”. E gli ordini del giorno tutti bocciati? “Quei documenti o non fanno parte del piano sociosanitario o sono cose che abbiamo già avviato e fatto e l’opposizione lo fa benissimo. Ma l’intero impianto della discussione è stato votato all’ostruzionismo, noi abbiamo il dovere di garantire governabilità”.

Il piano è stato predisposto da Alisa in coerenza con gli indirizzi di programmazione nazionale. Prima dell’approvazione definitiva di Regione, è stato oggetto di un approfondito confronto con diversi enti e stakeholder (commissioni e assemblea del Consiglio Regionale, Conferenze dei Sindaci in ogni Asl, enti locali, organizzazioni sindacali, Ordini professionali ecc.) che hanno contribuito ad accrescerne il livello di condivisone e attuabilità. Il documento si articola in quattro parti: principi e indirizzi, territorio, prevenzione e promozione della salute, rete ospedaliera ligure.

“Dopo la certificazione del ministero della Salute – sottolinea l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – è arrivato il parere favorevole del Consiglio regionale che conferma alcuni aspetti particolarmente positivi tra cui il rafforzamento dell’offerta territoriale, una sempre maggiore presa in carico individualizzata e un ulteriore salto di qualità nella direzione della digitalizzazione. Siamo di fronte ad un piano che arriva alla fine di un percorso di condivisione. Questa amministrazione, infatti ha individuato, per la prima volta nella storia dell’approvazione di un piano, la conferenza dei sindaci di ciascuna Asl come il luogo indicato per la sua illustrazione in bozza. Siamo di fronte ad un documento, dunque, in linea con la programmazione nazionale. La grande sfida, tramite i fondi del Pnrr, è rappresentata dal potenziamento della medicina territoriale per liberare gli ospedali e dedicarli all’alta complessità”.

“Non ho sentito una parola di apprezzamento – ha aggiunto l’assessore Angelo Gratarola – Il piano sociosanitario è stato enfatizzato e confuso col funzionamento dei singoli ospedali. Non è una bacchetta magica. È un documento che si muove all’interno del Pnrr” che “rappresenta un’occasione unica e irripetibile per una rivoluzione del territorio e dare agli ospedali la possibilità di recuperare la funzione originaria per cui sono stati costruiti”.

Generico novembre 2023

Claudio Muzio (FI) ha annunciato voto favorevole al provvedimento in quanto sarà un provvedimento che permetterà, in particolare, di realizzare le Case di Comunità e di valorizzare il rapporto con il territorio. Il consigliere ha difeso il ruolo strategico di ALiSa. Muzio ha sottolineato che la Regione ha margini di manovra limitati e ha criticato la strategia adottata dalla minoranza, che aveva presentato 137 emendamenti e oltre un centinaio di ordini del giorno: “Oggi, dopo più di ventiquattro ore continuative di Consiglio regionale segnate dall’ostruzionismo preconcetto e fine a se stesso da parte dell’opposizione, riusciamo ad approvare un nuovo Piano sociosanitario che a mio avviso fissa i giusti obiettivi da centrare nel prossimo triennio, a partire dal necessario rafforzamento della sanità territoriale, al fine di sgravare i Pronto Soccorso dagli accessi impropri. Su questo ci è venuto in aiuto il PNRR, con uno stanziamento rilevante che di fatto ci consentirà di realizzare quelle strutture importantissime che sono le Case di comunità e gli Ospedali di comunità” ha detto.

“Sono profondamente convinto – ha proseguito – che la narrazione messa in campo dalle opposizioni, secondo la quale tutte le colpe delle disfunzioni nazionali e regionali della sanità sono responsabilità di questo Piano, sia fuorviante ed ingenerosa. La sanità ha tanti problemi, è innegabile, ma non è con l’ostruzionismo che si risolvono. E poi non si tocchino le Asl, come vorrebbe qualcuno che esplicitamente ha chiesto un loro accorpamento, in particolare il consigliere di Azione Pippo Rossetti, per non fare nomi”.

“Per quanto mi riguarda – ha sottolineato ancora il capogruppo di Forza Italia – il mantenimento di tutte le cinque Asl è un punto sul quale mi batterò sempre, perché cancellarne alcune significherebbe non rispettare la conformazione della nostra Liguria, le diversità orografiche e strutturali del territorio ed il rapporto diretto con il cittadino, che va salvaguardato”.

“Anche sul tema di ALISA – ha aggiunto Muzio – ho sentito giudizi pesantissimi da parte della minoranza. Io penso che certa politica a volte abbia la memoria corta e dimentichi, ad esempio, il ruolo svolto da ALISA durante la pandemia, che è stato straordinario, come ho avuto modo di constatare nei quattro mesi del 2020 nei quali ho avuto l’onore di ricoprire l’incarico di presidente della Commissione Sanità. E’ chiaro che una struttura che ha poco più di 100 dipendenti come ALISA, a fronte di strutture analoghe in altre Regioni che ne hanno più del doppio, è qualcosa che ci deve far riflettere, non sull’importanza dell’Agenzia sanitaria ligure, ma sulla necessità di metterla nelle condizioni di lavorare bene” ha concluso Muzio.

Angelo Vaccarezza (Cambiamo con Toti presidente) ha espresso un giudizio politico positivo sottolineando la presenza assidua dei consiglieri di maggioranza durante la seduta-fiume che, dunque, hanno saputo dimostrare compattezza. Il consigliere ha ribadito la qualità del Piano socio sanitario 2023-2025 in quanto salvaguarda servizi importanti per il territorio come la rete di emergenza e urgenza e ha criticato il tentativo di filibustering organizzato dai gruppi di minoranza.

“Ci sono volute 26 ore consecutive di Consiglio Regionale, ma ne è valsa la pena; nuovo Piano Sanitario, in barba ai gufi e alle cassandre è, finalmente, realtà. Molte le novità contenute nel Piano, e i Liguri potranno verificarlo a breve. Un ringraziamento all’ Assessore Angelo Gratarola, che non ha disatteso la parola data e ha consolidato le migliori aspettative sulla rete ospedaliera della Provincia di Savona. Sintetizzando: confermato il DEA di Secondo livello del Santa Corona di Pietra Ligure, confermando il Trauma Center e il Punto Nascite e ottenendo la deroga necessaria per il mantenimento dell’ unico DEA di secondo livello non genovese. Confermato il DEA di Primo Livello al San Paolo di Savona, confermando la deroga per tutte le eccellenze aggiuntive alle specialità previste in un DEA di Primo Livello, confermando, inoltre, il punto nascite. La Provincia di Savona quindi, come detto fin dall’inizio, mantiene due punti nascita. Proseguiamo: conferma di due punti di primo intervento, P.P.I., sia al nosocomio San Giuseppe di Cairo Montenotte che al Santa Maria di Misericordia ad Albenga. Nell’ immediato è confermata l’apertura per 12 ore con richiesta di deroga per 24 ore nei periodi di maggior afflusso o se la situazione facesse emergere questa esigenza. Confermata l’automedica in Valbormida su 24 ore e la sperimentazione di India, il mezzo con a bordo un infermiere per implementare il servizio di emergenza della provincia di Savona: per ora sulle 12 ore ma con l’ impegno se il territorio lo richiedesse , ad estensione alle 24 ore. Confermato il potenziamento del servizio di elisoccorso. Senza dimenticare Case e Ospedali di Comunità, i nuovi Ambulatori Territoriali e il potente investimento sull’ abbattimento delle liste di attesa. Aver mantenuto la parola è una grande soddisfazione, ad altri lasciamo le polemiche e le strumentalizzazioni”, ha detto Vaccarezza.

Stefano Balleari (FdI) ha criticato i consiglieri di minoranza per avere presentato oltre duecento fra emendamenti e ordini del giorno che rappresentavano – ha detto – un segnale di belligeranza costringendo la maggioranza a prendere le contromisure. Il consigliere ha rilevato che l’opposizione ha confuso il Piano socio sanitario con il funzionamento dei singoli ospedali, che esula dalle competenze del provvedimento e ha ribadito il lavoro di ascolto svolto dall’assessore prima di elaborare il piano.

Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini) ha dichiarato che il Piano mette al centro la persona, sviluppa l’integrazione dei territori, l’assistenza domiciliare, la prevenzione, il contrasto alle liste di attesa per accrescere le prestazioni e contro la migrazione sanitaria fuori Regione e, infine, ha ricordato lo sforzo per arginare la carenza di personale sanitario. Secondo il consigliere il provvedimento migliorerà i livelli assistenziali e ha annunciato un voto convintamente favorevole da parte del gruppo: “Il nuovo piano socio sanitario, che abbiamo approvato oggi in Consiglio regionale, è un provvedimento costruito mettendo al centro la persona e si pone l’obiettivo di risolvere le problematiche sanitarie che i cittadini si trovano spesso ad affrontare, per fornire ai liguri una sanità più efficiente. Il nuovo PSSR disegna la sanità del futuro affrontando le problematiche attuali, come l’affollamento dei pronto soccorso, le fughe per farsi curare in altre regioni, le liste d’attesa, per cui, grazie al governo, la Liguria potrà investire 50 milioni di euro”.

“Questo provvedimento potenzia la medicina territoriale e investe sulla prevenzione. Il ministero ha accolto la nostra richiesta per avere 9 punti nascita, a fronte degli 8 previsti, e quindi anche il Santa Corona di Pietra Ligure riavrà il suo reparto di neonatologia. Sempre per quanto riguarda l’Asl 2, nel piano viene confermato il punto di primo intervento di Albenga, per cui mi sono speso fortemente”.

“Per la stesura del piano, che ha fatto riferimento ai dm 70/2015 e 77/2022, è stato necessario chiedere svariate deroghe, tra cui quella relativa all’estensione dell’orario del ppi di Albenga alle 24 ore giornaliere, per la quale stiamo aspettando ancora la risposta ufficiale dal ministero, ma siamo convinti che sarà accolta. Sappiamo che uno dei grandi temi a livello nazionale che restano da risolvere è quello della carenza di medici, soprattutto anestesisti e di medicina d’urgenza e in questo senso la nostra Regione è già corsa ai ripari con diverse iniziative, ma occorre eliminare il numero chiuso per la Facoltà di Medicina, con test di accesso che diano la possibilità a tutti coloro desiderano intraprendere una professione sanitaria di essere valutati durante il loro percorso di studi. Credo sia poi necessario adeguare gli stipendi, magari differenziandoli in base alla specializzazione, rafforzare le tutele legali e incentivare i giovani a lavorare nel pubblico”.

Grazie all’Assessore Gratarola per la sensibilità che ha dimostrato nei confronti dei territori ingauno e pietrese. Chiedo anche alla Giunta di impegnarsi in un lavoro di informazione per far sapere ai cittadini come si trasformerà la sanità ligure” ha concluso il consigliere Mai.

Stefano Anzalone (Gruppo misto-Progresso Ligure) ha annunciato il voto favorevole al provvedimento e ha ringraziato gli uffici che hanno affiancato i lavori dell’aula e il personale sanitario che svolge un grandissimo lavoro. Il consigliere ha sottolineato che negli ultimi dieci anni le scelte politiche nazionali hanno ridotto i livelli di assistenza così come le decisioni assunte e i tagli operati da altre amministrazioni della Regione Liguria.

Davide Natale (Pd-Articolo Uno) ha ricostruito l’iter del Piano socio sanitario e ha ricordato che prevede l’accorpamento di alcune asl dopo la costruzione dei nuovi ospedali e che tradurrebbe come servizi di elezione poli che si occuperanno, in realtà, di emergenza. Il consigliere ha ricordato le lunghe liste di attesa per esami di diagnostica delle immagini e altri accertamenti radiologici rilevando che la situazione della sanità, prima dell’amministrazione Toti, era in una situazione migliore.

Paolo Ugolini del M5S ha dichiarato: “L’indignazione cede il passo all’incredulità prima e allo schifo totale poi, quando si leggono certi post: secondo il presidente di Regione, avremmo cercato in ogni modo di impedire alla sanità ligure di migliorare. Noi avremmo fatto ostruzionismo? Noi saremmo rancorosi? Che coraggio! Ci sia concesso far notare che bocciare a priori tutte le nostre proposte – e la destra lo ha fatto per ripicca infantile, stizzosa e rabbiosa perché sì… li abbiamo cuccati con le dita nella marmellata – non depone a favore di tutto il centrodestra regionale”.

“Dica il presidente e dica la maggioranza se ancora ritengono giusto aver respinto quanto ho proposto per le più fragili tra le categorie liguri: bocciando il mio ordine del giorno, ha infatti ritenuto non necessario garantire cure riabilitative logopediche e psicomotorie per i minori disabili in Liguria. Parimenti, per quanto riguarda l’Asl5, ha ritenuto non necessario e certamente non urgente sopperire alla grave carenza di personale socio-sanitario nello spezzino”.

“E poi hanno il coraggio di definire il loro Piano ambizioso. Qui di ambizioso semmai c’è solo la tenacia malata con cui la destra rimane rivettata alla propria poltrona con arroganza e sprezzo dell’Aula, forte sì nei numeri ma incurante dei reali bisogni dei cittadini. Anziché raccontare panzane e sparare a zero sul nostro diritto di proporre emendamenti a un provvedimento non pienamente condiviso, la destra cerchi la prossima volta di portare in Aula un testo rispettoso delle procedure”.

Lilli Lauro (Cambiamo con Toti presidente) ha accusato i consiglieri di minoranza di non essere politici di qualità e di non essere adeguati a svolgere il ruolo di opposizione. Lauro ha illustrato le novità e le migliorie introdotte nella sanità ligure dall’amministrazione Toti e l’impegno assunto per abbattere le liste di attesa. Il consigliere ha ribadito il voto favorevole al provvedimento.

Il presidente della giunta Giovanni Toti ha poi ribadito ancora le convinzioni maturate sul piano socio sanitario e ha sottolineato che il numero sproporzionato di emendamenti e ordini del giorno presentati dalla minoranza erano addirittura il doppio del testo in discussione e questo – ha detto – suonava come provocatorio e interdittivo rispetto all’approvazione del documento. Toti, infine, ha ringraziato, in particolare Angelo Vaccarezza per il contributo al documento, il presidente del Consiglio Gianmarco Medusei per la gestione equilibrata dell’Assemblea nella seduta–fiume e ha ringraziato la maggioranza per la compattezza dimostrata.

Votazione di 80 ordini del giorno della minoranza

Prima di votare il provvedimento i gruppi di minoranza hanno presentato 80 ordini del giorno collegati al Piano sanitario regionale: 10 di Sergio Rossetti (Gruppo misto-Azione), 4 del Mov5Stelle, 34 del gruppo Lista Ferruccio Sansa presidente, 32 del gruppo Pd-Articolo Uno.

E stato approvato solo il seguente ordine del giorno: Formazione e assunzione di operatori sociosanitari. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno 963, presentato da Sergio Rossetti (Gruppo misto-Azione) che impegna la giunta a utilizzare il Fondo sociale europeo per avviare al più presto ulteriori corsi di formazione gratuita per operatori socio sanitari e a far scorrere le graduatorie vigenti per assumere altri operatori, compatibilmente con le esigenze delle Asl e con la relativa sostenibilità economica.

Il presidente della giunta Giovanni Toti ha risposto alle accuse di alcuni consiglieri di minoranza rispetto alle bocciature da parte della giunta degli altri ordini del giorno presentati: “Ritengo l’insieme dei vostri ordini del giorno – ha detto – un combinato disposto di una tecnica d’aula legittimo, ma strumentale e, allo stesso identico modo, senza entrare nel merito, bocceremo tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno che arriveranno in aula ogni volta che ci saranno filibustering di questo tipo”.

Cosa c’è nel piano

IL CONCETTO DI “ONE HEALTH”
È il raggiungimento del più alto livello possibile di “salute”, attraverso una visione di diverse discipline che collegano il benessere dell’individuo all’ecosistema e alle relazioni che lo circondano.

LA NUOVA VISION DEL TERRITORIO
Dal modello di offerta “diagnosi e cura” a quello in cui il Sistema sanitario garantisce una presa in carico personalizzata con il coinvolgimento dei pazienti, semplificando l’accesso alle prestazioni e ai servizi, mettendo in rete strumenti e soggetti coinvolti: il distretto, la rete di prossimità (casa di comunità, medici di famiglia, pediatri, centrale operativa territoriale, ospedali di comunità).

IL RUOLO DEI DISTRETTI
Come previsto dal PNRR, il distretto diventa il punto di riferimento per la risposta ai bisogni del cittadino e provvede alla programmazione dei servizi, alla pianificazione delle innovazioni, alle decisioni in materia di logistica, accesso, offerta di prestazioni. Al fine di garantire i servizi, si sviluppano sul territorio le strutture indicate dal PNRR: ospedali di Comunità, case di Comunità e centrali operative territoriali. In Liguria sono previste 32 Case di Comunità (5 nella Asl1, 6 nella Asl 2, 13 nella Asl3, 3 nella Asl4, 5 nella Asl5) e 11 Ospedali di Comunità (1 in Asl1, 2 in Asl2, 4 in Asl3 , 2 in Asl 4 e 2 in Asl5). E’ previsto, inoltre, il potenziamento della figura dell’Infermiere di Famiglia o Comunità. Per incrementare il numero di pazienti in carico alle cure domiciliari, comprese quelle palliative, sarà inserito nelle Case di Comunità il servizio di Cure domiciliari e delle Unità di Cure palliative domiciliari, con il potenziamento delle figure professionali dedicate all’assistenza domiciliare.

IL NUOVO SISTEMA INFORMATIVO E LO SVILUPPO DELLA STRATEGIA DIGITALE NELLA SANITÀ
Proseguendo gli investimenti nella digitalizzazione della sanità (prenoto vaccino, prenoto salute, prenoto prevengo, ricetta dematerializzata, fascicolo sanitario elettronico, si arriva allo sviluppo della piattaforma IT-CURA con l’obiettivo di sviluppare pienamente una vera e completa “medicina di comunità”, arrivando a creare un ecosistema socio sanitario integrato e digitale su tutto il territorio della Regione.

POTENZIAMENTO DELLA RETE OSPEDALIERA E RIDEFINIZIONE DELLA MISSION DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE
Il piano prevede la realizzazione di tre nuovi ospedali (Erzelli a Genova, Felettino a Levante e Taggia a ponente) destinati a completare l’offerta in base alle caratteristiche del territorio integrandosi con le funzioni che sviluppano i singoli nosocomi attraverso una miglior definizione delle attività che valorizzi sia la prossimità sia le competenze specialistiche per le patologie più complesse valorizzando i centri all’avanguardia per la gestione delle attività e la ricerca scientifica. Per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (Grandi Apparecchiature Sanitarie) sono previsti investimenti per 23 milioni 360 mila euro (Pnrr) e 8 milioni 674mila euro (altre fonti). Per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero DEA sono previsti investimenti 34 milioni e 827 mila euro.

PUNTI NASCITA
La programmazione regionale prevede, nel rispetto degli standard che garantiscano requisiti e sicurezza ottimali per donna e bambino, 9 punti nascita a livello regionale: 3 nell’area ottimale di ponente, 4 in area metropolitana genovese, 2 nell’area ottimale di levante.

L’EMERGENZA-URGENZA, IL 118, IL NUMERO UNICO 116117
Il sistema è strutturato con la presenza di almeno un DEA in ogni ASL, affiancato da sedi di pronto soccorso e punti di primo intervento. Le centrali del 118 diventano tre in Liguria. L’attivazione del numero unico 116117 per le cure mediche non urgenti rappresenta il servizio telefonico gratuito alla popolazione, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale.

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